RIAD PADRONA - NEGLI ULTIMI 10 ANNI L’ARABIA SAUDITA HA RAFFORZATO IL CONTROLLO SUL MEDIO ORIENTE LASCIANDO AD ALTRI IL LAVORO SPORCO - HA FORAGGIATO LE RIVOLTE ARABE E FINANZIATO GLI OPPOSITORI DEI REGIMI NEMICI (DA SADDAM A GHEDDAFI), È SECONDA SOLO A ISRAELE PER LA FORZA DELLA PROPRIA LOBBY A WASHINGTON E LONDRA - PER RIAD, LA CADUTA DI ASSAD SIGNIFICHEREBBE ROMPERE “L’ASSE SCIITA” CHE FA CAPO AL GRANDE NEMICO: L’IRAN…

Vittorio Emanuele Parsi per "la Stampa"

Non hanno sparato un solo colpo, non hanno concesso nessuna sostanziale riforma, non credono nella democrazia comunque declinata e sono interessati solo all'aspetto tecnologico della modernità. Sono stati appena sfiorati dal vento delle intifadas che hanno scosso il mondo arabo, eppure sono quelli che ne hanno tratto il maggior vantaggio politico-strategico.

Nel corso degli ultimi dieci anni, i loro nemici e rivali da Saddam Hussein agli Assad ad al Qaeda - sono stati sconfitti o drasticamente ridimensionati. Hanno rafforzato la propria egemonia sulla penisola arabica, trasformando il Consiglio di Cooperazione del Golfo in una vera e propria alleanza rivelatasi decisiva per schiacciare la rivolta sciita in Bahrein e per trovare una soluzione alla guerra civile yemenita.

Hanno enormemente accresciuto il proprio ruolo nella Lega Araba e mantenuto la posizione centrale nell'Organizzazione della Conferenza Islamica da loro stessi creata nel 1970 proprio come contraltare della prima. Hanno visto estendere la propria influenza in tutto il mondo arabo attraverso il finanziamento a milizie, movimenti e partiti salafiti, che si ispirano alla concezione iper-tradizionalista dell'islam wahabita.

Sono secondi solo a Israele per la forza della propria lobby a Washington, in grado di ottenere dagli Stati Uniti sistemi d'arma che l'Egitto di Mubarak non poteva neppure sognarsi e continuano ad avere ottime relazioni politico-militari con il Regno Unito, loro antico protettore.

Sono i Saud, i principi-padroni di un Paese cui han dato il nome di famiglia (Arabia Saudita): al contrario di quanto normalmente avviene per le famiglie regnanti che dalla regione prendevano il nome (Savoia, Hannover...), tanto per non lasciar dubbi sul loro modo di intendere la distinzione tra pubblico e privato. Una famiglia estesa di diverse centinaia di persone che governano lo Stato come si gestirebbe un'impresa privata, collocando i diversi membri nelle posizioni chiave del consiglio di amministrazione.

Come quasi tutte le monarchie del Golfo, anche quella saudita ricorda la Repubblica di Venezia dopo la «serrata del Maggior Consiglio» del 1297, con un ristretto ma non esiguo numero di beneficiari cui è limitato l'accesso al potere. Come Venezia, anche le monarchie del Golfo preferiscono non combattere ma finanziare altri perché combattano le proprie battaglie, e spendere piuttosto che sparare.

Il denaro saudita (e qatariota) è notoriamente quello che consente ai ribelli siriani di resistere da oltre 16 mesi contro uno dei più potenti eserciti della regione, così come i loro aiuti economici hanno consentito ai salafiti egiziani di ottenere la seconda posizione nel Parlamento ora disciolto e a quelli tunisini di fare il loro (rumoroso) «debutto in società».

Come Venezia, infine, anche la monarchia saudita è resiliente, ma proprio per questo estremamente difficile da riformare, perché per farlo occorrerebbe innanzitutto la sua trasformazione da «azienda familiare» a «Stato moderno». La cassaforte di idrocarburi sulla quale i Saud sono seduti rende molto più semplice continuare così, almeno per ora, «comprando» il consenso dei sudditi, piuttosto che tentare la rischiosa via di riforme liberalizzanti.

L'esito della rivoluzione siriana è particolarmente cruciale per i Saud. La caduta del regime di Damasco implicherebbe infatti la spaccatura di quell'«arco sciita» che dall'Iran, attraverso l'Iraq e, appunto la Siria, arriva fino alle coste del Libano di Hezbollah. E l'Iran degli ayatollah è il solo «nemico naturale» della monarchia saudita: proprio il fatto che entrambi fondino la legittimità del proprio potere sulla relazione strettissima e strumentale con l'islam li ha resi acerrimi nemici.

Una transizione di regime in Siria, inoltre, indebolirebbe la posizione degli sciiti di Hezbollah e potrebbe facilitare il ritorno al potere in Libano (dove i sauditi hanno giganteschi interessi) della coalizione riunita intorno al sunnita Hariri. I «guardiani della Mecca» hanno insomma una curiosa coincidenza di avversari con Israele e non a caso, finora, per gli Stati Uniti non è stato poi così difficile mantenere un discreto equilibrio tra le due più potenti lobbies di Washington (filoisraeliana e filosaudita).

Ma le cose potrebbero farsi molto più complicate se, per vendicare l'attentato di Burgas, Tel Aviv dovesse decidere di colpire il Libano meridionale in maniera talmente devastante da scatenare un nuovo conflitto. Un'ipotesi che potrebbe saldare le intifadas del 2011-2012 al conflitto arabo-israeliano, e che rappresenterebbe un gigantesco grattacapo strategico tanto per Washington quanto per Riad.

 

IL RE SAUDITA Abdullah bin Abdulaziz al Saud CON BARACK OBAMA ARABIA SAUDITA IL RE SAUDITA Abdullah bin Abdulaziz al Saud CON BAN KI MOON RE SAUDITA ABDULLAH SADDAM HUSSEINriad arabia sauditagli ultimi istanti di gheddafiIL SIRIANO ASSAD jpeg

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)