IL PAESE DI PULCINELLA: RE GIORGIO ABDICA IN FAVORE DI SUPERMARIO? - NAPOLITANO TENTATO DAL “PIANO B”: DIMISSIONI SE DALLE URNE NON ESCE UNA MAGGIORANZA CHIARA - SAREBBE IL SUCCESSORE A INDICARE IL NUOVO PREMIER - ADDIO AI MONTI DOPO LA LEGGE DI STABILITA’ E IL DECRETO-ILVA: IN PARLAMENTO FILERA’ TUTTO LISCIO? - SE SI FA IN FRETTA, SI VOTA IL 17 O IL 24 FEBBRAIO - IL RIMPIANTO DEL COLLE PER IL FINALE “TESO E AFFANNOSO” DELLA LEGISLATURA (VOTARE FA SCHIFO?)…

Federico Geremicca per "la Stampa"

La preoccupazione - che non è, naturalmente, solo sua - intorno alla possibile reazione dei mercati, alla riapertura di stamane; il timore che il finale di legislatura sia, nonostante talune promesse, nient'affatto ordinato, quanto - piuttosto - teso e affannoso; e il rammarico, infine, per una conclusione che poteva essere diversa: diversa per tempi e per toni, certo, ma anche per senso di responsabilità.

Ma detto tutto questo, al Quirinale siede un Presidente in pace con se stesso: e sereno, per quanto possibile in momenti così. Tutto quello che era possibile fare per arginare la pesante crisi che si era abbattuta sull'Italia in un 2011 terribile, è stato fatto. Rimane - naturalmente - l'interrogativo circa la via che fosse meglio imboccare dopo le dimissioni di Berlusconi (il governo tecnico poi effettivamente nato, oppure le elezioni), ma il Quirinale resta convinto che fosse decisivo mettere prima di tutto in sicurezza il Paese: e oggi, infatti, si può votare in condizioni diverse - per dire - da quelle nelle quali è stata costretta a farlo la Grecia.

Ora si tratta di accompagnare questo finale di legislatura verso una conclusione il meno traumatica possibile. Rispetto alla road map immaginata (scioglimento delle Camere nella prima decade di gennaio e voto il 10 marzo) la decisione di Monti di sottrarsi ad un più che prevedibile «tiro al piccione» in Parlamento, cambia le carte in tavola. Infatti, l'intenzione del premier di dimettersi subito dopo l'approvazione della legge di stabilità (dunque prima di Natale) apre concretamente la possibilità di anticipare la data delle prossime elezioni.

Molto dipenderà dall'iter parlamentare che toccherà in sorte agli unici due provvedimenti che saranno probabilmente varati (la legge di stabilità, appunto, e la conversione del decreto-Ilva): se venisse rispettato l'impegno ribadito da tutti per un percorso-lampo, allora la possibilità di anticipare il voto a febbraio diventerebbe concretissima. Nelle valutazioni del Colle, gli italiani potrebbero tornare alle urne nella seconda metà di quel mese (il 17 o più probabilmente il 24 febbraio). Ma dipende tutto - appunto - dalla data in cui il Capo dello Stato potrà firmare il decreto di scioglimento del Parlamento.

Sarà questo l'ultimo atto importante di Napolitano? Più esplicitamente: sarà lui oppure no ad affidare l'incarico per formare il governo dopo le elezioni? Difficile dirlo ora. Con un ipotetico voto a marzo (il mandato di Napolitano scade il 15 maggio) si sarebbe potuto creare un non insolito «ingorgo istituzionale», data la necessità di eleggere o nominare il nuovo capo del governo, i nuovi presidenti di Camera e Senato ed anche un nuovo capo dello Stato. Napolitano aveva fatto intendere che per evitarlo avrebbe potuto anticipare di qualche settimana la fine del suo mandato. Ma ora?

Adesso, con elezioni a febbraio, ci sarebbe più tempo per effettuare le diverse scelte: elezione dei presidenti di Camera e Senato, nomina e voto di fiducia al nuovo premier e al nuovo governo, elezione del Capo dello Stato. Si torna dunque ad un itinerario normale? Lo si vedrà. E non è escluso che a consigliare il Presidente possa essere proprio l'esito del voto: in caso di risultato netto e chiaro, Napolitano potrebbe decidere di affidare lui l'incarico per il nuovo governo; ma se si trovasse di fronte ad uno scenario confuso, con maggioranze esigue o da costruire, potrebbe decidere di passare la mano e permettere che sia il suo successore a mettere sui giusti binari la locomotiva del governo che verrà...

 

pulcinella napolitanoGIORGIO NAPOLITANO E MARIO MONTISILVIO BERLUSCONI BERLUSCONI MASAI CON LA TESTA DI MONTIITALIA COMMISSARIATA - MONTI GRILLI DRAGHI MERKEL LAGARDE VAN ROMPUYNAPOLITANO PRESTIGIATORE MONTI CONIGLIO DAL CILINDRO

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

luca zaia matteo salvini giorgia meloni

PRONTI? VIA: LE GRANDI MANOVRE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO SONO PARTITE. MATTEO SALVINI SOSTIENE CHE IL VERTICE DI OGGI A PALAZZO CHIGI SULLE CANDIDATURE SIA “ANDATO BENISSIMO”. MA A ZAIA FRULLANO I CABASISI E STA PENSANDO DI APPOGGIARE UN CANDIDATO DELLA LIGA VENETA. SE MELONI E SALVINI METTONO IN CAMPO IL FRATELLO D’ITALIA LUCA DE CARLO, IL “DOGE” LO ASFALTA ALLE URNE – CAOS PD: NELLA ROSSA TOSCANA ELLY SCHLEIN FA UNA FIGURACCIA ED È COSTRETTA A FARE PIPPA DI FRONTE AL CONSENSO DI EUGENIO GIANI – PER CHI SUONA LA CAMPANIA? IL SINDACO DI NAPOLI, MANFREDI, TRATTA CON DE LUCA E CONTE. E ELLY È FUORI DAI GIOCHI…