giorgia meloni mes

IL MES “ALL’ITALIANA” ESISTE SOLO NELLA TESTA DI GIORGIA MELONI – LA PROPOSTA DELLA DUCETTA DI DARE UNA NUOVA CONFORMAZIONE AL FONDO SALVA STATI VIENE RESPINTA AL MITTENTE ALL’EUROGRUPPO: NON SI CAPISCE PERCHÉ, CON 19 PAESI SU 20 CHE HANNO APPROVATO LA RIFORMA, SI DEBBA ANDARE DIETRO ALLE UBBIE DELL’UNICO CHE SI È SFILATO – LA “DELUSIONE” DI BRUXELLES PER LA DECISIONE ITALIANA RISCHIA DI FAR SALTARE L’UNIONE BANCARIA – LE LAMENTELE CON GIORGETTI DEI PARTNER EUROPEI

1. L’UE BOCCIA IL MES ALL’ITALIANA

Estratto dell’articolo di Angelo Ciardullo per “MF”

 

Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe

Il Mes non cambia e non prenderà una nuova conformazione, come invece auspicato dalla premier Giorgia Meloni dopo la bocciatura del Fondo salva-Stati da parte del Parlamento italiano. È quanto emerso dalla prima riunione dell’Eurogruppo del 2024, che segna il debutto del semestre di presidenza belga, dove l’Italia è tornata sul banco degli imputati per non avere ratificato il trattato per attutire le crisi bancarie.

 

A un mese dalla bocciatura […] da parte della Camera, i partner europei fanno ancora fatica a digerire la decisione di Roma e ne chiedono conto al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

 

GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA

Inconcepibile, è il ragionamento dei partner europei, che una scelta dettata da logiche di mera politica interna impedisca l’entrata in vigore del backstop, il paracadute previsto dal nuovo testo che consentirebbe al Fondo di risoluzione unico finanziato dalle banche dell’Eurozona di sostenere gli istituti di credito in crisi.

 

Il disappunto è evidente, e nessuno si preoccupa di nasconderlo: «Mi rammarico per la decisione dell’Italia», commenta nella conferenza stampa al termine del vertice Pierre Gramegna, direttore del Mes, «abbiamo perso un’occasione per rendere l’Eurozona più resiliente e rafforzare l’unione bancaria».

giorgia meloni sventola il fax di luigi di maio sul mes in senato

 

«Per fortuna», rincara la dose […]  «il voto del Parlamento italiano ha avuto luogo in una fase di relativa stabilità finanziaria con le banche ben patrimonializzate». Più diplomatico ma non meno fermo il presidente dell’Eurogruppo, Pascal Donohoe: «La mancata ratifica significa che i nostri sforzi per creare un’unione bancaria continuano a mancare di un sistema comune di sicurezza per sostenere il Fondo di risoluzione unico».

 

Come si esce da questo stallo all’italiana? L’idea di trasformare il fondo «in qualcosa di più efficace», come auspicato dalla premier Giorgia Meloni […]appare a dir poco impraticabile: difficile che un testo negoziato più di tre anni fa e ratificato nel frattempo da 19 Paesi su 20 venga gettato alle ortiche per scriverne uno nuovo.

Gilles Roth Paschal Donohoe Pierre Gramegna e Giancarlo Giorgetti

 

Altrettanto difficile è che la soluzione al problema arrivi da chi il problema lo ha generato: «Abbiamo intenzione di capire insieme al ministro Giorgetti come trovare il modo per rafforzare la nostra unione bancaria», dice Donohoe, «per adesso il nostro unico impegno è riflettere sulle conseguenze della mancata ratifica».

 

Nel frattempo, spiega Gramegna, il Mes resterà in vigore nella sua formula originale delineata nel 2012: «Lo si voleva aggiornare e adattare alle esigenze odierne, ma anche questo non sarà possibile». […] Giorgetti ha ricordato che lo stop al Mes non è l’unico elemento che manca per completare l’Unione bancaria. Pertanto l’Italia non può finire da sola sul banco degli accusati.

Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe

 

2. L’EUROGRUPPO ALL’ITALIA: SENZA RATIFICA DEL MES A RISCHIO L’UNIONE BANCARIA

Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

«Giorgetti ha fornito una panoramica molto fattuale e chiara dei recenti sviluppi all’interno del Parlamento italiano. Ci siamo impegnati a continuare a collaborare con lui». Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, in conferenza stampa al termine della riunione mantiene lo stile pacato di sempre e ribadisce il «rispetto» per il Parlamento italiano.

 

s-fascio tutto io - poster by macondo

Ieri non c’è stata una discussione sulla bocciatura della ratifica del trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità da parte della Camera, avvenuta il 21 dicembre scorso, ma un aggiornamento sui fatti da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

 

[…]  dietro le quinte c’è un sentimento di «frustrazione» tra gli altri ministri finanziari— spiegava ieri una fonte Ue — che è aumentato con il passare dei mesi. Ieri non erano presenti né il ministro francese Le Maire né il tedesco Lindner. Il ministro Giorgetti ha spiegato che la mancata ratifica è legata a un problema politico: lo stigma che si porta con sé il Mes, dopo i salvataggi di Irlanda, Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo.

ursula von der leyen giorgia meloni tunisia

 

Ma dovrebbe fare riflettere il fatto che questi Paesi hanno ratificato il trattato che riforma il Mes e che gli attribuisce nuove funzioni tra cui quella di «backstop» (paracadute) pubblico al Fondo di risoluzione unico in caso di crisi bancarie. La mancata ratifica dell’Italia di fatto blocca uno dei tasselli per il completamento dell’Unione bancaria.

 

Dopo lo scambio con Giorgetti «al momento l’unico impegno che c’è è di riflettere sulle conseguenze della decisione» dell’Italia, ha spiegato Donohoe «e tornare su questo tema in futuro». È chiaro che «c’è un desiderio da parte di tutti di ascoltare attentamente Giorgetti e impegnarsi con lui per vedere se sia possibile trovare un modo per rafforzare la nostra Unione bancaria».

 

QUANDO GIORGIA MELONI ERA CONTRARIA AL MES - 2

Una fonte di uno Stato membro presente alla riunione ha spiegato che «è difficile fare modifiche al Trattato del Mes con 19 Paesi che hanno già ratificato la riforma» e che l’intenzione è cercare di aiutare Giorgetti a promuovere una narrazione «positiva» della riforma, magari evidenziandone i miglioramenti.

 

Resta però il fatto, ha sottolineato Donohoe, che «se l’Europa dovesse affrontare una difficoltà finanziaria seria in una banca, ci mancherebbe uno strumento veramente importante che aiuterebbe a proteggere i contribuenti, le famiglie e le piccole imprese dal costo». […]

PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

 

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)