TE LE DO IO LE INTERCETTAZIONI (AMERICAN LESSON) – BRUNO TINTI: QUANDO AVREMO IN ITALIA UN PETRAEUS? NON UNO CHE METTE LE CORNA ALLA MOGLIE (DI QUELLI NE ABBIAMO ANCHE TROPPI), MA UNO CHE POI SE NE SCUSA E SI DIMETTE, SENZA ATTACCARE LA GIUSTIZIA O LA STAMPA PER AVER VIOLATO LA SUA PRIVACY - E PENSARE CHE IL GENERALE È STATO INTERCETTATO PER INIZIATIVA DELL’FBI, NON DI UN TRIBUNALE - NEGLI USA OGNI GIORNO CI SONO 1,7 MLD DI INTERCETTAZIONI, DA NOI MENO DI 10 MILA L’ANNO…

Bruno Tinti per il "Fatto quotidiano"

Ancora non sappiamo bene come siano andate le cose. Chissà se il generale Petraeus, direttore della Cia (probabilmente l'uomo più potente del mondo) ha dato le dimissioni perché la sua storia con Paula è venuta alla luce; o perché il suo collega generale Allen ha cercato di fargli le scarpe sfruttando l'amicizia con la signora Kelly; o perché si è deciso di farlo fuori dopo gli errori commessi nei disordini di Bengasi che erano costati la vita all'ambasciatore americano. Come che sia, la relazione con Paula è stata l'occasione, il pretesto, la ragione (a seconda di come è andata); e gli Stati Uniti avranno presto un nuovo capo della Cia.

In fondo a noi italiani di questa storia importa poco; come se le formiche del Serengeti si preoccupassero di chi è il nuovo capo branco degli elefanti. Però potrebbe importarci moltissimo se ci sforzassimo di ragionarci su.

1 - Nella sua lettera di dimissioni Petraeus ha scritto: " ... ho commesso un errore molto grave impegnandomi in una relazione extraconiugale. Tale comportamento è inaccettabile, sia nella veste di marito che di capo di un'organizzazione come questa (la Cia)".

Non ha scritto né fatto pubblicare sui giornali né raccontare in televisione che la sua relazione con Paula si era limitata a cene eleganti, che la sua vita privata era stata indegnamente spiata e che essa non aveva nulla a che fare con il suo ruolo pubblico. Non ha mentito; né al presidente degli Stati Uniti né al popolo americano. Non ha confinato l'etica in una sfera irrilevante per la funzione pubblica. Non ha sostenuto, arrogantemente, che i cittadini non hanno il diritto di conoscere quanto avviene nella sua vita privata.

2 - Non sono state sollevate accuse penali nei confronti di Petraeus. E tuttavia egli si è dimesso. Non ha sostenuto che i suoi comportamenti non erano "penalmente rilevanti" e che comunque ogni cittadino ha diritto alla "presunzione di innocenza che vale fino alla sentenza definitiva".

Non ha (furbescamente) confuso la sfera politica con quella giudiziaria. Non ha fatto dipendere l'abbandono della sua altissima carica dalla decisione dell'autorità giudiziaria, per di più attaccandola con la massima violenza durante l'accertamento di eventuali comportamenti criminosi.

3 - Quale che sia la vera storia, è certo che il caso Petraeus è nato a seguito di intercettazioni: l'Fbi ha acquisito migliaia di mail scambiate tra Petraeus e Paola e tra Allen e Kelly. E chissà di quante altre verremo a conoscenza. L'Fbi, non l'autorità giudiziaria statunitense.

La polizia, dunque, non un giudice. Niente istanze motivate del pm all'interno di un processo penale; non provvedimenti del giudice di accoglimento o di rifiuto; niente di controllabile, dall'imputato e da chiunque altro ne sia coinvolto, secondo le rigorose norme del codice di procedura.

Semplicemente un funzionario che, a un certo punto ha pensato: "diamo una controllata a questo Petraeus, si sa mai che la sua relazione con Paula metta in pericolo la sicurezza nazionale". E poi: "controlliamo anche Allen e Kelly, hai visto mai ...". È così che negli Stati Uniti le forze di polizia eseguono ogni giorno 1.700.000.000 intercettazioni (Washington Post), tra conversazioni telefoniche, sms, e-mail e fax. Ma in Italia c'è gente che tuona alla morte della democrazia per meno di 10.000 intercettazioni all'anno (esclusi i processi contro ignoti, quelli per i quali non si sa chi sia da indagare; motivo per il quale si intercetta).

4 - La vita privata di tutte queste persone è stata raccontata a tutto il mondo dai più grandi giornali americani; e anche da quelli piccoli, ovviamente. E le tv degli Stati Uniti non sono state a guardare.

Nessuno, proprio nessuno, ha pensato (non scrivo osato; proprio non ha pensato) di criticare gli organi di informazione per "la gravissima invasione della vita privata", per "la violazione della riservatezza", per "la macelleria mediatica", per tutte le pseudo violazioni etiche e giuridiche che la fantasia dei nostri politici delinquenti (e anche libertini) ha etichettato con tanta indignazione. I cittadini degli Stati Uniti pensano che questa sia la funzione della stampa: dare informazioni; perché una democrazia presuppone cittadini consapevoli e non sudditi.

Tutte queste cose sono avvenute nella più evoluta democrazia del mondo, non nella Russia di Putin o nelle altre pseudo-democrazie con classi politiche ereditarie. Sfortunatamente l'Italia a queste somiglia, ogni giorno di più. Certe lezioni sono dure da imparare.

 

bruno tinti lapPetraeus e holly Resigns xxx paula e david petraeus petraeus david petraeus bush NATALIE KHAWAM GENERALE PETRAEUS SCOTT E JILL KELLEY E HOLLY PETRAEUS allen petraeus e leon panetta

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?