HA VINTO MARINE LE PEN: FUORI I NEGRI! – FRANCIA E SPAGNA TRADISCONO L’ITALIA E FRENANO SULL’IPOTESI DI QUOTE OBBLIGATORIE DI SPARTIZIONE DEI MIGRANTI DECISE DA BRUXELLES – IL FRONTE DEL “NO” GUIDATO DAI PAESI DELL’EST. E IL REGNO UNITO SI CHIAMA FUORI

1. QUOTE DEI MIGRANTI, FRANCIA E SPAGNA CHIEDONO MODIFICHE

Ivo Caizzi per il “Corriere della Sera

 

Al Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa il responsabile della Farnesina, Paolo Gentiloni, ha ammesso le difficoltà e ha definito «coraggiosa» la proposta della Commissione europea di condivisione obbligatoria tra i Paesi membri delle masse crescenti di profughi provenienti soprattutto dall’Africa e dal Medio Oriente. 

pinotti gentilonipinotti gentiloni


Salendo al livello decisionale dei governi, perfino due Stati mediterranei, Francia e Spagna, hanno frenato sull’ipotesi di quote di ripartizione dei profughi predefinite a Bruxelles. Si è così rafforzato lo schieramento di opposizione netta, costituito dai Paesi dell’Est con in testa Ungheria e Polonia. Il Regno Unito si sente ancora più convinto di utilizzare la clausola dei Trattati Ue pretesa per restare fuori dall’Unione europea quando si decide su immigrazione e asilo, che può essere invocata anche da Irlanda e Danimarca. 


L’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, che da vicepresidente della Commissione europea è stata tra i promotori della proposta di quote obbligatorie di ricollocazione tra i Paesi membri, si è limitata a segnalare diplomaticamente la non competenza del Consiglio Esteri perché «l’accordo va trovato nella riunione dei ministri degli Interni» a metà giugno. 


Gentiloni è stato più franco, constatando che l’immigrazione è «un tema molto delicato per gli equilibri politici interni» in molti Paesi. 

federica mogherinifederica mogherini


Ha sottolineato l’accelerazione positiva dell’Europa, dopo l’ultima ecatombe di centinaia di migranti nel Mediterraneo, con il via libera politico alla missione navale anti-trafficanti di esseri umani. Vede ancora una «volontà di ridiscutere» l’estensione ai migranti delle quote di condivisione obbligatoria pur già contestate limitatamente ai richiedenti asilo. E, davanti a domande come «l’Italia si sente abbandonata o più sola?», ha condiviso l’analisi di tanti addetti ai lavori a Bruxelles affermando: «Mi aspetto una discussione non facile» nelle decisive riunioni in giugno dei ministri degli Interni e poi dei 28 capi di governo.

 
Molti Paesi membri hanno fatto capire di non voler nemmeno sentire parlare degli immigrati clandestini, che costituiscono il principale problema per Italia, Grecia, Malta e Spagna. 


La Germania teme quest’anno l’arrivo di 400 mila profughi (dai 100 mila del 2013) e la conseguente irritazione dell’elettorato soprattutto di centrodestra. Pertanto la cancelliera Angela Merkel intende accettare le quote obbligatorie solo per i richiedenti asilo e se alleggeriscono il carico tedesco. In più, in cambio degli esborsi per potenziare i pattugliamenti nel Mediterraneo, pretende di controllare che Italia e Grecia non si liberino di migranti camuffandoli da profughi con diritto di asilo. 

Achim Post Diederik Samsom Pedro Sanchez Matteo Renzi  Manuel VallsAchim Post Diederik Samsom Pedro Sanchez Matteo Renzi Manuel Valls


Francia, Svezia, Olanda e Austria, che accolgono tanti rifugiati, appoggiano Berlino. La Spagna concorda sui principi, ma vuole trasferire un numero maggiore di rifugiati ai Paesi più ricchi (e non viceversa) a causa dei suoi troppi senza lavoro. «Il tasso di disoccupazione è fondamentale per conoscere la capacità di integrazione — ha protestato il ministro degli Esteri spagnolo José García-Margallo —. Nessun Paese può accettare dei migranti a cui non può provvedere in condizioni di dignità». 


Gli Stati dell’Est si mostrano ancora più rigidi. «Siamo contrari alle quote obbligatorie — ha dichiarato il ministro ungherese per i rapporti con l’Europa Szabolcz Takacs —. E credo lo siano anche Repubblica Ceca, Slovacchia, Paesi Baltici, Polonia e Regno Unito». Takacs ha confermato che l’Ungheria sta impegnandosi per consolidare l’opposizione e per «trovare nuovi alleati». 

