1. NON SOLO LE FIGLIE. PARE CHE L’EX CAVALIERE SIA PRONTO A LANCIARE PIER SILVIO “DUDY” NELLA MISCHIA POLITICA COME CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI ALLE EUROPEE 2. IL PADRE CHE SACRIFICA IL FIGLIO PER IL NOSTRO BENE È ANCHE UNA METAFORA EVANGELICA. MA NON SOLO. UNO SCONTRO FUTURO PITTIBIMBO-DUDY SAREBBE L’APOTEOSI FINALE DELLA POLITICA COME PURO MARKETING. UN CARTONE ANIMATO, MENTRE FONDI, BANCHE E FONDI SOVRANI ESTERI SI INCAMERANO QUEL CHE RESTA DEL MOBILIO DI CASA ITALIA 3. HANNO FATTO I TEST, I SONDAGGI, I TRAILER E SCRITTO ANCHE I DISCORSI. PARE CHE IL PALESTRATISSIMO RAMPOLLO NON SIA MOLTO CONVINTO, MA SE PAPÀ-SILVIO INSISTE DAVVERO…

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - L'ITALIETTA CHE CI MERITIAMO
Non solo le figlie, che per altro si sopportano poco. Pare che l'ex Cavaliere sia pronto a lanciare Pier Silvio "Dudy" nella mischia politica come capolista in tutte le circoscrizioni alle Europee. Un Berlusconi Secondo, scelto per via dinastica, sarebbe esattamente quello che milioni di italiani si meritano. Sarebbe il "rinnovamento a destra" spinto dal rinnovamento a sinistra che si chiama Renzie. Pare che il palestratissimo rampollo non sia molto convinto, ma se papà insiste davvero la cosa si può fare.

Hanno fatto i test, i sondaggi, i trailer e, pare, scritto anche i discorsi. Il Padre che sacrifica il Figlio per il nostro bene è anche una metafora evangelica. Ma non solo. Uno scontro futuro Pittibimbo-Dudy sarebbe l'apoteosi finale della politica come puro marketing. Un cartone animato dove personaggi disegnati con lo spray come graffiti post-moderni occupano il centro della scena, mentre tutto intorno fondi d'investimento, banche e fondi sovrani esteri si incamerano quel che resta del mobilio di Casa Italia.

La Stampa ci punta secco: "Un Berlusconi capolista. E' pressing su Pier Silvio. Il padre vorrebbe lanciare il figlio che però cerca di resistere". Scrive Ugo Magri che "testimoni super attendibili giurano di aver sbirciato il discorso, scritto di suo pugno da Silvio, con cui Pier Silvio dovrebbe accettare la candidatura alle prossime elezioni europee" (p. 1).
Più sfumato il Corriere, ma la sostanza è la stessa: "Forza Italia senza Berlusconi, torna l'idea di un figlio in lista. E c'è chi pensa a Pier Silvio".

Il passaggio imperdibile dell'articolo è questo: "manager visto come capace, giovane ma non troppo nei suoi 40 anni, una situazione familiare consolidata e tranquilla, il secondogenito dell'ex premier sarebbe addirittura secondo a Renzi come gradimento tra gli italiani sui nuovi, possibili leader del futuro" (p. 8). Situazione familiare "consolidata e tranquilla" è davvero notevole. Niente avventurette con donne, il bravo Dudy.

2 - MA FACCE RIDE!
"Sono favorevolissimo alla discesa in campo di persone capaci come i figli di Berlusconi: sulle dinastie dei Kennedy, dei Clinton, dei Bush, nessuno dice niente, no?". Cladio Scajola, monarchico a sua insaputa, intervistato dal Corriere (p. 9).

3 - ROTTAM'ATTORE AI RAGGI X
Dopo lo scoop di Libero sulla casa messa a disposizione di Renzi dal suo amico-imprenditore Marco Carrai, si muove la Procura di Firenze. Lo scopre il Corriere che titola così: "Carrai e la casa per Renzi. Arriva un esposto, i pm aprono un fascicolo. Non ci sono ipotesi di reato né indagati. Si tratta di un atto ‘esplorativo' per fare chiarezza sul caso". In pratica, bisogna accertare se Carrai abbia ricevuto favori dall'amministrazione comunale (p. 11).

