pnrr raffaele fitto giorgia meloni sergio mattarella

MATTARELLA RICHIAMA ALL'ORDINE LA DUCETTA SUL PNRR – IL CAPO DELLO STATO È RIMASTO ALLARMATO DALL'ASSENZA DI INDICAZIONI SUL PNRR NELLA PRESENTAZIONE DELLA MANOVRA – LO STRATAGEMMA DEL MINISTRO FITTO: BYPASSARE LA MANOVRA E INSERIRE POI IN 2 DECRETI LA LINEA DEL GOVERNO PER RIDISCUTERE I TERMINI DEI FINANZIAMENTI EUROPEI – IL TAR DI BARI DA' RAGIONE AGLI AMBIENTALISTI (ATTACCATI AGLI ALBERI DI CARRUBE) E FERMA I LAVORI DEL NODO FERROVIARIO DI BARI SUD. È LA PRIMA OPERA FINANZIATA DAL PNRR FERMATA DAI GIUDICI...

DAGONOTA

sergio mattarella giorgia meloni

Il fantasma del Pnrr aleggia sulla manovra di bilancio 2023. Il guardiano Mattarella, allarmato dalla totale assenza delle 4 consonanti preferite da Draghi nel corso della presentazione della finanziaria, ha richiamato tutti all'ordine ricordando che "il Pnrr è un appuntamento che l'Italia non può eludere". Il retroscena è dovuto al silenzioso e sempre più operativo lavoro del Ministro Fitto.

 

"L'uomo che sussurra a Meloni" ha proposto alla Premier di bypassare la legge di bilancio e inserire direttamente in 2 decreti legge la linea del governo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L'operazione è ben congegnata e, senza compromettere l'impianto strutturato da Draghi, permette alla Meloni di ottenere in un colpo solo tre considerevoli risultati: guadagnare tempo, personalizzare la manovra e lasciar giocare l'irrequieto Salvini.

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

 

La perfezionista Meloni è consapevole che ci sono oltre 40 miliardi di Pnrr (sui 220 finanziati) ad altissimo rischio di irrealizzabilità entro giugno 2026 a causa di una valanga di criticità mai dipanate. La vera domanda è se i suoi alleati di governo le permetteranno di impostare un "serio confronto" con Bruxelles volto ad evitare la perdita degli stanziamenti e a destinare quelle risorse verso progetti "targati Meloni".

 

1 – GIUDICI E ALBERI DI CARRUBE FERMANO LA PRIMA OPERA DEL PNRR –

Michel Dessì per “il Giornale”

 

pnrr nodo bari

Vincono gli ambientalisti. Uno a zero. Gli alberi di carrube e mandorli sono salvi. Nessuno li abbatterà. Nessun binario verrà posato sul piccolo insediamento archeologico delle Lame di San Giorgio, nel barese. Le ruspe sono ferme. Il nodo ferroviario di Bari Sud non si farà. L'alta velocità può rallentare. A scriverlo nero su bianco è il Tar della Puglia nelle 55 pagine della sentenza.

 

È la prima opera del Pnrr ad essere bloccata dopo la denuncia di un gruppo di ambientalisti che, per tutelare l'habitat, hanno presentato ricorso al Tar. Che ha accolto l'istanza. Bloccando un'opera da 406 milioni di cui più della metà, 205, finanziati attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Nodo ferroviario di Bari2

Soldi che ora rischiano di essere persi. Per sempre. Inghiottiti dalla burocrazia e dai tribunali. Rfi dovrà rassegnarsi e, con lei, anche il ministero della Cultura, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, quello della Transizione Ecologica insieme alla Soprintendenza Archeologia delle Belle Arti e quella Speciale per il Pnrr, il ministero dell'Economia e delle Finanze e quello della Difesa. Tutti piegati da un gruppo di cittadini agguerriti che da anni lottano per fermare il cantiere avviato nel 2019. L'area espropriata dovrà essere riconsegnata e le transenne con i cartelli dei lavori in corso dovranno essere rimossi.

 

Nodo ferroviario di Bari

È il tardo pomeriggio di ieri quando in redazione arriva la chiamata dell'avvocato Giacomo Sgobba che, insieme ad altri legali, ha seguito il caso. È euforico: «Abbiamo vinto! Abbiamo bloccato la prima opera del Pnrr, chi lo avrebbe mai detto. È una sentenza storica». L'euforia è contagiosa, anche gli ambientalisti del Comitato per la tutela delle Lame non stanno più nella pelle. Maria Teresa Fatone è felice: «Finalmente possiamo stare tranquilli, avevamo ragione» ci dice al telefono.

 

Lei, insieme ad altri cittadini, hanno vinto la battaglia contro l'opera prevista fin dal 2001 che avrebbe dovuto attraversare le Lame di San Giorgio, un lembo di terra a pochi chilometri da Bari, popolato da alberi secolari e orchidee selvatiche. Pochi chilometri di terra che per la Regione Puglia e la Soprintendenza non erano degni di tutela. Ma per gli ambientalisti e il Tar, invece, sì. E la sentenza ora mette in crisi la spendibilità di quei soldi.

 

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1

A schierarsi contro il progetto anche il sindaco grillino di Noicattaro Raimondo Innamorato. Che festeggia per la vittoria. La comunicazione è affidata al suo legale Fabrizio Lofoco: «È un risultato eclatante, era un progetto illegittimo che non poteva essere fatto perché non c'era alcuna autorizzazione paesaggistica. Il comune di Noicattero tutela il suo ambiente. Non bisogna fare a tutti i costi perché ci sono di mezzo i soldi del Pnrr, bisogna rispettare le leggi e il territorio».

 

Un pericoloso precedente. L'opera si aggiunge al lungo elenco delle infrastrutture bloccate nel tempo. A Melendugno, in provincia di Lecce, la tutela degli ulivi aveva quasi convinto il tribunale a fermare il gasdotto della Tap. Sulla linea ferroviaria Adriatica la tutela della nidificazione degli uccelli fratini e del rospo smeraldino ha rimandato il raddoppio dei binari tra Termoli e Lesina. Il progresso dovrà attendere. Chissà per quanto.

 

2 – PNRR: MELONI, REGOLE RIGIDE, INEVITABILI RITARDI CANTIERI

sergio mattarella giorgia meloni

(ANSA) - "Oggi siamo nella fase in cui siamo chiamati ad affrontare concretamente l'avvio dei cantieri per questo ovviamente è necessario accelerare l'iter di approvazione dei progetti e rilascio dei pareri, è un tema enorme: siamo assolutamente aperti a ogni contributo utile". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo in videocollegamento all'Assemblea dell'Anci, in corso a Bergamo. "Nel passaggio tra assegnazione e utilizzazione delle risorse ovviamente come era inevitabile emergono tutti i problemi di sistema di regole rigide frammentate e complesse. Servono norme certe, semplici, stabili".

 

ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 1ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 3pnrr 2

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