“SAVILE? ERA UNO DEI PIÙ GRANDI PEZZI DI MERDA CHE GALLEGGIAVANO IN UNA FOGNA MORALE” - LO SCRITTORE WILL SELF: “TUTTI VEDEVAMO QUALCOSA DI STRANO IN SAVILE. VIVEVA SOTTO GLI OCCHI DELLA NAZIONE, MA CELAVA I SUOI CRIMINI SOTTO UN MANTELLO CHE LI RENDEVA INVISIBILI: LA BENEFICENZA” - “LA PASSIVITÀ INGLESE HA EVITATO RIVOLUZIONI MA HA FATTO SÌ CHE LA SOCIETÀ VENISSE CORROSA DALL'INTERNO”...

Will Self per "La Lettura - Corriere della Sera"
(Traduzione di Matteo Persivale)

Nella maggior parte delle grandi città occidentali, rivolgere la parola agli sconosciuti è una cosa da evitare a ogni costo - specialmente sui mezzi pubblici, e ancor di più durante l'ora di punta. L'ora di punta a Londra e Parigi, Roma e New York è un momento di profonda non-contemplazione, il momento in cui gli sventurati lavoratori si raccolgono in sé stessi, cercando le risorse mentali per sopportare un altro giorno in ufficio o quelle emotive per affrontare quel che li aspetta al ritorno a casa.

Posso contare sulle dita di due mani le volte che in quattro decenni qualcuno mi ha rivolto la parola sulla metropolitana di Londra - con l'ovvia eccezione dei turisti che chiedono indicazioni.

Ma le rivelazioni sulla pedofilia di Jimmy Savile, l'ex disc jockey di Radio 1 e presentatore televisivo della Bbc, hanno fatto tanta impressione che in questi giorni persone che non conosci ti rivolgono la parola in metropolitana, se stai parlando di lui. La posizione, sempre sulla difensiva, del passeggero tipico della metropolitana di Londra - in piedi, oscillante, schiacciato tra una massa di carni potenzialmente aggressive - è resa ancora più impermeabile dalla intensa discrezione tipica degli inglesi.

Eppure l'uomo, il cui pube era premuto contro il mio fianco su un treno della Bakerloo Line che traballava da Paddington a Oxford Circus, si è intromesso nella conversazione che stavo facendo con un amico: «La capisco, ci sentiamo tutti così - mi ha detto -. Da bambini, guardavamo Savile in televisione e ci sembrava ovvio che ci fosse qualcosa che non andava in quell'uomo».

E fu così che mi venne fornita una inestimabile sineddoche sul caso Savile. Perché stavo dicendo esattamente quello: la cosa più inquietante del successo di Savile - e che successo: morì a 84 anni, nell'ottobre 2011, impunito, senza aver mai dovuto affrontare, non dico la giustizia, ma neppure un provvedimento disciplinare aziendale - è che riuscì a nascondere le sue perversioni nonostante milioni di persone lo conoscessero e guardassero il suo programma.

Sì, lo sapevamo tutti che c'era qualcosa che non andava in lui, bastava vederlo in faccia - ma per quelli di noi che sono cresciuti in Gran Bretagna negli anni 60 e 70 Savile era dappertutto, faceva parte della cultura. Savile con i capelli tinti di quel color crema e le sue tute da ginnastica di colori atroci - verde acido, giallo acido, viola corrosivo - e il suo nasone fallico e quel sigarone Avana ancora più fallico (a volte, dottor Freud, un sigaro rappresenta indubbiamente molto di più di un semplice sigaro).

Savile, con la sua gioielleria pacchiana - medaglioni d'oro annidati nei peli del petto, bracciali d'oro tintinnanti - e le sue frasi celebri, grossolane come tutto il resto: «E quanto vi gusta, ragazzi e ragazze!», seguite da uno spaventoso rantolo, uno spasmo dell'epiglottide che, con il senno di poi, doveva essere lo stesso suono che accompagnava i suoi atti di violenza.