Spazio anche allo scoop del Cetriolo Quotidiano sulla fidanzata di Carrai, sempre con il Corriere in versione vigile del fuoco: "La fidanzata, l'incarico, la polemica in Comune: valutatemi per i fatti" (p. 11). Non si ferma Tommaso Grassi, consigliere di Sel a Firenze, "Una giovane laureata in filosofia, futura moglie di uno degli uomini più potenti di Firenze, passa dall'organizzazione di piccole mostre private nella gioielleria di famiglia all'allestimento della più importante rassegna di Firenze. Qualcuno ci può spiegare perché?".

Libero invece apre un nuovo fronte: "Renzi si fa pagare la pensione da noi. Tre giorni prima di candidarsi a presidente della Provincia di Firenze, il co.co.co. Matteo è stato promosso dirigente dell'azienda di famiglia in cui lavorava. E dal 2004 a oggi ha accumulato almeno 300mila euro di contributi previdenziali a carico di enti pubblici" (p. 2).

4 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
A corto di coperta per il suo taglio delle tasse a 10 milioni di italiani, Renzie continua a giocare con i numeri e con il fuoco di Bruxelles. Repubblica gli dà spago: "Renzi rilancia la sfida alla Ue. ‘Tetto del 35 anacronostico, ma il deficit non lo sfonderà" (p. 2).

Poi passa Stefano Lepri, e sulla prima pagina della Stampa risolve la faccenda con un semplice calcolo: "Con un debito di 2070 miliardi e un prodotto interno lordo di 1560, se in un anno la prima delle due grandezze cresce di 46,8 miliardi (tre centesimi di 1560) per evitare che il rapporto salga la seconda deve salire di almeno il 2,3%". Peccato che la stima di crescita del pil italiano per il 2014 sia dello 0,5%.

Il riassunto dei tagli possibili lo prendiamo dal Sole, "Statali, mobilità obbligatoria. Acquisti, enti locali nel mirino" (p. 6) e dal Messaggero: "I tagli di Renzi: due miliardi dalla politica" (p. 1). E' il calcolo basato su finanziamento ai partiti, province da abolire e trasformazione del Senato.

Ma per portare a casa un certo tipo di tagli è necessario un buon marketing politico e allora vai con la "lotta alla casta": indignazione facile e risultato assicurato. Sempre in prima fila il Corriere: "Società di Stato a peso d'oro. Dove gli amministratori sono più dei loro dipendenti. Rete autostrade mediterranee costa 258 mila euro per il personale e 312 mila per il cda. Sogesid è nata 20 anni fa per la legge sui bacini idrici. La situazione oggi è diversa, ma resiste la struttura: al capo vanno 326 mila euro" (p. 5).

E invece, a proposito di polveroni che tanto poi finiscono in nulla, ecco qua il famoso "scandalo Scarpellini": "La Camera non rinuncia agli affitti d'oro. Niente disdetta per contratti da 32 miliardi. Ignorata la nuova legge, locazioni salve per l'imprenditore Scarpellini. Scaricabarile tra l'Ufficio di Presidenza e i questori" (Repubblica, p. 13).

5 - TU VUOI FA' L'AMERIKANO?
Giornali in ordine sparso sulla super-magagna degli F35 della Lockheed. Il Consiglio Supremo di Difesa, guidato da Re Giorgio, stoppa i tentativi di tagliare la commessa e rinvia la questione a fine anno con la scusa di un "Libro bianco" su tutto il comparto. Il ministro Pinotti annuncia che l'Italia ha già sospeso i pagamenti (ma nel 2014 non ne erano previsti) e parte del Pd prepara la contraerea in Parlamento contro i "caccia bombardieri del futuro".

