banche soldi

“SE LA CRISI SI PROLUNGA DOBBIAMO PRENDERE MISURE UNIVERSALISTICHE” - IL MINISTRO PER LA COESIONE SOCIALE, PROVENZANO: “DOVREMO  RAGGIUNGERE LE FASCE SOCIALI PIÙ VULNERABILI: LE FAMIGLIE NUMEROSE, OLTRE A CHI LAVORAVA IN NERO - L'ITALIA NON PUÒ FINANZIARE ILLIMITATAMENTE A DEBITO QUESTA CRISI. PER USCIRNE ABBIAMO BISOGNO DI UN PIANO EUROPEO DI INVESTIMENTI COORDINATO. SERVONO EUROBOND O UN USO DEL FONDO SALVATAGGI MES DEPURATO DA OGNI CONDIZIONALITÀ”

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

Peppe Provenzano sa che il suo portafoglio come ministro, il Sud e la Coesione sociale, sono la prossima emergenza dell' epidemia. Nel Mezzogiorno sta iniziando a crescere a tassi a doppia cifra più rapidi che a Nord. E la tenuta del tessuto di dipendenti di piccole imprese, autonomi, lavoratori del sommerso, oggi è minacciata più che mai.

giuseppe provenzano foto di bacco

 

Ministro, quanto la allarmano tassi di diffusione di Covid-19 al Sud che in alcune regioni superano il 20%?

«È presto per una valutazione completa. Si inizia a vedere una flessione del tasso di aumento, ma il contagio ancora cresce. Al Sud abbiamo due settimane di tempo in più, perché il virus si è diffuso dopo. Non dobbiamo sprecarle: il distanziamento va applicato con la massima cura e intanto dobbiamo ampliare la disponibilità di letti in terapia intensiva. A Sud partivamo da quasi 1.700 posti, ora siamo a 2.400 e dobbiamo arrivare al più presto almeno a 3.500».

 

Da Sud la migrazione sanitaria verso il Nord è sempre stata fortissima. Il sistema meridionale può reggere un onda d' urto di Covid-19?

coronavirus Ospedali del sud

«Se l'epidemia fosse scoppiata al Sud sarebbe stata un'ecatombe. Non lo dico con sollievo, ma con rabbia. È il frutto del disinvestimento nella sanità pubblica, di alcune degenerazioni regionali, della scelta di puntare sul privato. Ma mi lasci ricordare che i malati di Bergamo oggi sono accolti negli ospedali in Sicilia o in Puglia e che dei quasi ottomila medici che si sono fatti avanti per dare una mano in Lombardia, moltissimi sono del Sud. Tutto il Paese sta dando una prova di responsabilità».

 

Ma i reparti nelle regioni del Sud sono pronti?

«Stiamo lavorando giorno e notte perché lo siano. Questa settimana dovrebbe entrare a regime l' approvvigionamento di macchinari e andranno distribuiti su tutto il territorio nazionale. Domenico Arcuri, il commissario straordinario, conosce bene le criticità del Sud. Lui rappresenta una garanzia».

ITALIA - LE DIFFERENZE NORD SUD

 

Molti a Sud lavoravano in nero e oggi stanno perdendo il loro reddito. Come si aiutano?

«Inutile nasconderselo, l' economia meridionale ha una vasta zona grigia di sommerso che ha riflessi anche sull' economia legale. E le misure che il governo ha messo in campo fin qui hanno privilegiato l' emerso, com' era inevitabile. Ma se la crisi si prolunga dobbiamo prendere misure universalistiche per raggiungere anche le fasce sociali più vulnerabili: le famiglie numerose, oltre a chi lavorava in nero. Non basta la cassa integrazione in deroga per gli artigiani».

 

A che strumenti pensa?

open fiber fibra ottica

«Va fatto di più sulle infrastrutture sociali e per ridurre i divari. Per la verità, lo avevamo messo in cantiere nel piano Sud 2030. Tragedie come questa uniscono un Paese, ma ne mettono anche in risalto le linee di faglia. Ad esempio, fra chi può lavorare in smart working e chi subisce un divario digitale».

 

Non c'è un progetto di una società a partecipazione pubblica come Open Fiber per portare la banda larga in tutt' Italia?

«Per le reti internet si sono fatte gare al massimo ribasso, con il risultato che l'azienda vincitrice non ha fatto gli investimenti necessari per andare avanti nei tempi previsti.

Anche perché il costo di quegli investimenti era più alto delle penali per i ritardi. Ma così si crea il divario digitale e un modello di sviluppo concentrato in alcune aree urbane ad alta densità. Lo vediamo che svantaggio è per gli abitanti delle zone sfavorite, le aree interne, il non avere un' infrastruttura digitale moderna. Vale per il Sud, come per il Centro-Nord».

 

coronavirus, il video messaggio di ursula all'italia 1

Ursula von der Leyen dice al «Corriere» che ci sono 11 miliardi di fondi europei che l'Italia non potrebbe più usare, ma ce li lascia. Per cosa?

«La frase della presidente della Commissione era un po' imprecisa. Quelle risorse non erano perse ed eravamo già impegnati a spenderle. Ma abbiamo bisogno di mobilitare tutte le risorse disponibili, per questo è fondamentale usare per l'emergenza anche quei fondi: acquisto di attrezzature medicali, sostegno al reddito dei lavoratori e misure di inclusione, sostegno alla liquidità delle imprese, anche sul circolante. Ma l' Unione europea non pensi di cavarsela solo con le poche risorse della politica di coesione o l'allentamento sugli aiuti di Stato, pur necessario».

 

Cos'altro può fare l'Europa?

lagarde merkel macron

«L' Italia non può finanziare illimitatamente a debito questa crisi. Per uscirne abbiamo bisogno di un piano europeo di investimenti coordinato. Ecco perché gli eurobond o un uso del fondo salvataggi Mes depurato da ogni condizionalità».

 

La Germania accetterà queste idee?

«Non siamo più nella logica del 2011. Il Patto di stabilità è sospeso, oggi l' Europa come vincolo non esiste più. Si è aperta una partita politica nuova e Germania e Italia si trovavano già entrambe in difficoltà prima della pandemia, ma ora una risposta europea coesa diventa davvero essenziale. Fuori dal tempo mi sembrano semmai i sovranisti: gli stessi che non volevano l' Europa, ora protestano perché non ce n' è abbastanza».

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)