Sì, Savile era una presenza dalla quale non esisteva rifugio. Rintanato nelle nostre orecchie, suonava dischi pop alla radio anno dopo anno. E nei nostri occhi era fissata la sua immagine da clown - una specie di sinistro effetto ottico che restava, rilucente, sulle nostre retine, anche dopo aver spento la televisione.

Il suo programma più famoso, quello che l'ha reso un «Tesoro nazionale» e dunque pericolosissimo, si chiamava Jim'll Fix It, «Ci pensa Jim»: quell'adulto-ragazzino vestito da buffone faceva sì che bambini o bambine, a volte portatori di handicap, a volte poveri, a volte orfani, comunque sempre afflitti da qualche disgrazia, potessero esaudire un loro desiderio. La banda dei Royal Marines che suonava apposta per loro. Un comico famoso che regalava loro qualche battuta. I loro genitori, o le persone che si prendevano cura di loro, ricevevano un compenso.

Savile orchestrava il tutto, in mezzo a quei bambini, stringendoli viscidamente a sé con un braccio, facendoli sedere sulle sue cosce muscolose. E lo faceva davanti agli occhi non di qualcuno, ma di milioni di persone. E noi, gli spettatori, ce ne stavamo a casa pensando un po' tutti: «C'è qualcosa che non va in quell'uomo, non so perché ma mi fa sentire a disagio». Lo pensavamo tutti, ma nessuno l'ha mai detto ad alta voce, soprattutto quelli che erano parecchio più vicini a Savile di quanto lo fossimo noi nel salotto di casa: parlo di quelli della Bbc che erano abbastanza vicini a Savile da toccarlo proprio mentre lui toccava quei bambini.

Li toccava davanti alle telecamere e lontano dalle telecamere, nei camerini e nelle camere d'albergo. Arrivano testimonianze su testimonianze dei suoi abusi, è innegabile ormai che Savile fosse semplicemente uno dei più grandi pezzi di merda che galleggiavano in una fogna morale. Le accuse di complicità rivolte alla Bbc non finiranno nel nulla, e ora il raggio dell'indagine deve essere allargato.

Newsnight, il programma giornalistico d'inchiesta della Bbc2 che l'anno scorso ha scoperto le prime testimonianze contro Savile - proprio mentre l'Azienda stava trasmettendo tributi alla memoria del presentatore appena scomparso - ha salvato la sua reputazione facendo riaprire casi di abuso negli orfanotrofi gallesi alla fine degli anni 70, crimini perpetrati anche, secondo alcune testimonianze, da un importante membro del governo conservatore di Margaret Thatcher.

Non ci vuole molto a fare due più due: quale star della Bbc era tanto amica della Thatcher da passare molti Natali a Chequers, residenza di campagna del primo ministro? Oh, Jimmy Savile, ovviamente. Mentre scrivo queste parole l'attuale primo ministro conservatore, David Cameron, ha annunciato un'inchiesta su queste nuove accuse, inchiesta che si aggiungerà a quelle della Bbc, e la Gran Bretagna si prepara a un'altra scossa, nuova inefficienza e nuova corruzione che affiorano, lordando la nostra politica.

È il quarto grande scandalo negli ultimi quattro anni: prima quei parlamentari che truffavano sui rendiconti dei rimborsi spese; poi il phone-hacking, le violazioni della privacy tramite manomissione dei telefoni - una bella tripletta che ha implicato media, politici e polizia. E ancora l'inchiesta indipendente che ha finalmente svelato gli insabbiamenti e le complicità che permisero alla polizia del South Yorkshire di incolpare ingiustamente i tifosi del Liverpool del disastro di Hillsborough, nel quale quasi cento persone rimasero uccise.

