MIGNOTTE AD HARD-CORE - COME MAI, QUANDO NESSUNO SAPEVA CHE GLI INVESTIGATORI AVEVANO INTERROGATO RUBY, RUBY VENIVA INTERROGATA A MILANO DA “EMISSARI” DI BERLUSCONI? - IL “NUCLEO PERSISTENTE” CON NICOLE MINETTI “INTERMEDIATRICE” IN TESTA CHE HA TENTATO DI NASCONDERE LA VERITÀ – VENERDÌ, BOTTI: TOCCHERÀ AL PROCURATORE AGGIUNTO ILDA BOCCASSINI….

Piero Colaprico per "La Repubblica"

Comincia la requisitoria, l'atto accusa a Silvio Berlusconi imputato nel processo Ruby-Silvio, ed è un'antica parola a risuonare, per la prima volta, nell'aula della quarta sezione penale: «Mendacio». Meglio ascoltare l'intera sequenza delle frasi: «Ebbene, è falso, signore del tribunale, è falso che le "cene" di Arcore fossero degli ordinari convivi, al più arricchiti da qualche goliardica scenetta di "burlesque"».

Sta parlando da un minuto Antonio Sangermano. È il sostituto che, per primo, ha raccolto l'espressione «bunga bunga» fuori da Arcore. Gliel'ha detta Ruby Rubacuori, succedeva quasi tre anni fa. Finalmente, dopo ritardi e «impedimenti », siamo in dirittura finale: «Di paradossale, ed al tempo stesso di gravissimo, in questo processo - continua Sangermano - v'è solo la pervicace e spudorata volontà di chi, pur posto davanti all'evidenza dei fatti, ha inteso fingere di ignorarne l'obiettiva consistenza dimostrativa».

È a Berlusconi il riferimento, è l'ex premier che s'è dato da fare, con bugie e trucchi, dentro e fuori del parlamento. Ma il tentativo di salvarsi dalle accuse di concussione e prostituzione minorile «ha trascinato nel mendacio alcune delle persone che, a vario titolo, a quelle "cene" avevano partecipato», punta il dito l'accusa.

Era emerso dai controlli bancari che una quarantina di ragazze venivano retribuite con 2 mila e 500 euro mensili. Che c'erano stati trasferimenti copiosi di denaro per Nicole Minetti e per le gemelle Imma ed Eleonora De Vivo. E in aula s'era assistito al tentativo di cancellare la valenza di frasi come quelle sulle ragazze «assatanate di soldi» (come Alessandra Sorcinelli). O di oscurare i conteggi di chi incassava di più dal cliente Berlusconi: «Amò non sono riuscita a dormire pensandoci! 7 a Mailyn!!!!!» (e sette sono i settemila euro elargiti dal padrone di casa).

Come mai, quando nessuno sapeva che gli investigatori avevano interrogato Ruby, Ruby veniva interrogata a Milano da «emissari » di Berlusconi? «E come mai non c'è un atto formale di questo passaggio così delicato, signore del tribunale?», domanda Sangermano.
Cita poche frasi intercettate. Dimostrano come le ragazze temessero insieme con Berlusconi le rivelazioni di Ruby sulle notti di sesso a pagamento: «"Amò, lui me l'ha detto... è successo un po' un casino, perché ‘sta stronza della Ruby... Cose pesanti, su tutti. Capisci? Anche cose non vere..." Ma anche cose vere», chiosa il pubblico ministero.
C'è stato depistaggio, c'è stato mendacio? L'accusa ne è convinta e si sente fortissima lo stesso. Sciorina le «prove consacrate in dibattimento» e mostra capitolo dopo capitolo il «collaudato "sistema prostitutivo"».

È in questo scenario che entra una minorenne. È in questo scenario che il reato scatta per il cliente, perché «la vera natura ed il tenore effettivo degli "eventi"» di Arcore era «compiacere la concupiscenza letteralmente intesa come "desiderio di piaceri sessuali" dell'odierno imputato Silvio Berlusconi».

L'accusa sceglie i verbi, parlando di un «complesso meccanismo, volto a reperire, selezionare, istigare, intermediare, organizzare, compattare e remunerare un gruppo di giovani donne, con un nucleo persistente» di ragazze.

È il «nucleo persistente», con Nicole Minetti «intermediatrice» in testa che ha tentato di nascondere la verità, ma altre - come l'intelligente Imane Fadil, come le popolari Ambra e Chiara, come la laureata Melania Tumini - hanno aiutato a ricostruirla. È questo il senso della prima parte della requisitoria, che Sangermano finirà venerdì. E dopo di lui toccherà al procuratore aggiunto Ilda Boccassini.

Sarà lei a ricostruire i fatti-reato così come sono avvenuti nella notte in questura, tra il 27 e il 28 maggio. E proprio la vicenda di Ruby, che riesce a filarsela dopo quattro telefonate dell'ex presidente del Consiglio e del suo entourage, ieri si è inaspettatamente arricchita di dettagli importanti.

Non ha sbagliato il tribunale a voler ascoltare lo sdegno dell'ultimo testimone, e cioè Anna Maria Fiorillo, pubblico ministero dei minori. Ricorda Giorgia Iafrate, il commissario che firmò le carte del rilascio di Ruby: «Era un fiume inesauribile di parole, come se procedesse con un monologo verso un obiettivo».

Lei, scettica, chiese di accertare se Ruby «c'entrasse» con il presidente egiziano Moubarak: «Confermo le mie disposizioni e non mi disturbi più», ricorda di aver detto. Per di più, «Noi sospettavamo che Ruby potesse prostituirsi, nessun magistrato degno di questo nome l'avrebbe fatta rilasciare », contrariamente a quanto aveva assicurato l'ex ministro Roberto Maroni.

Non sfuggirà perciò agli esperti del processo un dettaglio: quando il commissario Iafrate in quella notte insiste con il magistrato Fiorillo per facilitare il rilascio di Ruby, non può non sapere - la telefonata dell'ex premier arriva poco prima di mezzanotte che la minorenne fermata è marocchina e che non è nipote di Moubarak. Perché insiste, dunque? Il processo milanese sembra essere andato a caccia, senza dirlo, non solo dei reati contestati al potente politico, ma di molte bugie: e le bugie sotto giuramento diventano reato.

 

RUBY INCINTA IN MESSICO DA CHI ruby ruby Nicole Minetti Nicole Minetti SexyNICOLE MINETTI A MALIBUarcoreIMANE FADIL jpegberlusconi-boccassini-stretta-di-mano

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…