A ROMA È FINITA LA FIERA - IL COMUNE GUIDATO DA MARINO VUOL MOLLARE IL 20% DETENUTO NELLA FIERA, AZZOPPATA DA 200 MILIONI DI DEBITI, MA SI DIMENTICA DI CAMBIARE LA DESTINAZIONE D’USO AI VECCHI PADIGLIONI

Camilla Conti per “il Fatto Quotidiano

 

Ignazio Marino la Nutella e Francesco Paolo Fulci Ignazio Marino la Nutella e Francesco Paolo Fulci

Fiera di Roma addio. Il Comune di Roma ha deciso di uscire dal capitale della capogruppo Investimenti spa che controlla la Fiera e che a sua volta è partecipata, oltre che da Roma Capitale con il 21,7% anche dalla Camera di Commercio capitolina (58,5%), Regione e Sviluppo Lazio (con il 9,8% ciascuno). Inizialmente, le quote erano suddivise diversamente ma la camera di Commercio di Roma ha varato due aumenti di capitale per sostenere la società, il Campidoglio no.

 

Ora, l’abbandono definitivo perché "Roma Capitale deve concentrare i sui sforzi sulle vere funzioni di un Comune, lasciando invece campo alle attività che spettano ai privati . E’ una rivoluzione”, ha detto Marino. Il problema è che il sindaco vuole uscire dalla società senza però prima averne sanato i debiti derivanti dalla realizzazione della nuova fiera. Sa che vuole vendere la sua quota di minoranza ma non sa chi se la compra. I creditori rischiano quindi di ritrovarsi col cerino in mano e la Capitale senza un polo fieristico.

   

VELTRONI 
SINDACO 
VELTRONI SINDACO

MA FACCIAMO un passo indietro. In una lettera a Marino pubblicata a pagamento sui giornali a fine dicembre, l’amministratore unico di Fiera di Roma, Mauro Mannocchi, aveva alzato la voce sulla vicenda evidenziando come la nuova Fiera sia nata nel 2005 (quando sindaco era Veltroni, ndr) “sulla base di un progetto sbagliato ” che si reggeva tutto sul prestito bancario di circa 200 milioni concesso alla controllante Investimenti spa, la quale avrebbe restituito il mutuo grazie a un contratto di affitto di 17 milioni all’anno “imposto” a Fiera Roma, che allora ne fatturava solo 11. Il business plan dell’epoca, inoltre, prevedeva per il 2015 una crescita dei ricavi a quota 131 milioni, in coerenza con l’investimento di 300 milioni sostenuto per la costruzione del nuovo polo fieristico. Ma le cose sono andate diversamente.

   

Fiera  DI Roma
Fiera DI Roma

Tra il 2005 e il 2009, in contrasto con Investimenti SpA, sono usciti con laute liquidazioni da Fiera Roma due soci privati e due amministratori. Sul fronte dei bilanci, quello di Fiera Roma srl si è chiuso in rosso per 19,6 milioni (16,7 milioni del 2012 e 14,5 milioni del 2011) e un fatturato di quasi 11 milioni (rispetto ai 21,4 dell’anno precedente). Nella relazione sulla gestione si sottolinea, inoltre, come la società versi in una “profonda crisi di liquidità che oggi registra un’alta tensione mai raggiunta prima”. A luglio 2014 il collegio sindacale aveva bocciato il bilancio in quanto era venuto a mancare il requisito della continuità aziendale.

 

Fiera  DI Roma
Fiera DI Roma

Per garantirla, Investimenti spa ha rinunciato a quasi un milione di crediti commerciali e firmato a settembre un accordo con Unicredit sulla ristrutturazione di parte del debito bancario, soprattutto dei prestiti il cui rimborso scadeva l’anno scorso. La holding non naviga in acque migliori: il bilancio 2013 ha visto una perdita di 26 milioni rispetto ai 22,8 milioni dell’anno precedente. L’assemblea del 29 ottobre ha fissato alcuni obiettivi che consentirebbero di ridurre drasticamente il debito: “La variante urbanistica dell’ex fiera e il trasferimento del mercato dei fiori in uno dei padiglioni della nuova struttura sono azioni condizionanti la continuità aziendale”, si legge nel verbale.

Fiera  DI Roma
Fiera DI Roma

   

Il problema, però, è che il Comune di Roma non ha mai deliberato il cambio di destinazione d'uso della vecchia fiera che forse sarebbe stato meglio vendere otto anni fa. Investimenti spa, infatti, possiede anche il vecchio impianto sulla Cristoforo Colombo che da tempo cerca di alienare per fare cassa: nella relazione al bilancio 2011 si riteneva di poter realizzare dalla vendita nel 2013 ben 200 milioni. Previsioni fin troppo ottimistiche. A giugno l’assessore Giovanni Caudo ha dichiarato al Messaggero che “il progetto di trasformazione urbanistica dell’area dell’ex Fiera è ultimato”. Ma per sbloccare la cessione dei terreni manca ancora la delibera del consiglio comunale. Nel frattempo, i debiti sono lievitati a 200 milioni. Di questi, 180 sono stati contratti con Unicredit mentre gli altri 20 sarebbero stati accumulati dalla nuova Fiera che non starebbe pagando i fornitori.

   

GIOVANNI CAUDOGIOVANNI CAUDO

PRIMA di Natale l’assemblea della società Nuova Fiera di Roma Spa ha dato mandato a Mannocchi di presentare entro 20 giorni un piano di ristrutturazione della società. La risposta dell’ad è l’intenzione di presentare al tribunale fallimentare la richiesta di concordato in bianco. Intanto, lo scorso 16 gennaio è stato nominato il nuovo amministratore delegato per la Investimenti spa. Si tratta di Carlo Paris, ex manager proprio di Unicredit. Toccherà a lui cercare di risanare la società. Impresa assai ardua se si pensa che tre diversi sindaci da Veltroni in poi, non ci sono riusciti.

 

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