mario draghi emmauel macron olaf scholz

“TRA PARIGI E BERLINO LA CRISI È ORMAI APERTA” – “LE MONDE”: “LE DIVERGENZE TRA LE DUE CAPITALI SI MOLTIPLICANO SU DOSSIER LEGATI ALLA DIFESA E ALL’ENERGIA” – IL VERTICE INTERGOVERNATIVO PREVISTO PER LA PROSSIMA SETTIMANA È STATO CANCELLATO, E TRA OGGI E DOMANI SI PROSPETTA UNO SCONTRO SUL PRICE CAP AL CONSIGLIO EUROPEO. DRAGHI PROVERÀ A MEDIARE E SPINGERE SUL TETTO “DINAMICO”. MA È IL SUO ULTIMO VERTICE. SENZA “MARIOPIO”, CON IL MOTORE FRANCO-TEDESCO IN PANNE, L’UE SARÀ IN STALLO. O MEGLIO, TORNERÀ A COMANDARE BERLINO…

MACRON - DRAGHI - SCHOLZ A KIEV

1 - LE MONDE, 'PARIGI VUOLE IL PRICE CAP, CON BERLINO CRISI APERTA'

(ANSA) - Nel giorno del consiglio europeo di Bruxelles, il quotidiano francese Le Monde consacra il titolo di apertura alla crisi "aperta" tra Germania e Francia, prima e seconda economia della zona euro.

 

"Tra Parigi e Berlino, una crisi ormai aperta", scrive il giornale, evocando tra l'altro la decisione di Emmanuel Macron e di Olaf Scholz di rinviare a data da destinarsi il tradizionale consiglio dei ministri franco-tedesco inizialmente previsto per il 26 ottobre a Fontainebleau, a sud di Parigi.

 

emmanuel macron olaf scholz

Il grande quotidiano parigino, tradizionalmente in edicola a metà giornata, sottolinea che "le divergenze tra le due capitali si moltiplicano su dossier legati alla difesa e all'energia, nell'attuale contesto di guerra in Ucraina".

 

Tra l'altro, come l'Italia, anche la Francia è fortemente impegnata per l'adozione del price cap sull'energia al livello Ue, una prospettiva a cui la Germania si oppone assieme ai Paesi Bassi. Ma non è tutto. Anche i "programmi militari franco-tedeschi arrancano, mentre Berlino si è impegnata in un progetto di scudo antimissile rifiutato dalla Francia", scrive Le Monde, secondo cui Macron è "seccatissimo per l'annuncio fatto dal cancelliere sull'attuazione di uno scudo tariffario da 200 miliardi di euro sull'energia". "Parigi spinge per un tetto al prezzo del gas durante il summit di Bruxelles, sperando di isolare Berlino ostile ad un tale progetto", conclude Le Monde.

 

ZELENSKY - DRAGHI - SCHOLZ - MACRON

2 - VACILLA L'ALLEANZA PARIGI-BERLINO, VERTICE IN BILICO

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

Potrebbe essere rinviato l'annuale vertice intergovernativo tra Francia e Germania, previsto per la prossima settimana a Fontainebleau.

 

Causa del rinvio, preso in considerazione dalla parte francese, sarebbe l'assenza di progressi su dossier cruciali della cooperazione tra Berlino e Parigi, in primis energia e difesa, che avrebbero dovuto dare sostanza a una dichiarazione congiunta mirata a promuovere nuove iniziative a livello bilaterale ed europeo.

 

mario draghi ursula von der leyen

Trattandosi dell'appuntamento più rituale e simbolico dell'intesa franco-tedesca, un aggiornamento a data da destinarsi sarebbe forse il segnale più forte del difficile momento attraversato da quello che da sempre è considerato come il motore della costruzione europea.

 

Gli esempi di crescente divaricazione politica e interessi in conflitto si accavallano. Il rifiuto della Francia di aderire al progetto di uno scudo missilistico europeo lanciato dalla Germania insieme a 14 Paesi, segue la scelta di Olaf Scholz di recarsi da solo a Pechino ai primi di novembre (accompagnato da uno stuolo di imprenditori tedeschi) invece di andarci insieme a Emmanuel Macron, come questi gli aveva proposto.

 

mario draghi olaf scholz emmanuel macron 2

Ancora, Berlino appoggia convinta la realizzazione del nuovo gasdotto Midcat Pipeline, che dalla Penisola Iberica porterà metano (e poi idrogeno verde) nel Nord Europa, mentre Parigi lo osteggia offrendo in alternativa la sua energia nucleare. Segnano intanto il passo progetti come il Future combat air system, il caccia multiruolo franco-tedesco-spagnolo cui Berlino sembra ora preferire gli F-35 americani, e il Main Ground Combat System, il nuovo carro armato franco-tedesco che entro il 2035 dovrebbe rimpiazzare i Leclerc e i Leopard 2. Ben oltre i singoli episodi, è la guerra in Ucraina a destabilizzare il rapporto tra Francia e Germania, dando un carattere strutturale al malessere che lo segna.

 

mario draghi ursula von der leyen

Parigi fa buon viso a cattivo gioco, cercando di capire in qualche modo le ragioni e le difficoltà dell'alleato tedesco, che vede vacillare il suo modello economico fin qui fondato sull'energia russa a basso costo e sull'inesauribile mercato cinese. Ma al fondo, più la guerra continua, più l'Occidente sostiene l'Ucraina portandola nella propria orbita, più il centro di gravità dell'Europa si sposta verso Est e verso Nord, diminuendo il significato della coppia franco-tedesca e ponendo sfide diverse a Parigi e Berlino.

IOANNIS - DRAGHI - ZELENSKY - MACRON - SCHOLZ

 

 

3 - LA CRISI TRA PARIGI E BERLINO È GRAVE, SENZA DRAGHI LO SARÀ DI PIÙ

Estratto dell’articolo di David Carretta per www.ilfoglio.it

 

 

[…] Lo stallo franco-tedesco sta compromettendo la capacità di risposta dell’Ue alla crisi del prezzo dell’energia. “In molti settori della politica industriale non c’è coincidenza tra le posizioni dei due paesi, per esempio per il diverso mix energetico”, spiega al Foglio un diplomatico europeo.

 

emmanuel macron olaf scholz

Quando non c’è un’intesa preliminare tra Parigi e Berlino, Ursula von der Leyen si muove solo se ha il via libera della Germania. Così si spiega il ritardo su un price cap dinamico sul gas o l’ostilità alla proposta di Paolo Gentiloni e Thierry Breton di lanciare uno strumento di debito comune stile Sure.

 

Le difficoltà elettorali del ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, incidono “molto” sulle esitazioni del governo Scholz nell’Ue, dice il diplomatico. Il Consiglio europeo di oggi rischia così di concludersi con un’intesa solo su mezze misure. Nell’Ue conta più il peso dei numeri.

mario draghi charles michel ursula von der leyen

 

“La maggioranza oggi è formata da un solo paese, la Germania. Due se si aggiungono i Paesi Bassi”, ironizza un funzionario: “L’opposizione sono 17 paesi” (tra cui Italia e Francia). L’uscita di Draghi dalla scena europea aggraverà il problema. Il presidente del Consiglio, con i membri del suo governo, ha saputo creare coalizioni (come il gruppo dei 15 sul price cap) e fare pressioni sulla Commissione per muoversi, anche se con ritardo. “Senza Draghi, con il motore franco-tedesco in panne, lo stallo totale è più probabile”, dice il funzionario.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…