
POI DICI CHE BEPPEMAO NON FA BENE A EPURARE! DEBORA BILLI, RESPONSABILE WEB M5S A MONTECITORIO, SULLA SCOMPARSA DI FALETTI HA TWITTATO: “E’ MORTO IL GIORGIO SBAGLIATO” (CON AUGURIO SEPOLCRALE A NAPOLITANO)
Mario Giordano per “Libero quotidiano”
Non riescono nemmeno più a strappare un sorriso. Sia perché il genere «gaffe del grillino» ormai è consunto, sia perché le gaffe sono sempre meno divertenti e sempre più grevi: gli esponenti Cinque Stelle hanno perso quello slancio primitivo, la freschezza dirompente delle origini, per cui dicevano un sacco di puttanate, ma almeno le dicevano a cuor leggero,con lo slancio dei rinnovatori, con la faccia pulita dei debuttanti che avevano il vento in poppa e dovevano ancora imparare il mestiere.
Adesso il mestiere l’hanno imparato, o almeno dovrebbero:è un anno e mezzo che occupano i banchi del Parlamento. Non sono riusciti ad aprirlo come una scatola di tonno, non sono riusciti a conquistarlo come un branco di piranha. Alla fine restano lì, a far la figura dei merluzzi, in una decadenza ittica e politica che sembra non aver fine. Scrivere un tweet per dire che «è morto Giorgio, quello sbagliato», per onorare Faletti e disonorare Napolitano, non è nemmeno una scemenza: è una sotto-scemenza, è un dispettuccio da bambini scemi, come mettersi le dita nel naso alla festa di compleanno della zia.
IL TWEET DI DEBORA BILLI SULLA MORTE DI FALETTI
Sono comportamenti, per l’appunto, che si possono perdonare in tenera età: poi si cresce, si vota in commissione, si imparano le regole, ci si siede al tavolo con Renzi per discutere di leggi elettorali. E non ci si può più mettere le dita nel naso, non si può giocare con il fango, se si sta con gli adulti si dice: «Dov’è la toilette» e non «Mi scappa la cacca», perché le rivoluzioni non si fanno con le marachelle verbali che sembrano soltanto nascondere il vuoto delle idee.
Quando l’onda grillina arrivò in Parlamento, ormai quindici mesi fa,qualcuno non sapeva nemmeno dove fosse il Senato: «Lo cercherò su Googla maps», disse uno di loro. Adesso la strada per Palazzo Madama la conoscono benissimo, così come hanno imparato a entrare a Montecitorio. Ci stanno, ci vivono. Votano. Partecipano.
E dunque non fa più ridere ricordare che c’è quello che crede ai microchips sotto la pelle o agli alieni, non è divertente ricordare gli inciampi sugli scontrini o sul made in Italy da proteggere chiudendo le porte al grano saraceno (e magari anche al pan di Spagna).Non fa più venir voglia di scherzare.
Perché il naif è bello quando rompe le convenzioni: il naif istituzionalizzato e invecchiato, un po’ incartapecorito, fa venire solo una grande tristezza. E non basta nemmeno ricordare che i grillini rinunciano a parte del loro stipendio, perché da queste parti - si sa - siamo dei fanatici della riduzione dei costi della politica, ma non è che i parlamentari che costano meno possano anche valere la metà.
Non è che possano dire vaccate in libertà perché rinunciano alla diaria. Il risparmio,per quanto importante, non giustifica l’idiozia. Fra l’altro, come dicevamo, con l’andar del tempo le gaffe dei grillini hanno perso quello smalto di vitalità che avevano in origine e sono diventate sempre più plumbee, necrofile, cadaveriche.
Accusare di assenteismo un assessore che si scopre malato di cancro,dire che la città di Mirandola si merita il terremoto perché non ha votato il candidato a cinque stelle, dire che bisogna ricordare il kamikaze di Nassiryia perché anche lui è una vittima,accusare i vaccini di provocare i tumori e poi dare del boia a questo e a quello, cominciando ovviamente, come sempre da Napolitano (che poi ci tocca pure difenderlo...). Ma lo vedete? La scivolata è sempre meno allegra, meno vitale, meno innocente e più cimiteriale.
Giorgio Napolitano Gianni Letta
C'è come un parallelo tra la decadenza di Grillo, il comico bolso e invecchiato che non fa più ridere, e la decadenza dei grillini, i ragionieri della gaffes che scivolano sulla morte, senza essere ancora riusciti a dimostrare le vere ragioni della loro esistenza. In effetti:anche chi non li condivideva, al loro apparire, non potè non considerare che erano una specie di urlo di vita, la voglia di partecipare, l’immissione nel sistema di energie nuove. Oggi tutto ciò sembra sparito. E gaffe dopo gaffe, resta solo l’impressione di una prolungata inutilità parlamentare e del ripetersi di parole insensate. Che stendono sul movimento ombre sempre più cupe.