santoro berlusconi

"DOVREBBERO DIRE TUTTI CHE BERLUSCONI È INADATTO A DIVENTARE IL CAPO DELLO STATO" - MICHELE SANTORO SI "ACCENDE" SULL'AVVERSARIO DI SEMPRE: "CHI NON LO VUOLE AL QUIRINALE, COME IL PD E I CINQUE STELLE, SI LIMITA A DEFINIRE LA SUA CANDIDATURA COME DIVISIVA. BERLUSCONI OFFRE UN'IMMAGINE PATETICA DEL NOSTRO SISTEMA DEMOCRATICO CHE PUNTA SU UN 85ENNE, DEL QUALE TRA L'ALTRO NON CONOSCIAMO LO STATO DI SALUTE. COME FANNO SALVINI E MELONI, LEADER GIOVANI CHE GUARDANO AL FUTURO, A NON LIBERARSI DELLA PRESENZA DI UN PERSONAGGIO COSÌ INGOMBRANTE ANCHE PER LORO?"

Fabio Martini per "la Stampa"

 

berlusconi santoro

Per oltre 20 anni, con trasmissioni dai nomi diversi, si è portato dietro milioni e milioni di telespettatori, pochissimi come lui hanno influenzato tanto una fetta di opinione pubblica "indignata" e in questa intervista Michele Santoro sostiene che il flebile contrasto alla candidatura di Silvio Berlusconi è un segno di debolezza dei partiti, anche di quelli di centrosinistra: «Dovrebbero dire tutti che Berlusconi è, semplicemente e chiaramente, inadatto a diventare il capo dello Stato. E invece chi non lo vuole al Quirinale, come il Pd e i Cinque stelle, si limita a definire la sua candidatura come divisiva. Oramai è come se i "sopravvissuti" del sistema politico si tenessero per mano.

 

Un girotondo nel quale si ha paura di mollare uno degli elementi. Un girotondo sul bordo di un precipizio: se lasciano andare uno, magari cascano tutti assieme. C'è una sorta di solidarietà sull'esistente. Sono un po' colleghi: non se la sentono di parlar male di Berlusconi, che è un collega pure lui».

 

SANTORO BERLUSCONI RAI

L'ultimo vero exploit politico-mediatico della sua vita Berlusconi l'ha fatto nel suo studio, quando pulì la poltrona di Marco Travaglio, un "numero" a suo tempo osannato che a distanza di anni si fatica ad immaginare come un gesto da futuro capo dello Stato: lei ci rimase male?

«Ci sono persone che ad un certo punto della propria vita si impegnano a capire chi sono. A me sta capitando, ma credo che questa non sia una problematica per Berlusconi. È così fuori da sé, nel suo bisogno di auto-rappresentarsi, che si nutre della droga della spettacolarità dei suoi comportamenti. In quella trasmissione confermò di essere un uomo di spettacolo, ma al tempo stesso era una resa.

santoro berlusconi

 

Partecipando alla trasmissione, legittimò i suoi critici. Berlusconi limitò una sconfitta che fu devastante: milioni di voti persi. Noi siamo il Paese di Alberto Sordi e quindi se uno pulisce una sedia in segno di disprezzo di un giornalista, diventa quasi simpatico. In un altro Paese gli avrebbero detto: ma dove vai?».

 

Berlusconi ha ottenuto che le forze che rappresentano quasi metà del Paese lo ritengano un plausibile candidato alla presidenza della Repubblica: che segnale è?

«Di Berlusconi mi sorprende la tenacia. Lui è uno straordinario ballerino della politica: ballerebbe il tip-tap sulla sua tomba. Ha un'irriducibile vitalità. Invidiabile, soprattutto da persone della mia età. Però offre un'immagine patetica del nostro sistema democratico che punta su un ottantacinquenne, del quale tra l'altro non conosciamo lo stato di salute.

SANTORO MATTATORE E BERLUSCONI LEONE

 

E non sto facendo invasioni della privacy, perché quando dobbiamo eleggere un presidente della Repubblica, è giusto preoccuparsi anche di queste cose. A leggere i certificati che manda in giro ogni volta che c'è un processo, bisognerebbe essere un po' preoccupati. Il centrodestra che lo sostiene non ha il senso esatto di cosa stia succedendo».

 

La Lega di Salvini e Fratelli d'Italia di Meloni sono eredi diretti di altrettanti partiti, la Lega di Bossi e An di Fini, che hanno combattuto Berlusconi spesso assai più della sinistra: hanno insufficiente cultura liberale?

SANTORO BERLU

«Come fanno queste due forze politiche, che hanno leader giovani che guardano al futuro, a non liberarsi della presenza di un personaggio così ingombrante anche per loro? Non riescono a prescinderne. Non devono mica ripudiarlo. Semplicemente pensare che si può andare avanti anche senza Berlusconi. Ma non ce la fanno.

 

Non so se abbiano maggiore o minore cultura liberale dei padri. Sicuramente non mi sentirei di paragonare Salvini a Bossi, che sia pure con tutte le critiche che gli si possono rivolgere, ha una sua grandezza. Meloni io penso sia una politica abbastanza abile, navigata e intelligente, ma non ha compiuto rotture che siano paragonabili a quelle compiute da Gianfranco Fini».

 

Santoro, non può negare che il Cavaliere sia un candidato legittimo.

«Certo, il candidato Berlusconi è eleggibile, ma siamo davanti ad una persona che sta affrontando diversi processi e dunque eleggerlo significherebbe sconfessare l'operato della magistratura italiana, disprezzarla. Tra l'altro si troverebbe a presiedere le riunioni del Consiglio superiore della magistratura una persona che ha dei giudici la stessa considerazione che posso avere io per i marziani.

 

berlusconi, santoro

Aprendo così una situazione di conflitto nei confronti di una delle fondamentali articolazioni dello Stato. Naturalmente i suoi amici e i suoi elettori possono pensare di rinnovargli la fiducia come capo di un partito, ma come si fa a pensare che lo Stato possa essere guidato da una persona in conflitto insanabile nei confronti della magistratura? Per non parlare dei conflitti di interesse irrisolti da anni. Certo, non è problema suo, ma della Repubblica italiana che non ha saputo darsi delle leggi efficaci in questo campo».

 

Non pensa che i Cinque stelle abbiano perso identità e appaiano quasi afoni?

«Loro dovevano atterrare tutti, dovevano rigenerare la nostra democrazia, ma a me pare che anche loro si tengano per mano con gli altri».

 

Se Santoro fosse un grande elettore, chi voterebbe per il Quirinale?

berlusconi, santoro

«Da anni, ogni volta che ci avviciniamo ad una scelta politica importante, viene fuori il tecnico. Una volta ci dice che non possiamo fare una lira di debito e tutti gli corriamo dietro, la volta successiva ci dice che possiamo spendere tutti i soldi che vogliamo. C'è sempre un ragionamento tecnico dietro.

 

Abbiamo un governo dell'emergenza e che rischia di diventare eterno. Per questo a me piacerebbe se Draghi diventasse presidente della Repubblica: con lui destra e sinistra non si sentirebbero umiliate. A quel punto i partiti potrebbero mettersi d'accordo sulle cose da fare per andare a votare. E potremmo ridare la parola al conflitto, al dibattito, alla contrapposizione. C'è un distacco tra i processi politici e la società che si manifesta nel voto: da 15 anni abbiamo governi e presidenti del Consiglio che non sono espressione del voto popolare. Questa è una patologia che a me spaventa».

Ultimi Dagoreport

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO