giorgia meloni alfredo mantovano sergio mattarella

SERGIO MATTARELLA NELLA TENAGLIA TRA GOVERNO E TOGHE: INTERVERRÀ? – GIORGIA MELONI, DOPO ESSERE STATA INDAGATA PER IL CASO ALMASRI, VA ALLA GUERRA CONTRO LE TOGHE - COSA NE PENSA IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA? IL QUIRINALE, PER ORA, TACE DAVANTI ALL’ENNESIMO SCONTRO TRA POLITICA E MAGISTRATURA CHE COLLIDE CON L’APPELLO DEL COLLE “ALL’ARMONIA DELLE ISTITUZIONI” - LA VICENDA HA ADDIRITTURA PROVOCATO UNA SORTA DI “BLOCCO” DEL PARLAMENTO - FRATELLI D’ITALIA, SU SPINTA DI FAZZOLARI, NON VUOLE ABBASSARE I TONI…

Tommaso Ciriaco e Lorenzo De Cicco per repubblica.it - Estratti

 

 

sergio mattarella giorgia meloni

Un vertice per ripristinare la collaborazione con la Libia. Per ripartire dal punto in cui tutto si era congelato, a causa dell’arresto di Almasri, liberato anche perché garante di alcuni equilibri con Tripoli. E per riportare sotto controllo i flussi di migranti, che hanno subito un’impennata a gennaio, il mese della crisi. Giorgia Meloni convoca a Palazzo Chigi i capi dell’intelligence, i vicepremier e i ministri che si occupano del dossier. Un segnale di continuità rispetto al passato. Un messaggio chiaro, dopo gli avvisi di garanzia dei pm di Roma: «Andiamo dritti, è una questione di interesse nazionale».

 

(...)

 

Appena dall’ufficio della premier escono i vertici dell’intelligence, la discussione si fa politica. Si discute degli avvisi di garanzia. Ne riparlano i quattro indagati. Alfredo Mantovano, sconcertato. Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. E Meloni, la più infastidita di tutti. A suo avviso, la magistratura le ha dichiarato guerra. Pianifica una reazione brutale. E nel frattempo si lamenta anche della forma. Di un dettaglio, in particolare: né lei né il Colle, sostiene dopo avere sondato il Quirinale, sarebbero stati avvertiti dell’avviso in arrivo. Era dovuto? Assolutamente no. Ma ad atto ormai firmato, e prima di inviare l’ufficiale giudiziario con il plico, sarebbe stato gradito un cenno sulla bufera alle viste.

giorno della memoria quirinale mattarella la russa meloni

 

 

Forma e sostanza. Ma soprattutto: guerra. Battaglia politica contro le toghe. Anche perché, sostiene Meloni parlando ai suoi ministri (e con l’avvocato Giulia Bongiorno, che difenderà gli indagati), la mossa di Francesco Lo Voi ha soltanto compattato il governo. La premier spiega ai due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, che un dato mostra la popolarità della battaglia: solo su Instagram, il video con l’avviso di indagine in mano ha ricevuto 111 mila like in 24 ore. Anche per questo, Fratelli d’Italia si aspetta un balzo nei prossimi sondaggi. Addirittura «fino al 35-40%», profetizza il ministro Nello Musumeci.

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

Con i vice, Meloni studia la strategia parlamentare migliore, dopo aver annullato il question time di Nordio e Piantedosi. Nessuno dei quattro indagati si presenterà alle Camere. Per Tajani però bisogna rispondere presto al Parlamento e mandare un ministro. Quindi si valutano le alternative. «Ciriani?», domanda Meloni. Il timore è che all’opposizione non basti. «E allora deve andare un vicepremier». Proprio Tajani è l’indiziato numero uno, anche se tuffarsi in questa mischia non è in cima alle sue ambizioni. «Se volete — interviene Salvini — parlo io! Giorgia, io ci sono passato». Per qualche istante prevale l’imbarazzo. Si decide di rinviare la decisione. È intanto Meloni a fissare un altro punto fermo: «Se mai dovesse esprimersi l’Aula, il centrodestra voterà contro l’autorizzazione».

 

La tesi è che ogni atto sia stato compiuto seguendo l’interesse nazionale. È il contenuto del messaggio che al mattino diffonde la premier: «Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada». E dritti contro le toghe.

giorgia meloni alfredo mantovano

 

È evidente, infatti, la portata dello scontro con i giudici. Al Quirinale si assiste con preoccupato silenzio all’ennesimo scontro tra politica e magistratura. Una tensione che collide con l’appello «all’armonia delle istituzioni» più volte auspicata. La vicenda ha addirittura provocato una sorta di “blocco” del Parlamento. Sergio Mattarella interverrà? Questa mattina è atteso a Scandicci all’inaugurazione dell’anno formativo della Scuola superiore della magistratura. Il programma non prevede alcun intervento.

 

FdI comunque non ha intenzione di abbassare i toni. Su spinta di Fazzolari e Mantovano (...)

alfredo mantovano giorgia meloni

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