1- MERAH È USCITO DAL BAGNO SPARANDO CONTRO LA POLIZIA, QUINDI È SALTATO DALLA FINESTRA ARMATO, CONTINUANDO A SPARARE ED È STATO TROVATO MORTO AL SUOLO 2- DURANTE L’ASSALTO, FERITI 2 TESTE DI CUOIO - LE FORZE SPECIALI: “SPARAVA CON UNA VIOLENZA E UN’INTENSITÀ MAI VISTA” - “CI HA DETTO CHE LA MORTE NON GLI FACEVA PAURA” 3- "FINO ALLE 22:45 DI IERI, MERAH CI HA LASCIATO PENSARE CHE SI SAREBBE ARRESO. MA ALL'ULTIMO CONTATTO CON LE FORZE SPECIALI FRANCESI HA FATTO SAPERE CHE CAMBIAVA ATTEGGIAMENTO E CHE NON SI SAREBBE ARRESO. CI HA DETTO CHE CI AVREBBE FATTO PAGARE CARO IL SUO ARRESTO E CHE LA MORTE NON GLI FACEVA PAURA" 4- E ORA CAMBIERÀ LA CORSA ALL’ELISEO: IN GINOCCHIO HOLLANDE, IN VOLO SARKOZY, DA QUATTRO GIORNI IN DIRETTA TELEVISIVA, “PADRE” DELLA FRANCIA IN LUTTO CHE IN QUARANTOTTO ORE HA SCOVATO IL TERRORISTA ISLAMICO AUTORE DI UNA STRAGE IGNOBILE

IL VIDEO CON LE RAFFICHE DI MITRA: È L'ATTO CONCLUSIVO DEL BLITZ
Da "Ansa.it" - http://bit.ly/GOGvko

Da "Ansa.it"

Il killer che ha ucciso sette persone, di cui tre bambini, a Tolosa e Montauban, è morto in seguito ad un'operazione della polizia durata 32 ore, durante le quali Mohammed Merah è rimasto barricato nel suo appartamento.

Due uomini del Raid (le teste di cuoio francesi, n.d.r.) rimasti feriti durante l'assalto nella casa del killer di Tolosa.

Merah è uscito dal bagno sparando contro la polizia, quindi è saltato dalla finestra armato, continuando a sparare ed è stato trovato morto al suolo. Lo ha detto il ministro dell'Interno Claude Gueant al capannello di giornalisti a Tolosa.

Il killer di Tolosa si era nascosto nel bagno e quando la porta è stata aperta dai poliziotti ha risposto "con estrema violenza". L'uomo è poi "saltato dalla finestra con un'arma" continuando a sparare. Lo ha detto il ministro francese degli Interni, Claude Gueant.

"Fino alle 22:45 di ieri, Merah ci ha lasciato pensare che si sarebbe arreso. Ma all'ultimo contatto con gli uomini del Raid (le teste di cuoio francesi, n.d.r.) ha fatto sapere che cambiava atteggiamento e che non si sarebbe arreso. Ci ha detto che ci avrebbe fatto pagare caro il suo arresto e che la morte non gli faceva paura". Lo ha riferito il ministro francese dell'Interno, Claude Gueant.

Merah sparava contro gli agenti "con una violenza e una intensità" che un poliziotto delle forze speciali francesi "non aveva mai visto": ha detto il ministro francese dell'Interno, riportando la testimonianza di un agente delle unità di elite presente nell'appartamento del killer di Tolosa.

 

2- CORSA ALL'ELISEO STRAVOLTA SALE LA DOMANDA D'ORDINE LA SINISTRA DOVRÀ ADEGUARSI O SARÀ SCONFITTA
Massimo Nava per il "Corriere della Sera"

Cambieranno probabilmente anche i sondaggi in base all'atteggiamento e all'esposizione mediatica dei candidati stessi, a cominciare da Nicolas Sarkozy, da quattro giorni in diretta televisiva, nella doppia veste di «padre» della Francia in lutto e candidato alla rielezione. Magari come primo flic e campione della sicurezza nazionale, il terreno su cui ha costruito le sue fortune: da quando, giovane sindaco, riuscì a liberare una classe di bambini tenuti in ostaggio da un bandito in una scuola di Neuilly-sur-Seine a quando, da ministro degli Interni, prometteva di ripulire le periferie in rivolta. È un fatto che il terrorista sia stato scovato in quarantotto ore.

