1. NON È STATA UNA BUONA IDEA LA DURA NOTA DI RE GIORGIO CONTRO LO STALLO SU CONSULTA E CSM. COME NON È STATA UNA GRANDE TROVATA L’INCONTRO TRA RENZI E IL BANANA PER SUGGELLARE UN NUOVO PATTO DEL NAZARENO. I FRONDISTI DI ENTRAMBI I PARTITI HANNO IMMEDIATAMENTE RISPOSTO IMPALLINANDO ANCORA UNA VOLTA LA COPPIA DI CANDIDATI MANDANDO UNA SONORA PERNACCHIA AL QUIRINALE E AI DUE LEADER CHE TANTO SI PIACCIONO 2. IL PROBLEMA PRINCIPALE CE L’HA IL GOVERNO, CHE DEL PATTO HA BISOGNO COME IL PANE. LA RIFORMA DEL LAVORO PER DECRETO LEGGE NON HA I VOTI NECESSARI PERCHÉ HA CONTRO MEZZO PD, QUELLO LEGATO ALLA CGIL. E PER PORTARE A CASA LA RIFORMA E SALVARSI COSI' DALLA MANNAIA DELLA TROIKA CI VORRANNO I VOTI DI FORZA ITALIA, CHE NON VEDE L’ORA DI OFFRIRLI E POTER DIRE DI AVER SALVATO IL GOVERNO PER IL BENE DELL’ITALIA. E’ CONTRO QUESTO SCHEMA CHE DECINE DI DEPUTATI STANNO VOTANDO NEL SEGRETO DELL’URNA

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

Luciano Violante Luciano Violante

Forse non è stata una gran buona idea la dura nota del Quirinale contro lo stallo per le votazioni su Consulta e Csm. E forse non è stata neppure una grande trovata l’incontro tra Renzie e il Banana per suggellare un nuovo Patto del Nazareno. I frondisti di entrambi i partiti hanno immediatamente risposto impallinando ancora una volta la coppia di candidati Luciano Violante-Donato Bruno e hanno di fatto mandato una sonora pernacchia al Quirinale e ai due leader che tanto si piacciono.

 

Il problema è che il Patto del Nazareno non va giù alle minoranze di Pd e Forza Italia perché consente a Renzie e Berlusconi di comandare nei rispettivi schieramenti facendo sponda l’uno sull’altro. Ma il problema principale ce l’ha il governo, che del patto ha bisogno come il pane. Adesso che interverrà sulla riforma del lavoro per decreto legge, rischia di non avere i voti necessari perché mezzo Pd, quello più legato alla Cgil, si metterà di traverso. E allora per portare a casa la riforma ci vorranno i voti di Forza Italia, che non vede l’ora di offrirli e poi dire di aver salvato il governo per il bene dell’Italia. E’ contro questo schema che decine di deputati stanno votando nel segreto dell’urna.

 

Donato Bruno Donato Bruno

 

2. SORDI AI RICHIAMI DI RE GIORGIO

Lui monita e loro se ne strafregano: “Napolitano: no alle pretese settarie. Ma Violante e Bruno non passano. Su Consulta e Csm interviene il Qurinale: gravi interrogativi. E’ la dodicesima fumata nera. La ricerca dei voti di Sel e Lega” (Corriere, p. 2). Anche Repubblica racconta la caccia ai voti: “E per neutralizzare gli irriducibili si tratta con Vendola e Lega. Dal Quirinale telefonate a Renzi e Berlusconi. Brunetta: ‘Senza voti esterni non se ne esce” (p. 2). Sulla Stampa, “L’indignazione del Colle: Si colpiscono le garanzie dei quorum qualificati” (p. 6). Il popolo freme. Il Giornale osa toccare il tema delle dimissioni di Re Giorgio: “Napolitano striglia le Camere e torna l’incognita dimissioni. Duro monito del capo dello Stato al Parlamento: se lo stallo sulle nomine continua ‘ci saranno conseguenze’. Si moltiplicano le voci di un abbandono forse già a gennaio” (p. 4).

 

 

3. IL NUOVO NAZARENO

RENZI NAPOLITANORENZI NAPOLITANO

Renzie e l’ex Cavaliere tornano a incontrarsi e aggiornano il patto di ferro che li lega dal 18 gennaio: “Nuovo patto tra Renzi e Berlusconi sull’Italicum. Nell’incontro a Palazzo Chigi il leader di Fi ha chiesto garanzie: niente voto anticipato. Intesa per accelerare l’iter e abbassare al 4% la soglia per i partiti che si alleano. L’esame al Senato del testo della Camera rivisto dovrebbe iniziare la prossima settimana” (Corriere, p. 5). Per Repubblica, “Berlusconi dal premier per i cambi all’Italicum. ‘Ti aiuto pure sul lavoro’, ma Matteo dice no. Accordo su nuove soglie e iter veloce della riforma elettorale. Il capo di Forza Italia elogia la svolta garantista del governo. Guerini: di giustizia non s’è parlato” (p. 4). Anche il Messaggero riferisce dell’offerta del Cavaliere sull’articolo 18 e parla di “reazione tiepida” del premier (p. 3).

 

Il Cetriolo Quotidiano vede un super-accordo tra Pittibimbo e il Banana: “Mille giorni di B. e Matteo. Il Nazareno raddoppia. Incontro di un’ora e un quarto a Palazzo Chigi. Silvio offre il soccorso azzurro su economia, lavoro e Italicum. La chiusa: ‘Andiamo come treni” (p. 3).

napolitano berlusconinapolitano berlusconi

Interpretazione un po’ trionfalista sul Giornale di casa Berlusconi: “Patto salva Italia. Vertice Berlusconi-Renzi. Economia, lavoro e giustizia: Forza Italia pronta a dare una mano valutando caso per caso” (p. 1).

