bertone bergoglio

MISTERI DELLA FEDE - PROFITI RICORRE IN APPELLO CONTRO LA CONDANNA PER L’ATTICO DI BERTONE. HA 4 GIORNI DI TEMPO, MA IL TRIBUNALE VATICANO DEPOSITERA’ LA SENTENZA TRA QUALCHE MESE. CONTRO COSA RICORRE? – EPPOI, NON SI E’ MAI VISTO CHE RISCHIA SOLO CHI HA PAGATO LA RISTRUTTURAZIONE E NON L’UTILIZZATORE FINALE, CIOE’ IL CARDINALE…

 

Franca Giansoldati per Il Messaggero

 

TARCISIO BERTONE

L’ex presidente della Fondazione Bambino Gesù, Giuseppe Profiti e il suo avvocato, Antonello Blasi, hanno fatto ricorso in appello, come avevano annunciato sabato scorso, contro la sentenza emessa dal Tribunale Vaticano per il processo sulla ristrutturazione dell'appartamento del cardinale Tarcisio Bertone. L’istanza è stata depositata presso la cancelleria del Tribunale Vaticano.

 

Profiti inizialmente imputato per peculato è stato condannato dai magistrati per abuso d’ufficio (un anno di reclusione, con sospensione condizionale della condanna per cinque anni; interdizione temporanea dai pubblici uffici per un anno e alla multa di cinquemila euro). Il secondo imputato, l'ex tesoriere Massimo Spina, è stato invece assolto «per non avere commesso il fatto».

 

La Radio Vaticana ha rilevato che Profiti, secondo l'ordinamento giuridico vaticano, ha ancora quattro giorni di tempo per depositare le motivazioni del ricorso (che dovrà depositare anche senza sapere quali sono le motivazioni della sentenza attesa tra qualche mese). Radio Vaticana precisa che solo a quel punto verrà  data comunicazione formale alla Corte d’appello. Il nuovo processo potrà  essere calendarizzato solo quando il Tribunale avrà  depositato le cosiddette motivazioni della sentenza.

 

ATTICO DI BERTONE

La complicata vicenda della ristrutturazione della maxi casa di Bertone (400 metri quadri) situata a palazzo San Carlo continuerà probabilmente a dare filo da torcere alla magistratura di Papa Francesco. La vicenda processuale finora è andata avanti per tre mesi sollevando a più riprese imbarazzati silenzi, incongruenze, omissioni e persino la falsa testimonianza in aula di due testimoni. Il processo del resto non prometteva nulla di buono sin dall'inizio.

 

Il cardinale Bertone per disinnescare il rischio di essere chiamato a testimoniare aveva depositato un corposo memoriale in cui descriveva per filo e per segno le complicate vicende interne al Vaticano. Un memoriale che non è mai stato pienamente accessibile agli avvocati della difesa. A questo si sono aggiunti altri documenti scarsamente accessibili, mentre nel corso delle udienze persino alcuni testimoni si sono rifiutati di parlare adducendo segreti cruciali capaci di mettere a repentaglio la «sicurezza militare, economica e finanziaria del piccolo stato pontificio».

 

BERTONE PROFITI

Fin dall'inizio ogni passaggio è stato segnato dalla assenza di due cardinali: Tarcisio Bertone e Giuseppe Bertello, quest'ultimo a capo del Governatorato, proprietario dell'immobile. Entrambi erano a conoscenza dei problemi in corso per la ristrutturazione, ma nessuno ha voluto appurare se per caso fossero stati sollecitati i pagamenti delle fatture per i lavori. Il tempo scadeva, gli operai della ditta subappaltatrice andavano pagati altrimenti la casa non sarebbe mai stata terminata in tempo per il trasloco.

 

Si registrarono pressioni da più parti, compreso l'ordine diramato da Papa Francesco di fare presto: Bertone doveva lasciare libera la dimora in uso al segretario di Stato. In questa cornice le  fatture sono state emesse due volte ma pagate sempre allo stesso imprenditore, Giuseppe Bandera, un costruttore ligure legato a Bertone, che in quel periodo aveva parecchi guai economici, tanto che alcune sue società, una delle quali con sede a Londra, finirono in concordato preventivo proprio mentre era in corso la ristrutturazione. I 400 metri quadri erano da suddividere in due aree, una privata per il cardinale e le suore e una ala di rappresentanza da utilizzare per cene di beneficenza e raccogliere denaro da destinare all'ospedale Bambino Gesù.

ATTICO DI TARCISIO BERTONE

 

Il progetto di fund raising  era stato ideato dall'ex manager del Bambino Gesù, Giuseppe Profiti ma aveva ricevuto il placet del cardinale Bertone, suo diretto superiore, come del resto si legge nel memoriale: «Per quanto riguarda all'aspetto relativo al rapporto con il professore Giuseppe Profiti, la vicenda è molto semplice. La tesi del professore Giuseppe Profiti (per cui tale ricerca era comunque a favore dell'Ospedale Bambino Gesù, per continuare in modo nuovo le iniziative di promozione, di beneficenza e di reperimento foni) fa capo a un'idea di quest'ultimo, ma, per parte mia, vigeva la rigorosa clausola di cui si è detto, e cioè il non pesare assolutamente sulla Fondazione Bambino Gesù. L'accusa di aver usato soldi della Fondazione Bambino Gesù é menzognera ed infamante, considerata la passione con cui da sempre ho preso a cuore l'attività dell'Ospedale e le iniziative di promozione e reperimento fondi a suo favore».

BERTONE-BERGOGLIO

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....