NATALE AL GAZEBO – LE “BUFFONARIE” DEL PD: ASSALTO DEI “RAS” DELLE TESSERE, TREMANO GLI USCENTI - SI PUNTA A LIMITARE LE DEROGHE PER CONSIGLIERI REGIONALI E SINDACI - BINDI E FINOCCHIARO NEL “LISTONE PROTETTO”? BERSANI TIENE LE CARTE COPERTE – VAI COL RINNOVAMENTO! GLI “STAFFISTI” DI RENZI E BERSANI SALTANO LE PRIMARIE E DIVENTANO I NUOVI “INTOCCABILI” - FASSINA E ORFINI RINUNCIANO AL SALVACONDOTTO…
Carlo Bertini per "la Stampa"
Anche se il voto slitta di una settimana, le primarie no, malgrado molti ci avessero sperato. E dunque, rullano i tamburi, si aprono le danze: si insedia a Roma il comitato elettorale e le correnti hanno tutte voce in capitolo, da Letta a Franceschini a Bindi, da Fioroni a Ignazio Marino, a Marco Minniti per i veltroniani, fino a Graziano del Rio per i renziani: tema, la composizione delle liste di candidati e la selezione del «listone bloccato», che per ragioni di diplomazia sarà reso noto solo dopo le primarie del 29 e 30 dicembre.
Ma nelle segrete stanze, il «listone» comincia a prendere forma e si profila una sorta di par condicio tra gli staff di Bersani e del suo sfidante che potrebbero trovar posto nella riserva protetta: i due capi delle campagne delle primarie, il bersaniano Speranza e il renziano Reggi, i due consiglieri, Gotor e Da Empoli, le due portavoce, Alessandra Moretti e Simona Bonafè. Il problema però sono i capilista, Renzi ne avrà forse due, Scalfarotto e Gentiloni, che dovrà optare con la candidatura a sindaco di Roma. Altri renziani correranno alle primarie, come Adinolfi, Vassallo e Ichino.
Ma le voci sui possibili capilista corrono, come quella che dà Anna Finocchiaro in Emilia; Cesare Damiano in Piemonte; il responsabile giustizia Andrea Orlando in Liguria, il responsabile economico Stefano Fassina, capolista nel Lazio.
«Ho scelto di candidarmi a Roma alle primarie, non cerco altre strade per provare a entrare in Parlamento», dice Fassina. E anche l'altro leader dei «giovani turchi», Matteo Orfini, correrà a Roma e presenta la sua candidatura nella storica sezione ex Pci di via dei Giubbonari. «Come responsabile cultura e membro della segreteria avrei potuto esser candidato in "quota protetta" e invece ho deciso di raccogliere le firme e correre nella mia città ».
Le trattative fervono fino a notte e si protrarranno oggi perché il punto spinoso, le deroghe per gli amministratori locali che vogliono correre per un seggio alla Camera, impegna tutti i maggiorenti in un braccio di ferro tra la capitale e le periferie. «Deroghe ne saranno date pochissime, saranno delle assolute eccezioni», assicura Franceschini. E se sindaci e consiglieri regionali in corsa alle primarie saranno ridotti all'osso, per il truppone di parlamentari uscenti, terrorizzati dal rischio di soccombere con i potentati locali, è la prima e unica buona notizia.
Invece il nodo del listone e dei capilista viene risolto rinviando la decisione a dopo capodanno. Perché il problema è anche quello di non far emergere favoritismi per i veterani con più di tre mandati alle spalle, che hanno chiesto e ottenuto la deroga: se ad esempio la Bindi venisse indicata subito come capolista, entrerebbe d'ufficio nella «quota protetta» e così anche per la Finocchiaro.
Quindi per evitare polemiche con i più giovani che si battono per il rinnovamento e per evitare strali all'indirizzo del segretario, si è scelto di rinviare. Fioccano le candidature, come quella del presidente dell'associazione famigliari delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi, che correrà da indipendente senza dover raccogliere le firme.