 

 

4. COME TI RIFORMO IL LAVORO

Il governo comincia a muovere le proprie pedine sulla riforma del lavoro: “Niente articolo 18 per i neoassunti’. Arriva il contratto a tutele crescenti. Camusso: lo sciopero? Non è escluso. Sarà l’esecutivo con i decreti delegati a definire i contenuti della riforma. Bonanni: ‘Si deve far pulizie delle truffe in cui sono incappati i giovani” (Corriere, p. 10). Di ottimo umore l’alfaniano Sacconi, che intervistato dal Corriere dice: “Il reintegro è superato, mi fido di Renzi” (p. 11). Problemi a sinistra: “Il Pd si spacca, sindacati verso lo sciopero” (Repubblica, p. 7).

 

berlusconi renziberlusconi renzi

Su Repubblica ecco le meraviglie della riforma: “Sussidio di disoccupazione e centri per l’impiego rafforzati, così sarà superato l’articolo 18. A partire dal 2015 indennizzo monetario al posto del reintegro. Il sostegno dello Stato solo se si accetta un nuovo impiego. Già in fase di elaborazione i decreti attuativi. Rivoluzionati gli ammortizzatori sociali. Resterà in vita solo la cassa integrazione ordinaria, scompariranno quelle in deroga e la mobilità” (p. 6).

 

La Stampa, ancora commossa dalla visita di ieri del premier, si supera: “Nuovi contratti, Renzi supera l’articolo 18. “Costoso, efficace e severo, ecco il modello che piace all’Italia. In Danimarca mano libera alle aziende e politiche attive per il reimpiego” (p. 2). S

 

 

5. IL NIGER-GATE DELL’ENI

BRUNETTA BRUNETTA

Nonostante l’ampia copertura politica offerta da Renzie, Eni ancora costretta a giocare in difesa sulla Nigeria (e non solo). Repubblica: “Eni, tangenti anche in Algeria e Canada. I pm: ‘Scaroni sapeva’. L’email dell’ex numero uno di Saipem: ‘Paolo, meglio non incontrarsi a Parigi’. L’accusa ipotizza il pagamento di mazzette per 197 milioni di euro” (p. 23).

Intanto Descalzi ingaggia l’ex ministro Paola Severino, avvocato dei poteri forti, come difensore di fiducia (Corriere, p. 23). Mentre il Cetriolo Quotidiano ripercorre tutta la storia a beneficio del premier: “Eni, i mediatori e gli sms di Descalzi spiegati a Matteo. Il premier difende l’ad che ha scelto pochi mesi fa ma forse non conosce l’incredibile storia di quel grande affare che è il giacimento Opl 245” (p. 6).

 

 

claudio descalzi claudio descalzi

6. PIOVE SEMPRE SULL’EXPO

Altri guai giudiziari per l’Expo di Milano: “Indagato l’uomo di Padiglione Italia. Milano, ad Acerbo contestate corruzione e turbativa d’asta. ‘Utilità economiche da Maltauro per l’appalto delle ‘Vie d’acqua’. Il suo nome anche nell’indagine sulla Cupola. Cantone: ‘Se resta al suo posto è un problema’. Pisapia: ‘Faccia un passo indietro’. Il nuovo colpo arriva ad appena sette mesi dall’inaugurazione dell’Esposizione. Tra i favori ricevuti dal manager anche una consulenza da 30mila euro per il figlio” (Repubblica, p. 23). Sul Cetriolo Quotidiano, “Cantone: è un problema. E va dai pm. In campo l’Autorità anticorruzione: ‘Ma per ora escludo un nuovo commissariamento” (p. 5).

 

 

7. SILENZIO, PARLA IL MITICO CAPROTTI

Meravigliosa intervista di Mister Esselunga, Bernardo Caprotti, su Repubblica. Ecco che dice di Renzie: “Per ora ho visto poco. Renzi è intelligente ed è stato un buon sindaco. Non deve fare l’errore di Berlusconi, uomo leale e generoso, che si è illuso di poter cambiare il Paese solo con la propria forza di volontà. A livello di intenzioni, mi piace quello che Renzi sta cercando di fare sul lavoro”. Poi, sul lavoro: “L’articolo 18 è una piccola parte del problema, ne faccia ciò che vuole. L’importante è scardinare davvero la morsa di burocrazia, divieti e resistenze sindacali che strangola le imprese” (p. 27).

giuliano pisapiagiuliano pisapia

 

 

8. ULTIME DA MEDIOSBANCA

Ieri riunione del cda di Mediobanca e importanti novità sul fronte delle partecipazioni salottiere: “Mediobanca dice addio a Rcs e Telco. Il cda: partecipazioni azzerate entro giugno 2015. Tornano utile e cedola, arriva una vice donna”, Elisabetta Magistretti, in quota Unicredit. Intanto “in Rizzoli cominciano le schermaglie per il nuovo cda. Continuano i contatti con gli spagnoli di Vocento per una fusione con Unedisa (El Mundo e Marca)” (Repubblica, p. 33). Anche il Sole sottolinea la prossima uscita di Piazzetta Cuccia da Telecom e Rcs e aggiunge: “Mediobanca chiude il bilancio 2013-2014 con profitti netti per 465 milioni e il ritorno al dividendo (0,15 euro per azione)” (p.1 dorso Finanza&Mercati).

bernardo caprotti esselunga bernardo caprotti esselunga

 

Alla fine, Kaki Elkann e Dieguito Della Valle rimarranno da soli a litigare per il Corriere.

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