NON C’È PIÙ RISPETTO PER GLI ANZIANI! - SE UNA VOLTA LA VECCHIAIA ERA SINONIMO DI SAGGEZZA, OGGI E’ DI ARROGANZA. VEDI QUEL CHE SUCCEDE A RENZI CHE MIRA A ROTTAMARE I NONNETTI DEL PD - “BERSANI HA L’ETÀ DI MIO PADRE”, E CULATELLO RISPONDE PICCATO “NON SIAMO MATUSA”, DIMOSTRANDO LA SUA ASSOLUTA FRESCHEZZA, ANCHE DIALETTICA - E DIRE CHE IL MORTADELLA PRODI FECE DELL’ESSERE NONNO UNA VIRTÙ…

Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

Il prossimo 2 ottobre, giorno che il calendario intitola a Sant'Anna e a San Gioacchino, ricorre per legge la Festa dei Nonni. Ma dall'America di Obama Matteo Renzi l'ha santificata in anticipo candidando irreversibilmente a nonni i suoi avversari del Pd.

Cioè D'Alema, è parso di capire, e anche Bersani, di cui pure nel meeting inaugurale della stazione Leopolda si era limitato a dire, con la condiscendenza del caso: «Ha l'età di mio padre». Per il povero Bersani non si tratta di una promozione: considerato l'andazzo, in Italia e nel Pd, nonno suona infatti molto peggio di papà. Non è ancora esattamente e totalmente un insulto, ma detto da lui, che è furbo e ha 37 anni, sì. Infatti conta poco che i due illustri esponenti democratici non siano tecnicamente nonni.

L'ex presidente del Consiglio ha 63 anni e il segretario del Pd ne sta per compiere 62. Entrambi hanno figli in età e quindi potrebbero benissimo essere - ebbene sì - nonni. Che tradotto vuol dire: vecchi. Per questo il format di Renzi contempla il nonno facile e a doppio taglio: «Rispetto tantissimo gli anziani - è l'astuta premessa - se non ci fossero i nonni non ci sarebbe la famiglia» ha detto anche ieri lasciando idealmente cadere sul gentile pubblico l'immagine della canizie di D'Alema e della pelatona bersaniana. Ma poi, mettendo i piedoni nel piatto dell'irriverenza, il sindaco di Firenze ripete spesso: «I nostri nonni politici sono andati al ristorante e ci hanno lasciato il conto da pagare».

Questo almeno in parte è verosimile. Ma la faccenda, sul piano del costume politico, è cruda nella sua indubbia attualità e crudele nella sua sicura efficacia. Né francamente vale esorcizzarla richiamando quanti nella recente storia hanno portato l'Italia a sbattere al canto di "Giovinezza giovinezza, primavera di bellezza". Specie a sinistra, la retorica delle "solite facce" è confermata da una mole di studi politologici, oltre che dalla più viva sensazione di sfinimento che si prova dinanzi al preteso organigramma, subito naturalmente negato da una nomenklatura specializzata in questo genere di spartizioni.

In tale ineffabile documento che sfida i proverbi ponendo in vendita la pelle dell'orso prima di averlo ucciso e dicendo gatto senza averlo nel sacco, manca il nome di Romano Prodi. Questi non solo è nonno sul serio, ma della sua condizione parentale ha pure già fatto una bandiera d'attacco e di difesa. Nel primo caso, vincitore nel 2006 della disfida dei nonnetti con Berlusconi, si ricorderà come in attesa dei risultati avesse in braccio la nipotina Chiara, invero più che insonnolita.

Giunto infine a Santi Apostoli il ritardatissimo annuncio che l'Unione aveva un'esigua maggioranza, ormai in piena notte alla piccolina venne fatta indossare una micro t-shirt con su scritto, per l'appunto: "Nonno for president". Si sa poi quanto male andò quella presidenza. Fatto sta che dopo un paio d'anni Prodi, lasciando Palazzo Chigi niente affatto grato ai suoi compagni di partito, pubblicamente e polemicamente annunciò che avrebbe chiuso con il Pd.

Per dirlo usò un'espressione che certo oggi aiuta a far capire la pervicace malizia del rottamatore sindaco di Firenze: «Voglio fare il nonno». A doppio taglio è dunque la vecchiaia, bella e brutta al tempo stesso, ma a quella dei politici magnificamente si adatta una considerazione del Cato Maior de Senectute, per cui oltre ad essere il compimento della vita la tarda età costituisce "l'ultimo atto della commedia" (peractio tamquam fabulae).

Renzi, che del nuovismo e della gioventù è un professionista evoluto e a suo modo spudorato, l'altro giorno si è tolto lo sfizio di scagliare addosso a Bersani e agli altri "dinosauri" del Pd l'edificante esempio di Ridge, uno dei belloni protagonisti della teleserie Beautiful, che dopo 25 anni ha deciso spontaneamente di farsi da parte. Al che Bersani gli ha risposto come un patetico nonnetto ispirato dalle antiche letture di Teddy Bob e Ciao2001: «Non siamo matusa».

Questo nel centrosinistra. Dall'altra parte c'è un solo grande nonno. Di lui Renzi ha già detto e ridetto: «Ha cinque anni meno di mia nonna. È sconvolgente ». Si ignorano le reazioni della signora Annamaria, anche in vista del 2 ottobre.

 

BERSANI E RENZI DA LIBERO RENZI SI CUCINA BERSANI RENZI-BERSANIRENZI-BERSANIBERSANI E DALEMA SBIRCIATINA ALLUNITA PIERLUIGI BERSANI MASSIMO DALEMA Silvio Berlusconi - Copyright Pizzi

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