UN FISCO PER L’ESTATE – MUGHINI: “SÌ, LO CONFESSO. SE MI ARRIVA UN ARTIGIANO LA CUI SPESA NON POSSO DEDURRE, SENZ’ALTRO LO PAGHERÒ IN NERO”

Giampiero Mughini per "Libero"

Caro Fisco, non ho ancora ricevuto il vostro modulo di cui leggo nei giornali in cui chiedete a noi contribuenti se in questi ultimi anni abbiamo pagato in nero un qualche artigiano, un qualche professionista, una qualche prestazione da noi richiesta. Non ci posso credere che voi facciate una tale richiesta da quanto è lapalissiano che ognuno di noi ha di certo pagato in nero un qualche idraulico, un qualche avvocato o dentista, una qualche prestazione che gli veniva offerta a miglior costo se non dichiarata in fattura.

Davvero non posso crederci che voi vi immaginiate un'Italia diversa da così, una quotidianità economica diversa da quella di cui sto dicendo. Non posso credere che voi vi immaginiate l'economia di tutti i giorni come un presepe, e non la lotta della giungla qual è. Una lotta in cui in molti risparmiano i cento euro da dare al fisco perché altrimenti perirebbero.

GIUSTA SEVERITÀ
Non fraintendetemi. Sono orgoglioso di pagare le tasse, e dunque di essere corresponsabile della comunità italiana di cui faccio parte. Ho qui alla mia sinistra, già preparata, la cartella con gli F24 con cui pagare Iva, Imu, chiusura del dovuto fiscale 2012, acconto Irpef per il 2013, monnezza e tutto. Di più. Non ho nulla contro il redditometro, contro il fatto che voi chiediate una spiegazione a chi spende oltre il 20 per cento più del reddito imponibile da lui dichiarato.

Non ho nulla nemmeno contro i vostri controlli più o meno bruschi nei luoghi di villeggiatura: se uno ha un'automobile grossa così parcheggiata a Cortina o a Forte dei Marmi, deve pur spiegare con quali soldi se la paga. Se poi voi scoprite, come leggo sulla Repubblica, che un architetto leccese che si dichiara nullatenente ha una barca a vela di notevole entità, se è per me lo potete arrestare anche subito. Prima lo arrestate e più sono contento, a meno che non abbiate preso una cantonata.

Altra cosa sono i pagamenti in nero. Per andare subito al cuore della questione vi confesso che più di vent'anni fa un ho comprato un libro in una libreria antiquaria che ho pagato con lire italiane contanti, perché altrimenti il libraio non me lo avrebbe venduto. Più di dieci anni fa, ho pagato un professionista in nero perché altrimenti non mi avrebbe fatto il lavoro di cui avevo un assoluto bisogno e di cui lui era un esperto. Qualche volta ho pagato un idraulico o un corniciaio o un elettricista in nero o perché lui mi supplicava di farlo o perché non avevo nessuna voglia di pagare in bianco 120 euro laddove ne potevo pagare in nero 80.

Cose così vi sono chiare o fingete di essere talmente stupidi da non capirlo? Badate bene. Io fatturo quasi tutto quello che compro perché poi lo posso dedurre fiscalmente, per il lavoro che faccio e per lo studio professionale che gestisco. Ma veramente vi immaginate che un pensionato a 800 euro il mese chiami un idraulico di cui ha bisogno immantinente, e quello gli dice di scegliere se pagare 80 euro cash o 121 euro con una fattura bell'e rifinita, e il pensionato si affretta a pagare i 121 euro pur di farvi contenti? Ma possibile che siate così stupidi da credere una cosa del genere?

Ovvio che chi non può dedurre le spese, quelle spese le fa in nero perché gli costano meno. So benissimo che se voi accettaste la deduzione di quelle spese, tutto il vantaggio fiscale per lo Stato ne morrebbe. Ok. E allora accettate la realtà della vita, che ognuno si batta per sopravvivere. E quando paga, e quando incassa. Per molti il quantum che riescono a sottrarre al fisco è una questione di vita o di morte.

Come mi disse una volta un tassista con il quale chiacchieravo. Che quel po' che riusciva a sottrarre al fisco gli permetteva di pagare gli studi della figlia. Sacrosanto. Cari amici del fisco, non penserete certo che tutti possano pagare interamente le aliquote fiscali in vigore nel nostro Paese? Non penserete neppure un attimo che un professionista metta in chiaro ogni euro del suo reddito, sul quale pagherebbe qualcosa di vicino al 50 per cento di tasse.

LA COSTITUZIONE
Cari amici del fisco, non potete non saperlo che l'articolo 1 della Costituzione italiana di cui molti babbei dicono che è la migliore del mondo (è ottima, ma è l'unica cosa in Italia che abbia gli stessi anni del Festival di Sanremo e dunque un po' arrugginita), quello dov'è inscritto che la nostra Repubblica è fondata sul "lavoro" è una fasullaggine assoluta. La nostra bella Repubblica non è fondata sul lavoro e bensì sulle tasse addosso al lavoro, sullo Stato che non paga i suoi debiti, sull'evasione fiscale veniale.

Perché di questo sto parlando. L'evasione fiscale veniale. Né più né meno di quello che aveva detto Fassina e per il quale gli imbecilli lo hanno morso senza pietà. Ossia che senza una parte di quell'evasione fiscale, saremmo tutti più poveri e derelitti e incapaci di andare avanti. Sì, lo confesso. Se mi arriva un artigiano la cui spesa non posso dedurre, senz'altro lo pagherò in nero. E con tutto questo continuerò a guardarmi allo specchio orgoglioso di quel che pago ogni anno a voi del Fisco. Orgoglioso.

 

Giampiero Mughini Giampiero Mughini ATTILIO BEFERASTRETTA DI MANO BEFERA MONTI evasione fiscaleEVASIONE FISCALE evasione-fiscaleSTEFANO FASSINA jpeg

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