erdogan vince le elezioni

PEZZO DI MERDOGAN - MENTRE L’EUROPA SI PREOCCUPA DI PUTIN, LA TURCHIA SI PRENDE PEZZI DELLA SIRIA E ERDOGAN FA QUELLO CHE VUOLE CON RICATTI DIPLOMATICI E MILITARI - FACCI: “E’ UN'AUTENTICA MINACCIA ISLAMICA ANCHE SE A NESSUNA CANCELLERIA EUROPEA SEMBRA FREGARE NIENTE. MENTRE CURDI E ARMENI…”

Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

 

putin erdogan

È la banalità dell' Erdogan, una fatalistica indifferenza occidentale a sempre nuovi accadimenti che ormai accettiamo con rassegnazione meteorologica: piove, nevica, c'è il sole, e la Turchia intanto prende pezzi della Siria. Che tempi, signora mia Europa e signora mia America, compagne di canasta e di Nato, ombrello che finge di proteggere un'alleanza anche da se stessa, da una Turchia che fa precisamente tutto-quello-che-vuole con ricatti diplomatici e militari.

 

E noi lì, a guardare, come se la Turchia fosse uno staterello lontano e non bussassse instentemente alle nostre porte con rancori secolari mai sopiti, un altezzoso neo stato «forte» che ha abrogato la democrazia in venti minuti e blocca le nostre petroliere nei dintorni di Cipro, un' autentica minaccia islamica anche se a nessuna cancelleria europea sembra fregare niente, al pari di un pacifismo pronto a ridestarsi solo se a invadere uno scoglio in mezzo al mare dovessero essere gli Stati Uniti.

 

erdogan eni saipem

Eppure Erdogan è riuscito a chiamarla «Ramoscello d' ulivo», l' operazione terrestre e aerea per schiacciare i ribelli anti-Assad: così ha preso il controllo di Afrin, nel Nord della Siria, una pessima notizia per i suoi nemici curdi asserragliati a centinaia di migliaia nei pochi quartieri che non sono stati distrutti dai raid degli ultimi due mesi: non si sono arresi, ma si sono ritirati per evitare un assedio che non avrebbe avuto storia.

 

mogherini erdogan

Non tutti: solo un terzo delle persone intrappolate in città ha potuto abbandonare Afrin, ossia 150mila tra coloro che erano scampati al massacro di migliaia di vittime - soprattutto donne e bambini - che Erdogan ha fatto fuori dall' inizio dell' anno e che erano state accolte da un diplomatico «chissenefrega» occidentale, sordo agli appelli curdi circa il coinvolgimento dei civili. Parliamo di curdi che hanno combattuto vittoriosamente l' Isis assieme all' Occidente, e che ora sono decimati da un satrapo che nello stesso occidente (europeo) dice di voler entrare.

 

GENTILONI ERDOGAN1

NEL SILENZIO

Assurdo, ma è la banalità dell' Erdogan. L'Occidente elogiò la resistenza curda e benedisse quella regione, Rojava, rimessa in piedi con fondamenti di democrazia e centralità del ruolo della donna: ora è arrivato Erdogan e sta facendo una strage silenziosa, è arrivato lo stesso signore che ha creato un regime autoritario in Turchia che incarcera giornalisti, scrittori, avvocati e dissidenti.

 

Uno che pensa di introdurre la sharia e intanto bussa all' Europa. E fa parte della Nato. Insomma, è tutto sempre più assurdo ma la banalità dell'Erdogan è proprio questa, gocce di veleno quotidiano che il nostro corpaccione buonista ormai neppure avverte più. Eppure quello di Erdogan è e resta, come per gli armeni, solo un sostanziale odio etnico: gli interessa anzitutto limitare ogni potere dei curdi e creare un cuscinetto territoriale che li tenga lontani dai suoi confini.

ERDOGAN 2

 

Così gli eserciti appoggiati dai turchi sono entrati ad Afrin distruggendo e saccheggiando. La Russia applaude, nonostante i curdi risultassero loro «amici» sino a pochissimo tempo fa. Ci sono alleanze che saltano o si creano ogni giorno, mentre una sola resta la certezza di fondo: l' avversione della Turchia per i curdi, visti come una minaccia alla sicurezza nazionale al pari di qualsiasi partito, tipo il Pkk, che anche all' interno della Turchia abbia vanamente cercato di rappresentarli.

 

SOLITO RICATTO

marcia di protesta contro erdogan

Finita qui? Non ci crede nessuno. È da mesi che Erdogan (anzi: Recep Tayyip Erdogan, i giornalisti negli ultimi mesi ne hanno imparato giusto il nome, e si compiacciono molto di scriverlo per intero) e insomma è da mesi che il satrapo, Erdogan, minaccia interventi anche contro Manbij, città 50 chilometri a sud del confine con la Turchia e retta da una coalizione di arabi e soprattutto curdi che combattono contro l' Isis, gente appoggiata dagli Stati Uniti. Se Erdogan attaccasse Manbij, insomma, gli americani dovrebbero scegliere l' alleato da sacrificare: un classico ricatto alla Erdogan.

 

ERDOGAN TAMIM AL THANI EMIRO QATAR

Ciò che da noi è la banalità dell' Erdogan, il compenso, altrove è mera strategia: sinché la Turchia non disturba Assad, Putin non avrà niente da ridire: anzi, è tutta roba buona che avvicinerà la Turchia alla Russia e l' allontanerà da quella Nato a cui ancora incredibilmente appartiene.

Una Nato dolosamente impotente, del resto: resta a guardare il massacro dei curdi dopo che, pure, hanno fatto la maggior parte del lavoro contro l' Isis. E che dicono, mentre guardano? Come i russi, dicono che comunque è in atto una «de-escalation» del conflitto.

 

RENZI ERDOGAN1

Urrà. Una de-escalation dove i militari di Erdogan impediscono ai civili curdi di spostarsi verso le zone sicure di Aleppo o in altre aree della Siria. Una de-escalation che mantiene una media di 37 morti al giorno nell' ottavo anno di guerra siriana, e dove le organizzazioni non governative denunciano che i militari turchi impediscono alla popolazione di accedere agli aiuti umanitari: più di due milioni di persone (un milione sono bambini) vivono ancora in zone irraggiungibili o assediate, senza la possibilità di ricevere assistenza, cibo e medicine. Metà della popolazione non ha più una casa. L' aspettativa di vita è passata dai 70 ai 55 anni. La media è sicuramente destinata a scendere, viste le ultime campagne di bombardamenti e le devastazioni del 2018.

 

ERDOGAN TRUMP

Chissà se Erdogan, in visita a Roma nel febbraio scorso, ha parlato di queste cose con Paolo Gentiloni. Chissà se l' ha fatto col Papa, in Vaticano, il giorno dopo. Ma soprattutto: chissà a chi importa. «Questo è l' angelo della pace che strangola il demone della guerra», aveva detto Erdogan al Papa nel regalargli un medaglione.

Intanto, a lui, la comunità europea regalava altri 3 miliardi più o meno nel secondo anniversario dell' accordo Ue-Turchia sui migranti. Una scimitarra nel burro.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....