marine le pen jordan bardella

MARINE NON MOLLA: NELLA LUNGA RIUNIONE DI IERI, LA LEADER DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL, NONOSTANTE LA CONDANNA ALLA INEGGIBILITÀ, NON HA EVOCATO L’IPOTESI DI UN RITIRO DALLA CORSA ALL’ELISEO E HA CHIAMATO ALLA PROTESTA IN PIAZZA (DOPO TRUMP E BOLSONARO, AVREMO UN ASSALTO ANCHE A PARIGI?) –  I DUBBI SUL DELFINO 29ENNE BARDELLA: SARÀ PRONTO? È ARRIVATO IL MOMENTO DI LANCIARLO NELLA MISCHIA SENZA LA PROTEZIONE DELLA PIÙ ESPERTA MARINE? IN MOLTI NEL PARTITO PENSANO CHE NON SIA ANCORA PRONTO, LA BASE AMA PIÙ MARINE DI QUESTO RAGAZZO AMBIZIOSO…

1 - È ARRIVATO IL MOMENTO DEL GIOVANE BARDELLA? ESISTE IL «PIANO B» PER GUIDARE IL PARTITO

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

le pen bardella

Il piano B, B come Bardella, in teoria sarebbe già pronto. In pratica, è troppo presto per farlo partire. Jordan ha molte qualità e il precedente di Emmanuel Macron, che quando cominciò a puntare verso l’Eliseo non aveva neppure quarant’anni, mostra che la giovane età in Francia può funzionare.

 

Ma a parte che di solito all’Eliseo vige una specie di alternanza, per cui dopo l’iper-presidente Sarkozy arriva il presidente normale Hollande, e dopo il giovane brillante Macron difficile che i francesi eleggano un altro giovane brillante di segno opposto.

 

 

Ma poi Jordan Bardella di anni non ne ha neppure trenta, e anche all’interno del Rassemblement national c’è la paura che forse si stia esagerando. Sarà pronto? È davvero arrivato il momento di lanciarlo nella mischia senza rete, senza la protezione della più esperta Marine?

 

JORDAN BARDELLA VIKTOR ORBAN MATTEO SALVINI MARINE LE PEN

In questi mesi Jordan Bardella ha continuato a costruire la sua immagine di leader politico affidabile e competente, ma è un cammino lungo e non così piano. L’estate scorsa, per esempio: era lui ad avere il compito di selezionare candidati presentabili alle elezioni anticipate, ha fatto il possibile ma non è bastato. Al primo turno delle legislative per il Rassemblement national si è affacciata anche gente improbabile, sono spuntate vecchie foto di candidati con il cappello nazista e dichiarazioni antisemite o negazioniste neanche troppo antiche. «Episodi isolati, non c’è stato tempo di controllare tutti», si difese Jordan Bardella. Nessuno ha contestato la sua buona fede, ma qualcuno nel partito ha fatto notare che forse si poteva fare di più e meglio.

marine le pen jordan bardella

 

Ieri Bardella ha reagito alla notizia con toni epocali — «Non è solo Marine Le Pen a essere condannata ingiustamente: è la democrazia francese a essere giustiziata» — e poi ha lanciato una petizione online per lottare contro «lo scandalo democratico» e contro la «dittatura» dei giudici, forse sottovalutando le minacce di morte che già stanno arrivano alla 63enne magistrata autrice della sentenza, Bénédicte de Perthuis.

 

La difesa a spada tratta di Marine da parte del suo delfino appare sincera, anche perché non è detto che lui abbia tutta questa voglia di correre in prima persona. In molti nel partito pensano che non sia ancora pronto, la base ama più Marine di questo ragazzo ambizioso che qualche anno fa non ha esitato a frequentare la nipote della leader, Nolwenn Olivier, facendosi notare ed entrando così in una famiglia politica che da sempre funziona secondo le logiche del clan.

 

marine le pen jordan bardella

(...) Insomma le speranze sono poche, ma il desiderio di tutti sarebbe mantenere il vecchio schema di candidature: Marine Le Pen all’Eliseo, Jordan Bardella premier.

C’è poi lo scenario un po’ fantapolitico un po’ moscovita (alla Putin-Medvedev) di un capovolgimento delle parti.

 

Bardella potrebbe impegnarsi in anticipo a nominare, in caso di vittoria, Marine Le Pen premier: ineleggibile non vuole dire innominabile. «Ma io non ci penso, non mi sottometterò così facilmente a una negazione della democrazia», dice Marine Le Pen. Sarà un caso, ma l’istinto di combattere le ritorna appena le si parla di Bardella presidente.

 

2 - BARDELLA EREDE DESIGNATO PER GUIDARE LA DESTRA DUE OUTSIDER IN ATTESA

Anais Ginori per “la Repubblica” - Estratti

marine le pen jordan bardella - financial times

 

 

(...) Nella lunga riunione di crisi convocata ieri con i suoi più stretti collaboratori, la leader del Rassemblement National non ha mai evocato l’ipotesi di un ritiro dalla corsa all’Eliseo.