Repubblica enfatizza la mossa di Re Giorgio: "F35, dal Quirinale stop ai tagli, ma il governo sospende i pagamenti alla Lockheed" (p. 4). La Stampa invece punta sulla ministra: "La Pinotti congela gli F35. ‘Sospesi tutti i pagamenti'" (p. 3).

Il Corriere presenta tutto come una faccenda di partito: "Il Pd alla battaglia degli F35: da dimezzare". E si diverte a punzecchiare il sindacato: "Landini ‘sponsor' dei caccia Eurofighter" (p. 6). Ma non eravamo tutti europeisti? Non siamo governati da anni dal partito del "Ce lo chiede l'Europa"'? Misteri delle armi.

6 - DE BORTOLI LICENZIA SCARONI (A MEZZO GABANELLI)
Il titolo in prima pagina è di quelli soft, in vero stile De Bortoli: "Stato e aziende. La primavera dei rinnovi e i conti dell'Eni". Ma basta leggere il pezzo affidato a Mi-jena Gabanelli nelle pagine economiche (29) per rendersi conto che è una vera propria requisitoria contro Paolo Scaroni, gran capo del Cane a sei zampe in scadenza di poltrona.

La Gabanelli critica i risultati della gestione nell'era Scaroni, paragonandoli a quelli dei principali concorrenti esteri, e parla di "performance di Borsa deludente" e "declino di redditività". Poi attacca su un'eccessiva dipendenza dal gas (russo), quando invece si sarebbe dovuto puntare ancora di più sul petrolio.

E cita uno dei possibili candidati al dopo-Scaroni in uno dei passaggi-chiave della sua analisi: "Il percorso di innovazione avviato da Maugeri (Leonardo, ex direttore strategie, ndr) a fine 2010 con la chiusura di Porto Torres (il sito che aveva perdite maggiori) e la riconversione a ‘chimica verde', redditizia e in grado di assorbire la forza lavoro del sito stesso, si è interrotto".

Il pezzo si chiude con la richiesta di un cambio di management, possibilmente pescando dall'interno del gruppo stesso, e con la proposta di rivedere il criterio delle buonuscite, per evitare che Scaroni possa incassare altri 8 milioni di euro. ""Sarebbe uno schiaffo alla miseria", scrive Mi-Jena.

Il Cetriolo Quotidiano invece punta secco sul repulisti generale: "Nomine, Renzi rottama tutti. Il governo ha deciso di sostituire i manager di Stato che hanno fatto più di tre mandati. Una lettera del Tesoro e della Cassa depositi e prestiti fissa i nuovi requisiti: niente condannati o imputati. E l'ad di Eni Scaroni è indagato per corruzione" (p. 4).

7 - BRUTI & LIBERATI: COSI' MI DIMENTICAI DI GAMBERALE
"Inchiesta smarrita. Bruti: mia deplorevole dimenticanza. Il procuratore e il fascicolo Sea-Gamberale". Sul Corriere, Luigi Ferrarella tira fuori la lettera del 2012 con la quale il procuratore capo di Milano, oggi denunciato dal suo aggiunto Robledo al Csm, ammise il grave errore. Un errore che impedì alla magistratura di mettere sotto controllo i telefoni, o intervenire in flagranza di eventuale reato, al momento della contestata asta sugli aeroporti milanesi vinta per 385 milioni dal fondo di Vito Gamberale.

Il fascicolo riconsegnato a Bruti da Greco, perché lo girasse per competenza a Robledo, fu dimenticato per tre mesi dal capo dell'ufficio sulla propria scrivania. "Sono convinto che riuscirai a gestire la situazione, nonostante il ritardo a me imputabile", scrisse Bruti al suo vice al momento del ritrovamento. Ritrovamento "facilitato" anche da un paio di articoli di giornale.

Repubblica prende un altro buco, ma si conferma la Pravda della Procura e di Magistratura democratica e sforma un titolo vagamente minaccioso: "Scontro Robledo-Bruti, rischio sanzioni disciplinari" (p. 9).

 

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