luigi federico signorini ignazio visco

NON SONO UN SIGNORINI - CONTATTI TRA MATTARELLA E TRIA PER CONFERMARE IL VICEDIRETTORE GENERALE DI BANKITALIA. CHE SI ERA DETTO SCETTICO DAVANTI AL REDDITO DI CITTADINANZA - CHI È IL BANCHIERE FIORENTINO, FEDELISSIMO DI VISCO, ENTRATO A 27 ANNI NELL'UFFICIO-STUDI DI PALAZZO KOCH. È MARIO DRAGHI A PROMUOVERLO ALLA VIGILANZA NEL 2008, A 53 ANNI

 

 

1. I CONTATTI FRA TESORO E COLLE L' OPZIONE DI UN SIGNORINI BIS ANCHE CON IL NO DELL' ESECUTIVO

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

Da giorni sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini chiedono un ricambio ai vertici della Banca d' Italia e, qualunque sia l' idea dei vicepremier, non è la prima volta che la maggioranza si occupa dell' argomento. Né è la prima volta che M5S e (almeno) alcuni esponenti della Lega lo fanno in maniera poco convenzionale.

Le posizioni del governo in questi giorni non nascono nel vuoto e appaiono sotto una luce un po' diversa, se lette nella prospettiva degli ultimi mesi.

 

luigi federico signorini

Già l' atto di nascita dell' esecutivo fu segnato da una sfida alla banca centrale, oltre che alle leggi italiane e europee a difesa della sua indipendenza. A maggio scorso, la prima bozza del contratto di governo giallo-verde prevedeva la «cancellazione» di 250 miliardi di debito pubblico italiano acquistati dalla Banca centrale europea con il quantitative easing negli ultimi quattro anni.

 

Quella bozza non lo precisava, ma la perdita sarebbe stata quasi tutta a carico della Banca d' Italia; è quest' ultima infatti che, su mandato della Bce dal 2015, ha acquistato titoli del Tesoro per circa 365 miliardi. Quell' ipotesi di rimuovere più del 10% del debito attraverso un default sull' istituto centrale, che peraltro rispedisce come dividendi al Tesoro gli incassi sulle cedole sui suoi titoli di Stato, poco dopo sparì. Ma Banca d' Italia non ha smesso di essere nei pensieri di parte della maggioranza.

 

È dell' autunno per esempio una proposta di legge del presidente della commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi (Lega): lasciare le riserve auree in gestione alla Banca d' Italia, ma decretare che la proprietà è «dello Stato» e quindi la disponibilità appartiene al governo.

 

laura castelli claudio borghi

Non è chiaro quanto sostegno abbia questa proposta, ma essa richiama un sottinteso delle polemiche di questi giorni: la Banca d' Italia possiede lingotti e monete d' oro che valuta a 84,8 miliardi di euro e nel complesso ha attivi per 963 miliardi - oltre metà del reddito nazionale - inclusi 40 miliardi in valuta estera e 18 di crediti «verso le pubbliche amministrazioni». Peraltro almeno il valore di mercato delle riserve auree di Banca d' Italia è senz' altro superiore alle poste segnate in bilancio.

 

Un' operazione con pochi scrupoli potrebbe far emergere plusvalenze improvvise.

Non sono dettagli destinati a passare inosservati. Neanche per un governo che nella prossima legge di bilancio deve trovare almeno 25 miliardi di tagli o nuove tasse solo per stabilizzare il deficit, mentre l' economia resta ferma o in caduta.

 

Naturalmente provare a toccare i forzieri della Banca d' Italia nell' illusione di far tornare i conti non sarebbe solo illegale; darebbe anche un segnale di confusione e perdita di controllo al quale gli investitori reagirebbero come hanno fatto già alla prima bozza di bilancio in autunno: uscendo dall' Italia e lasciando che le fiamme divampino sul mercato del debito.