 

Nonostante la pena abbia effetto immediato, Le Pen si presenta ancora come la candidata “naturale” del partito per il 2027 e punta tutto sull’appello, che sarà presentato nei prossimi giorni. Con i tempi della giustizia parigina, un nuovo processo non si terrà prima della fine del 2026, a ridosso delle prossime presidenziali.

 

Ma Le Pen vuole bruciare le tappe. Ha chiesto una procedura accelerata, in nome della posta in gioco per la democrazia francese, e attacca frontalmente i magistrati, accusati di una «decisione politica», con «pratiche degne dei peggiori regimi autoritari». Intanto, prepara una grande manifestazione per il weekend contro quella che definisce «la dittatura dei giudici».

MARINE LE PEN - JORDAN BARDELLA - EMMANUEL MACRON - MEME BY EDOARDO BARALDI

 

Lo slogan è già pronto: «Salviamo la democrazia, sosteniamo Marine». Un’iniziativa che sa di scommessa disperata, ma che trova già eco nella galassia dell’ultradestra internazionale. Da Washington, Elon Musk è stato tra i primi a difenderla, seguito da un portavoce del Dipartimento di Stato. L’ideologia Maga minaccia ora di strumentalizzare il momento più delicato della politica francese, in cui per la prima volta una candidata all’Eliseo viene estromessa dalla corsa per via giudiziaria.

 

Il verdetto cambia tutto. Emmanuel Macron, che non può ricandidarsi per limiti costituzionali, tace sulla sentenza. Ma all’Eliseo si osserva con attenzione la frattura interna alla destra radicale. Le Pen continua a ripetere che «esiste un piccolo spiraglio » nel ricorso in secondo grado.

marine le pen jordan bardella

Al di là della tempistica, è difficile immaginare che l’appello ribalti completamente la lettura di un sistema di appropriazione indebita di fondi europei che, secondo i giudici, sarebbe stato orchestrato direttamente dalla leader. La vera scommessa dunque è politica: congelare ogni ipotesi di successione o, peggio, di sostituzione. Anche quella di Jordan Bardella.

 

«È una risorsa straordinaria per il movimento, ma spero di non dovervi ricorrere prima del necessario», ha detto ieri Le Pen, escludendo l’idea di un “piano B”.

Eppure, dietro le quinte, i preparativi per un’alternativa sono cominciati da tempo. Tra i fedelissimi si discute di un ticket al contrario: Bardella candidato presidente, Le Pen futura premier visto che la pena di ineleggibilità non comporta l’interdizione dai pubblici uffici. Una formula che ricorda il finto passaggio di consegne in Russia tra Putin e Medvedev, e che nel partito viene chiamata senza troppi giri di parole “il ticket russo”. Ma la stessa Le Pen la rifiuta con forza: significherebbe accettare un passo indietro, seppur mascherato.

 

marine le pen jordan bardella

Bardella non porta il cognome Le Pen, e questo — per un partito a lungo percepito come dinastico e familiare — è sempre più considerato un vantaggio. Anche se in passato è stato fidanzato con una nipote di Marine, il giovanissimo Jordan, con genitori di origini italiane, si è creato un’immagine più autonoma rispetto al clan. È stato il primo leader dell’estrema destra francese invitato in Israele, mentre ha ritirato la sua partecipazione alla convention dei conservatori americani dopo che Steve Bannon ha mimato un saluto fascista. Nei sondaggi, Bardella ha ormai raggiunto i livelli di popolarità della sua mentore. Potrebbe essere lui a spingerla, se non formalmente almeno simbolicamente, verso il tramonto, anche se gli avversari sottolineano i suoi limiti. Ha meno di trent’anni e alle ultime legislative ha dimostrato inesperienza, con una serie di candidature imbarazzanti finite in lista.

 

bardella marine le pen

Pur azzoppata dalla giustizia, Le Pen controlla il partito, i fondi, e quindi l’emancipazione di Bardella continuerà a dipendere da lei. Nel big bang che si profila, l’altra ipotesi è una sostituzione che avvenga fuori dal Rassemblement National. Un candidato che tenti di occupare quello spazio politico e magari assorbire alcuni dirigenti. Alcuni guardano ai Républicains e a figure come Bruno Retailleau, attuale ministro dell’Interno. Altri evocano la possibilità dell’outsider, proprio come avvenne alle presidenziali del 2017 con la caduta di François Fillon, indebolito da un’inchiesta giudiziaria.

Marine Le Pen Jordan Bardella

 

Il nome che circola di più è quello di Cyril Hanouna. Il popolare conduttore delle tv di Vincent Bolloré ha trascorso vacanze con Bardella ed è in coppia con la figlia di Brigitte Macron. Lui per ora smentisce, ma la partita è appena cominciata.

marine le pen jordan bardellaJordan Bardella e Marine Le PenJordan Bardella e Marine Le Pen 2 jordan bardella marine le pen

 

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...