ronzulli meloni salvini berlusconi

“NON ACCETTERÒ UN GOVERNO AL RIBASSO, CON NOMI NON ALL’ALTEZZA” – IERI GIORGIA MELONI È STATA CHIARA CON SALVINI E BERLUSCONI: POSSONO SCORDARSI CHE I LORO FEDELISSIMI IMPRESENTABILI ABBIANO MINISTERI DI PESO (CAPITO, RONZULLI?) – MALUMORI NELLA LEGA: “MELONI ADOTTA IL METODO DRAGHI: VUOLE DECIDERE LEI CHI NOMINARE E DOVE” – LA PROPOSTA IMPROPONIBILE DELLA CASELLATI ALLA GIUSTIZIA E LA CARTA COPERTA DELL’ECONOMIA…

Marco Cremonesi e Paola Di Caro per www.corriere.it

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

Ufficialmente si sono visti perché tutti e tre, per ragioni personali e lavorative, erano a Milano. Un incontro di un’ora e mezza comunque interlocutorio, in attesa di quello decisivo che si terrà martedì o mercoledì, prima delle votazioni per i presidenti delle Camere che iniziano giovedì. Ufficiosamente, il vertice tra Meloni, Berlusconi e Salvini ieri ad Arcore è stato un appuntamento necessario, visto che le distanze fra gli alleati erano tante, i dissidi forti e la premier in pectore aveva un messaggio molto chiaro da mandare.

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

«Se e quando il capo dello Stato mi conferirà l’incarico, io un minuto dopo sarò pronta a presentare la mia squadra di governo. Non perderò più tempo in trattative, liti, tira e molla per i posti, perché il Paese è in difficoltà e non ci perdonerebbe, dobbiamo dare prova di serietà. La prima, è che non accetterò di fare un governo al ribasso, con nomi non all’altezza. Non farò mai cose che non mi piacciono».

 

Un avvertimento in piena regola, in un vertice significativo anche nelle presenze: Meloni con Lollobrigida e La Russa, Salvini con Calderoli e Berlusconi con Barachini. Nulla di casuale, pensano in FdI: il leader della Lega voleva che Calderoli fosse presente alla discussione sulle presidenze delle Camere, aspirando a Palazzo Madama, il Cavaliere ha protetto Licia Ronzulli, sulla quale è in atto un durissimo braccio di ferro con la futura premier.

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI

 

Attorno a questi nomi è in parte girato il vertice. Meloni ha insistito sulla necessità che al Senato venga eletto il suo Ignazio La Russa: come da precedenti proprio dei governi di centrodestra (Berlusconi con Pera e con Schifani), premier e seconda carica dello Stato possono appartenere allo stesso partito. Alla Lega spetterebbe invece la presidenza della Camera (per Molinari), sulla base di uno schema che Meloni ha in mente: 5 ministeri a FI e 5 a Salvini, che però avendo un numero maggiore di parlamentari potrà guidare anche un ramo del Parlamento.

 

In verità, dalla Lega filtra un certo malumore sia perché andrebbe a costituirsi «una filiera» di FdI potentissima ai vertici — con premier, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e presidente del Senato — sia perché Meloni starebbe adottando «il metodo Draghi» nella formazione del governo.

 

silvio berlusconi licia ronzulli ??by istituto lupe

Ovvero «vuole decidere lei chi nominare dei nostri esponenti e dove». E questo perché, è emerso al vertice, la leader ha raccolto le richieste degli alleati ma non ha dato assicurazioni sulla destinazione di ciascuno. E si tiene qualche carta coperta: all’Economia, ministero chiave, punta ancora su un tecnico e ne avrebbe tre da cui aspetta risposte ad horas. Ma se il responso fosse non soddisfacente, pensa a Giorgetti come responsabile del Mef. E quello diventerebbe il ministero di peso della Lega, con una serie di conseguenze anche sul ruolo di Salvini, che non ha comunque avanzato per sé alcuna richiesta specifica.

 

maria elisabetta alberti casellati e silvio berlusconi

Ma se la Lega insiste per avere Infrastrutture, Regioni e Autonomia, Agricoltura e Interno e non vuole farsi carico di tecnici, gli scontri più accesi ci sono stati con FI. Berlusconi infatti ha messo in chiaro che per lui è fondamentale la presenza di Ronzulli, soprattutto se nell’esecutivo ci sarà Tajani, e per lei ha chiesto o la Sanità o le Infrastrutture o l’Agricoltura. Dicasteri per cui lei si sente pronta: «Se Di Maio è stato ministro degli Esteri, non vedo perché non sarei all’altezza io», il suo pensiero. Meloni ha spiegato che non vuole «entrare negli equilibri interni dei partiti», vuole comunque affidare un ministero di peso a Tajani (Esteri o Difesa), ma non accetta diktat. Significa che per la fedelissima del Cavaliere è difficile possa concedere più di un ministero di seconda fascia.

 

MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI

Ma Berlusconi ha tirato fuori un’altra carta: ha proposto la presidente del Senato Casellati per la Giustizia. Un nome sul quale Meloni non ha posto veti: «Può essere una soluzione, vediamo. Per Nordio posso pensare ad un altro incarico». Ma non è facile che la richiesta vada in porto, se è vero che c’è chi nel centrodestra fa notare come al vaglio del Quirinale ci sarebbero due caselle a rischio conflitto di interessi: un Guardasigilli che si è occupato dei processi di Berlusconi, così come un azzurro a capo dello Sviluppo Economico, dicastero che si occupa di frequenze e tivù.

salvini meloni berlusconi piazza del popolo 5

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?