 

 

Luigi Federico Signorini

Giovanni Tria, il ministro dell' Economia, lo capisce benissimo. Anche di recente si è confrontato al Quirinale e tra l' altro ha dall' inizio un ottimo rapporto con i vertici della Banca d' Italia. Il suo richiamo alla necessità di rispettarne l' indipendenza sarà anche «banale», come ha detto lui stesso, ma non suona casuale.

 

Del resto la situazione nell' organo di guida operativa della Banca d' Italia resta delicata e una paralisi nelle nomine da qui a metà anno porterebbe a un direttorio con solo due componenti su cinque, di fatto messo nell' impossibilità di decidere e agire.

 

In realtà la legge prevede che le nomine nel direttorio, salvo quella del governatore, siano indicate dal Consiglio superiore della stessa Banca d' Italia e confermate con un decreto del presidente della Repubblica - «promosso» dal premier Giuseppe Conte e da Tria - una volta «sentito il Consiglio dei ministri».

il ministro giovanni tria (2)

 

Dunque il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha diritto di confermare le nomine in direttorio anche se il parere del Consiglio dei ministri fosse negativo. E il governo non può indicare persone di sua preferenza. Se però semplicemente bloccasse le procedure di nomina omettendo di inviare al Quirinale un proprio parere sui nomi designati, violerebbe la legge italiana e le regole europee che garantiscono l' indipendenza delle banche centrali come condizione perché esse funzionino.

La pressione da Bruxelles e da Francoforte sull' Italia, a quel punto, diverrebbe ogni giorno più forte.

 

 

2 - IL FEDELISSIMO DI VISCO CHE BOCCIÒ IL REDDITO M5S

Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera

 

Non c' è da stupirsi se il dossier sul vicedirettore generale di Banca d' Italia, Luigi Federico Signorini, che i ministri pentastellati si sono ritrovati sul tavolo del consiglio dei ministri giovedì scorso, consistesse in poche pagine, tratte principalmente dalla sue ultime audizioni, assai critiche sulla manovra.

 

Luigi Federico Signorini, Salvatore Rossi, Ignazio Visco, Vincenzo La Via, Fabio Panetta, Valeria Sannucci

«Una misura dagli effetti graduali e modesti», il suo giudizio sul reddito di cittadinanza. Dell' uomo del direttorio di cui il governo ha bloccato la conferma, le note biografiche sono quelle ufficiali del profilo istituzionale, riprese in numerosi siti internazionali. Perché Signorini, fiorentino, 63 anni, sposato, laureato in Economia nella sua città e alla Harvard University, inglese impeccabile e eloquio misurato, svolge per Bankitalia il ruolo di «ambasciatore» in tutti i più prestigiosi consessi internazionali.

 

Nell' ufficio-studi di palazzo Koch il giovane Signorini entra a 27 anni, dopo aver svolto, durante gli studi, altri lavori che nel curriculum ha il vezzo di non celare: giornalista, insegnante, consulente legislativo regionale. Il dossier su di lui gli attribuirebbe simpatie giovanili a sinistra. Niente che possa trasparire oggi dai suoi discorsi pubblici: solo negli ultimi due, le citazioni di Einaudi e del pensiero liberale si sprecano.

 

Tra il 1994 e il 1996 Signorini viene nominato consulente e speechwriter dal presidente del Consiglio, Lamberto Dini. «Era capace e brillante. E molto riservato - dice l' ex premier -. Lo scelsi insieme con Natale D' Amico (oggi consigliere della Corte dei conti, tuttora grande amico di Signorini, ndr )».

 

mattarella

È l' allora governatore Mario Draghi a promuoverlo alla Vigilanza nel 2008, a 53 anni. Ma non è solo per un dato anagrafico che non rientra tra i «Draghi boys». Il suo rapporto più solido è con l' attuale governatore Ignazio Visco, che lo propone alla vicedirezione generale nel 2013. Carica cessata oggi. Chi cercasse Signorini nei prossimi giorni, sa dove trovarlo. Il suo buen ritiro è la spettacolare residenza di famiglia del '500 in Toscana.

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO