berlusconi mafia coppola

MORTI E FERITI NELLE TRINCEE AZZURRE: FABBRICA DI DISOCCUPATI IN FORZA ITALIA - LA DE GIROLAMO RECUPERATA IN EXTREMIS, A RISCHIO SCILIPOTI, NON CE LA FA ZANETTI (EX SCIOLTA CIVICA) – LA MELONI S'AFFIDA IL GIGANTE BUONO CROSETTO - SALVINI SI PARA IL CULO: NON SI CANDIDA NELL'UNINOMINALE MA SOLO NELLE LISTE PROPORZIONALI E SOLO AL SENATO

 

Emilio Pucci per il Messaggero

 

berlusconi con gli amministratori di forza italia 5

«Ma perché sono stato fatto fuori? Perché sono stato spostato? Perché sono terzo e non più secondo?». Il telefono ad Arcore ieri era bollente. Nei giorni scorsi c'è anche chi si è presentato ai cancelli di villa San Martino per perorare la causa della candidatura. «Sono avvilito. Non vedo l'ora di mettermi alle spalle questa fase e cominciare la campagna elettorale», ha spiegato ieri Berlusconi ai suoi. L'ex presidente del Consiglio anche per questo motivo ha lasciato il tavolo delle trattative sulle liste. Alla fine a quasi tutti gli uscenti ha manifestato riconoscenza. «Ma non posso garantire una corsa protetta», la risposta fornita a chi si è fatto sentire per protestare. 

 

SOMMERSI E SALVATI

YLENIA CITINO

Il Cavaliere ha iniziato l'operazione «rinnovamento a tappe». Molti uscenti infatti non ce la faranno, mentre per i nuovi è stato assicurato un collegio blindato. Capilista uomini azienda come Cannatelli, Galliani, Mulè. Posti certi per giovani come Cattaneo e Ylenia Citino (seconda nel proporzionale in Lombardia). Fuori qualcuno della vecchia guardia come Carraro, Razzi (che ha rifiutato la candidatura nella circoscrizione Esteri) e l'ex tesoriere del Pdl Crimi. In prima linea Gelmini e Carfagna.

 

NUNZIA DE GIROLAMO - BERLUSCONI - ANNAELSA TARTAGLIONE

Salvaguardata la pattuglia delle fedelissime come De Girolamo: nella notte si era ritrovata non più capolista in Campania ma solo seconda dopo Sibilia. E' volata ad Arcore in una corsa contro il tempo, e il Cavaliere l'ha protetta con il listino in Emilia. Salve anche Bernini, Biancofiore, Ravetto, Giammanco, Calabria, Savino. A rischio Scilipoti (in corsa in Puglia), Nitto Palma (in Sicilia) e altri che hanno combattuto fino alla fine per essere nella griglia. 

 

andrea ruggeri anna falchi

Fuori molti ex An come l'ex tesoriere alla Camera per otto anni Laffranco, Aracri, Di Stefano, Giorgetti, Martinelli. Premiati e anzi promossi i fedelissimi dell'ex premier come Giacomoni, il portavoce Barachini e l'ex europarlamentare Ronzulli. Ma anche nell'inner circle berlusconiano hanno dovuto fare i conti con i cambiamenti dell'ultima ora: Andrea Ruggeri, responsabile tv per FI si è trovato in una notte sbalzato nel Lazio in un collegio non blindato e non più capolista in Abruzzo dove è stato ripescato Rotondi.

licia ronzulli berlusconi

 

Nessun supporto ai verdiniani, qualche concessione agli ex Ap (dentro Formigoni e Cassano). Rientrano nel centrodestra a pieno titolo i promotori della quarta gamba Cesa, Fitto, Lupi, Costa, Romano (ma non ce la fanno Zanetti e Rabino). Ma è soprattutto FI ad aver pagato le tensioni sul dossier candidature. I partiti alleati non registrano particolari fibrillazioni sul territorio. 

 

BAGARRE AZZURRA

giulia bongiorno

Poche sorprese nella Lega: Salvini non tenterà la sfida dell'uninominale ma si candiderà, invece, nel plurinominale al Senato in cinque circoscrizioni in tutta Italia (dalla Sicilia alla Lombardia). Ha candidato Bossi al Senato nel collegio di Varese e ha messo in squadra fedelissimi come l'avvocato Giulia Bongiorno, l'economista no euro Alberto Bagnai, oltre ai collaboratori noti, Claudio Borghi e Armando Siri. Meloni (uninominale nel Lazio ma anche plurinominale, Milano centro), recupera il prezioso Crosetto, aggancia l'ex sindaco di Lecce Perrone e schiera al Senato sia La Russa che Santanchè. 

CROSETTO MELONI

 

Nel partito azzurro, invece, un po' dappertutto è scoppiata la bagarre. Si è dimesso il coordinatore delle Marche Ceroni per protesta contro i paracadutati. Non è in lista quello dell'Emilia, Palmizio. Proprio in Emilia c'è stata una corsa al paracadute e all'ultimo minuto l'ex deputato Martusciello ha dovuto cedere il passo a Bignami.

ENRICO ZANETTI

 

In Liguria respinto Cesa, la coordinatrice del Molise Tartaglione è traslocata in Puglia, in Calabria ha fatto rumore la candidatura del figlio del centrista ed ex sottosegretario Gentile, in Campania quella di Luigi Cesaro, della moglie di Mastella, Sandra Lonardo e del patron della Lazio, Lotito. In FI comunque hanno vinto Ghedini per le candidature al nord e Tajani per quelle al sud. Ma ora Berlusconi vuole voltare pagina: «FI può arrivare al 25% e la coalizione al 40. Dobbiamo puntare alla governabilità».

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?