Dopo essersi preoccupati per tasse, spread e disoccupazione e ascoltato distrattamente promesse e programmi, i francesi sono precipitati nell'incubo del terrorismo di matrice islamica e nell'angoscia dell'insicurezza delle loro case, delle loro scuole, delle loro città, persino delle loro caserme e dei loro soldati. Con lucida follia, il giovane jihadista ha centrato in un unico disegno tutte le problematiche e i nervi scoperti del Paese.

Ha colpito la comunità ebraica, ha ucciso soldati, come lui di origine maghrebina e di religione musulmana, che come lui si chiamavano Mohamed, «colpevoli» di aver servito la Francia in Afghanistan, ha seminato velenosi presupposti perché il dibattito elettorale scivoli sulle maglie permeabili dell'apparato di sicurezza (il giovane erano noto alla polizia per precedenti penali e soggiorni in Pakistan e Afghanistan), sulla consistenza (e tolleranza) dell'islamismo radicale nelle banlieues, persino sul coinvolgimento della Francia nelle operazioni militari all'estero.

Il terrorista ha parlato di vendette e punizioni, ha voluto innescare nella sensibilità collettiva il germe della confusione fra Islam e terrorismo e rendere più fragili i rapporti fra le più grandi comunità ebraiche e musulmane d'Europa. Ce ne è abbastanza perché non sembri cinico o di cattivo gusto interrogarsi sugli effetti nella campagna elettorale.

Il presidente Sarkozy ha rivolto un accorato appello a evitare strumentalizzazioni di ogni genere, ma è un'evidenza che i francesi non si esprimeranno soltanto sulla sua figura o sul bilancio della legislatura, bensì sulla sua credibilità come capo dello Stato e garante dei valori della Repubblica oggi minacciati.

Così come è evidente che tentativi di comprensione sociologica della scia di sangue verranno interpretati come angelica debolezza o peggio complicità intellettuale. Un'evidenza che spingerà anche la sinistra sul piano inclinato della domanda di ordine, salvo candidarsi alla sconfitta. Puntualmente, Marine Le Pen, candidata del Fronte nazionale, chiama alla «guerra» contro i gruppi fondamentalisti religiosi che a suo dire prosperano sul suolo francese.

Gli effetti delle stragi di Tolosa e Montauban travalicano i confini della Francia, non solo perché le scelte elettorali dei francesi avranno un peso non secondario nelle scelte e nelle prossime scadenze degli europei. Il terrorista ha colpito valori di tolleranza, integrazione e dialogo religioso che appartengono alla cultura europea, ma che non tutti gli europei sono disposti a difendere.

Soprattutto se investiti da un messaggio moltiplicatore di pregiudizi, rancori, diffidenze. Soprattutto se scoprono che la minaccia non viene da un altro pianeta e nemmeno da territori verso i quali si vorrebbero alzare nuove barriere, ma è un cittadino europeo, un francese di seconda generazione che uccide altri francesi di seconda generazione, un anonimo e insospettabile vicino di casa, inquilino in un quartiere dignitoso.

Non c'è nemmeno bisogno di attribuirgli una straordinaria lucidità o intelligenza: la «banalità del male» di cui parla Hannah Arendt si nutre di meccanismi d'imitazione, propaganda, stereotipi, fantasmi. E forse anche di nostri errori e orrori, se ricordiamo le macerie dell'Iraq e dell'Afghanistan, le migliaia di vittime civili catalogate come danni collaterali, lo spregio della religione e le torture, le stragi di bambini, la fotografia di un gruppo di marines che urina sui cadaveri dei talebani.

 

BLITZ MERAH jpegBLITZ MERAH LA CASA jpegBLITZ MERAH LA CASA jpegASSALTO A TOLOSAMOHAMED MERAHSTRETTA DI MANO TRA SARKOZY E HOLLANDE BLITZ MERAH MOHAMED MERAHTOLOSA TOLOSA Teste di cuoio in azioneMARINE LE PENBLITZ MERAH

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO