lotti marroni

MARRON(I) GLACÈ PER LA DUCETTO’S FAMILY – L’EX AD DI CONSIP CONFERMA TUTTO – ASCOLTATO IN GRAN SEGRETO DAI PM DI ROMA PIGNATONE E IELO CONFERMA TUTTE LE ACCUSE: E’ LA QUARTA VOLTA CHE I MAGISTRATI GLI FANNO LE STESSE DOMANDE SPERANDO IN QUALCHE CONTRADDIZIONE. MA LUI RIBADISCE:''FU LOTTI A DIRMI DI ESSERE INTERCETTATO'' 

 

Giacomo Amadori per la Verità

 

CONSIP CARABINIERI

La versione di uno dei testimoni chiave dell' inchiesta Consip, quella che ruota intorno agli affari dell' imprenditore napoletano Alfredo Romeo, continua a tenere, anche dopo la quarta deposizione, e per chi aveva sperato che l' inchiesta fosse finita su un binario morto è certamente una brutta notizia. L' altro ieri in gran segreto negli uffici della caserma romana dei carabinieri di via In Selci è stato sentito nuovamente l' ex ad di Consip, Luigi Marroni, l' uomo che ha denunciato le presunte pressioni di Tiziano Renzi e le fughe di notizie sull' inchiesta, spifferi che sarebbero partiti da fonti istituzionali.

 

DEL SETTE RENZI LOTTI CONSIP

Un racconto che, sottoposto all' ennesimo controllo, sembra non aver scricchiolato, tanto che Marroni è rimasto testimone e non si è resa necessaria la presenza di un avvocato. L' ingegnere era giustamente preoccupato per l' ennesima convocazione, ma gli inquirenti sono stati molto cortesi e in un breve verbale hanno riassunto un paio d' ore di domande e risposte.

 

Hanno convocato Marroni per verificare alcuni particolari, chiedere qualche precisazione su date e mail e per confrontare qualche nuovo dato investigativo. Ma nel faccia a faccia non è stato messo in discussione il cuore delle sue precedenti dichiarazioni. Che evidentemente hanno retto ai controlli dell' accusa.

 

luigi ferrara consip

Ad (ri)ascoltarlo, nel pomeriggio del 22 gennaio, sono stati il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, l' aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi. Una formazione degna delle occasioni importanti. Marroni era stato ascoltato due volte il 20 dicembre 2016 dai carabinieri del Noe e dai pm di Napoli e riconvocato a Roma nel giugno scorso.

 

luigi marroni

Davanti agli uomini dell' Arma aveva dichiarato: «Ho fatto effettuare la bonifica del mio ufficio in quanto ho appreso in quattro differenti occasioni da Filippo Vannoni, dal generale Emanuele Saltalamacchia, dal presidente di Consip, Luigi Ferrara, e da Luca Lotti (all' epoca sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ndr) di essere intercettato () Ferrara mi ha notiziato di essere intercettato lui stesso e che anche la mia utenza era sotto controllo per averlo appreso direttamente dal Comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette».

 

Marroni con i magistrati partenopei ribadì: «Confermo che nel luglio 2016 l' onorevole Luca Lotti, che io conosco, mi ha detto di stare attento perché aveva appreso che vi era una indagine dell' autorità giudiziaria sull' imprenditore Romeo di Napoli e sul mio predecessore Casalino, dicendomi espressamente che erano state espletate operazioni di intercettazioni telefoniche e anche ambientali, mettendomi in guardia».

 

TIZIANO RENZI ALLA FESTA DELL UNITA DI RIGNANO -3

Marroni parlò anche di Tiziano Renzi: «Nel marzo 2016 chiese di incontrarmi da vicino; facemmo appuntamento a Firenze e, precisamente, in piazza Santo Spirito dove io abitavo allora, e lui mi disse di accontentare e di accedere alle richieste di Russo Carlo (indagato con babbo Renzi per traffico di influenze illecite, ndr) che era una persona alla quale lui teneva molto, e che peraltro lo stesso Tiziano Renzi mi aveva introdotto in occasione del mio primo appuntamento con il Russo».

 

Non è finita: Marroni spiegò che Russo con lui perorò la causa di un' azienda di Torino, la Cofely Italia Spa, perché «vi erano delle aspettative ben precise dell' onorevole Denis Verdini e di Tiziano Renzi () che erano le persone da cui dipendeva il mio futuro lavorativo, che avevano determinato la mia nomina e che avrebbero potuto anche determinare la mia revoca dall' incarico».

 

CARLO RUSSO

L' 8 giugno scorso Marroni è stato risentito per circa 7 ore presso la Procura di Roma e ha sostanzialmente confermato quanto già dichiarato, aggiungendo ulteriori particolari. Subito dopo è stato defenestrato dalla Consip (società per azioni controllata dal governo attraverso il ministero dell' Economia), dopo le dimissioni del cda.

 

filippo vannoni e matteo renzi

Tra gli accusatori di Lotti c' era anche il manager Vannoni, indagato per favoreggiamento, che però a luglio ha ritrattato le sue accuse davanti ai magistrati romani. Almeno lui ha mantenuto la poltrona di presidente di Publiacqua, una partecipata del Comune di Firenze. Vannoni ha confermato di aver detto a Marroni che il suo telefono era intercettato, ma lo avrebbe fatto per toglierselo di torno: «Era un modo per troncare quel tipo di comunicazioni, e uno stratagemma usato anche in altre occasioni».

 

«Ognuno fa le dichiarazioni che vuole, poi qualcuno vedrà», era stato il commento di Marroni con La Verità. Dopo le parole di Vannoni e probabilmente dopo qualche nuova evidenza investigativa i magistrati romani hanno ritenuto necessario risentire l' ex ad di Consip. La sua nuova testimonianza fa il paio con quella raccolta un mese fa dall' ex tesoriere del Pd, Alfredo Mazzei, l' uomo che aveva svelato alla Verità un presunto incontro tra Tiziano Renzi e l' imprenditore Romeo.

alfredo mazzei

 

L' ex tesoriere del Pd campano e grande amico del presidente emerito Giorgio Napolitano ha confermato ai magistrati di Roma quanto già dichiarato alla Verità il 29 dicembre 2016 e confermato ai carabinieri del Noe il 2 gennaio 2017: «La cena c' è stata () non so se Tiziano sia mai sceso a Napoli, so di certo che il rapporto tra babbo Renzi e Romeo è avvenuto attraverso questo Russo e credo che si siano incontrati a Roma».

ALFREDO ROMEO

 

Dunque resta aperta la caccia all' incontro tra Romeo, Russo e Tiziano Renzi. Successivamente Mazzei ha parlato di una «bettola», mentre in un' intercettazione, riportata dal Fatto quotidiano, Russo e Romeo sembravano fare riferimento a un «baretto». Un incontro in cui i tre avrebbero sancito il presunto «accordo quadro» che prevedeva, secondo gli inquirenti, 30.000 euro al mese per T. e 5.000 ogni due mesi per C.R. e avrebbe dovuto mettere al riparo Romeo da eventuali sgambetti da parte di concorrenti altrettanto sleali.

 

tiziano renzi luca lotti

C' è stato o no quell' abboccamento? Per avere la risposta bisognerà attendere ancora qualche mese. Nei giorni scorsi i magistrati di Roma hanno chiesto la proroga delle indagini lasciando sulla graticola il babbo dell' ex premier, il ministro Luca Lotti e altri 10 indagati almeno sino a dopo le elezioni.

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