Ora siamo sull'orlo di un altro precipizio, in attesa di altro rumore, di altro sudiciume che sgorga da una fogna saltata - ai cittadini della Gran Bretagna potrebbe anche venire qualche dubbio, alla fine: ma come, questa roba tocca le nostre sponde? Appartiene alla nostra linda, seria, moralmente sana isola?

Ma se torniamo agli anni 70 possiamo vedere chiaramente che tutta la Gran Bretagna si è colpevolmente prestata a un lavaggio del cervello vagamente stalinista: Savile viveva sotto gli occhi della nazione, ma celava i suoi crimini sotto un mantello che li rendeva invisibili, un mantello degno di Harry Potter: la beneficenza. Le raccolte di fondi per cause benefiche davano a Savile accesso a ospedali, prigioni, orfanotrofi. Istituzioni delle quali gli vennero consegnate le chiavi e nelle quali commise abusi su vittime già profondamente afflitte nello spirito o nel fisico - ci sono le prove che Savile abusò di bambini paralizzati.

Appariva in tv con la scusa di raccogliere fondi per questa o quella buona causa, dunque era impossibile criticare Savile, o far notare che era un personaggio così strano. Un uomo di mezza età che viveva a casa con la madre, che non aveva mai avuto relazioni sentimentali con nessuno, né donne né uomini? Criticare lui significava criticare implicitamente il suo impegno benefico. Ma la verità è che le nostre istituzioni sono state corrotte dalla beneficenza: gli anni dell'ascesa di Savile coincidono con gli anni nei quali i ricchi si sono arricchiti e i poveri impoveriti, e le briciole della beneficenza hanno rimpiazzato il consenso postbellico sulla ridistribuzione della ricchezza.

Savile è stato il simbolo di questi eventi: Children in Need («I bambini bisognosi»: basta la parola) e Red Nose Day - un telethon di 24 ore nel quale personaggi famosi interpretano sketch comici per «I bambini bisognosi» - sono diventati feste religiose della nostra società secolare. Felice da una parte di darsi delle pacche sulle spalle per essere tanto buona, e dall'altra di eleggere regolarmente governi attivamente impegnati per una sempre maggiore diseguaglianza economica.

Siamo un popolo crudele, noi britannici - basta guardare al nostro passato imperiale - e come tutti i popoli crudeli ci buttiamo sul sentimentalismo per evitare di fare i conti con la nostra coscienza. C'è una zona d'ombra, da qualche parte tra le nostre grandi raccolte di fondi benefici e la nostra ossessione per l'innocenza dei bambini: in questo regno crepuscolare le azioni dei pedofili - qualora essi abbiano l'accortezza di procurarsi buoni agganci politici - diventano invisibili.

Ovviamente non voglio suggerire che ci siano legioni di simili criminali in attesa di essere portati davanti alla giustizia; e non sto neanche ipotizzando che ci sia un'attiva complicità da parte della nostra società - il problema è che sia storicamente sia nella cultura di questi tempi c'è una certa inquietante passività quando si tratta di fare domande scomode sul modo in cui abbiamo sempre fatto le cose. Aprire un'inchiesta di polizia: ci vuole un esame di coscienza.

Questa nostra passività - non si può non pensare a quel vecchio consiglio popolare dato alle nostre spose per la prima notte di nozze: «Sdraiati e pensa all'Inghilterra» - ha certamente evitato rivoluzioni ma ha fatto sì che la nostra società venisse lentamente corrosa dall'interno. Facciamo un vanto della longevità delle nostre istituzioni quando in realtà esse sono piene di vermi come Savile. Facciamo un vanto dello stoicismo che dimostriamo sui vagoni affollati della metropolitana all'ora di punta, quando non dovremmo più accettare in silenzio di essere stritolati.

 

 

Jimmy SavilleJIMMY SAVILEJIMMY SAVILEJIMMY SAVILEWill Self JIMMY SAVILEDAVID CAMERON A NEW YORK DAVID CAMERON DAVID CAMERON NEGLI STUDI NELLA BBC

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)