MERKEL VALLSMERKEL VALLS


L’obiettivo non appare difficile, se si considera che — sulla proposta di condivisione obbligatoria dei migranti — il governo socialista del francese Manuel Valls non è troppo lontano da quello di destra dell’ungherese Viktor Orban. E che molti premier appaiono preoccupati dal «rischio di perdere le elezioni, se sbagliano il posizionamento sull’immigrazione».

 

 

2. FRANCIA E SPAGNA CI ABBANDONANO E CI SCARICANO LA QUOTA MIGRANTI

Gian Micalessin per “il Giornale

 

festa dell'unità bologna matteo renzi manuel vallsfesta dell'unità bologna matteo renzi manuel valls

A sentir Federica Mogherini e Angelino Alfano era una svolta storica. Peccato sia durata lo spazio di un mattino. O meglio di cinque giornate. Cinque giornate che confermano la solitudine dell'Italia, l'irrilevanza del governo Renzi e lo sprezzante egoismo dei nostri partner europei. Da ieri l'ipotesi di suddividere con il resto d'Europa i rifugiati a cui è stato concesso l'asilo non esiste più. La proposta, varata mercoledì 13 dalla Commissione di Bruxelles è stata cancellata e fatta a pezzi dai «no» degli altri governi.

 

Ai rifiuti preventivi di Inghilterra, Irlanda e Danimarca, a cui la Commissione Ue aveva già concesso di svincolarsi da qualsiasi impegno, si sono aggiunti non solo i dietrofront - attesi - dei paesi Baltici e dell'Europa Orientale con Polonia e Ungheria in testa, ma anche i clamorosi rifiuti di Francia e Spagna. Due «rifiuti» diventati autentiche stilettata al cuore per il governo di Matteo Renzi, per l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Federica Mogherini e per il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker grande ispiratore della proposta «quote».

 

angelino alfano e moglieangelino alfano e moglie

A sguainare il pugnale per conto di Parigi ci pensa il primo ministro Manuel Valls. Il premier francese sferra il suo fendente mortale dopo la visita di sabato a quel valico di Mentone dove - tra lunedì e giovedì - sono stati fermati 944 clandestini provenienti dall'Italia. «Sono contrario all'instaurazione di quote di migranti. Questo non ha mai corrisposto alle proposte francesi» - dichiara Valls. Poi - non pago - sparge sale sulle ferite italiane spiegando di aver concordato il «gran rifiuto» con Francois Hollande, ovvero con quel presidente socialista che Matteo Renzi spaccia sempre come il miglior alleato in Europa.

 

immigrati barconi 6immigrati barconi 6

«Abbiamo considerato che fosse necessario dire le cose ad alta voce perché non ci fosse alcuna ambiguità... la questione delle quote è fonte di una grande confusione, e non bisognava dare l'impressione che le avremmo accettate» - spiega il primo ministro. Il colpo di grazia alle agonizzanti speranze italiane e ai piani di Junckers e da Federica Mogherini lo sferra la Spagna annunciando il suo «no» durante la riunione di ieri a Bruxelles dei ministri degli Esteri e Difesa.

 

«Siamo assolutamente preparati a fare uno sforzo di solidarietà, ma questo sforzo deve essere proporzionato, giusto e realistico e a mio avviso i criteri stabiliti dalla Commissione non lo sono» - proclama il ministro degli Esteri di Madrid, Jose Manuel Garcia Margallo, spiegando che i criteri non tengono conto dell'alto tasso di disoccupazione spagnolo, degli sforzi compiuti per accogliere i richiedenti asilo e «del grande sforzo che stiamo facendo per controllare le migrazioni dal Marocco, dalla Mauritania e dal Senegal».

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Il «no» di una Spagna a cui da anni viene concesso di respingere con un uso sistematico della forza gli immigrati in arrivo nelle enclavi di Ceuta e Melilla suona doppiamente sprezzante. Soprattutto in relazione agli appelli che Federica Mogherini e il nostro ministro degli esteri Paolo Gentiloni avevano rivolto ai partner europei prima del vertice di Bruxelles. «Condividere la responsabilità di cosa facciamo delle persone che salviamo è parte integrante della strategia Ue» - aveva detto Federica Mogherini implorando più collaborazione per consentire all'Europa «di essere efficace in questa azione in tutti i suoi aspetti: nell'operazione navale, nel salvataggio delle vite in mare e anche nella gestione delle vite che salviamo».

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Ma lo schiaffo peggiore è quello inferto al nostro ministro degli Esteri. «Io veramente mi auguro che non si facciano dei passi indietro rispetto alle proposte della Commissione e alla loro condivisione. Sarebbe molto amaro se ci fossero passi indietro» - aveva detto Gentiloni, commentando la contrarietà della Francia alle «quote». Ma gli «amici» spagnoli non ci han pensato due volte regalandogli una doppietta che ha reso doppiamente «amara» la sua trasferta a Bruxelles.

 

 

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