CHI VA A NOZZE CON I GAY - NONOSTANTE LE PROTESTE VISCERALI DELLA COMUNITÀ CATTOLICA, LA MAGGIOR PARTE DEI CITTADINI IN FRANCIA E IN INGHILTERRA È FAVOREVOLE AI MATRIMONI OMO - SOLO L’ITALIA RESTA UN’INCOGNITA, MA FORSE È QUESTIONE DI TEMPO, SOPRATTUTTO PERCHÉ LA POTENTE COMUNITÀ GAY INTERNAZIONALE HA FORTE CAPACITA’ DI SPESA E I GRANDI GRUPPI FINANZIARI SE LA LITIGANO…

1 - TENDENZA GAY: L'ORA X DEI DIRITTI
Caterina Soffici per il "Fatto quotidiano"

Il discorso di Jodie Foster alla cerimonia dei Golden Globe arriva alla fine di una settimana dove in mezza Europa abbiamo assistito a mobilitazioni e scontri in nome dei diritti omosessuali. Per la verità quello dell'attrice era più una dichiarazione d'amore per la ex compagna e i suoi figli che una rivendicazione politica. Ma il fatto stesso che l'abbia pronunciato ora, in quella sede, con un'audience globale, è ancor più significativo.

È indubbio che i diritti dei gay sono l'argomento del giorno. Perché proprio ora? Questa è la cosa interessante da capire. Difficile che sia una casualità, più probabile che sia lo Spirito del Tempo giunto a maturazione. E interessante vedere le diverse declinazioni che il tema prende, a seconda del paese (e della influenza della chiesa cattolica).

Da un lato Francia e Italia, dove gli schieramenti sono i classici. Conservatori e chiesa contro i progressisti di Hollande. Domenica a centinaia di migliaia sono scesi in piazza a Parigi per protestare contro il governo socialista che vuole concedere alle coppie gay il diritto di matrimonio e di adozione dei bambini. Dietro di loro l'opposizione di destra con il sostegno della Chiesa cattolica, da sempre contraria, perché il provvedimento "minerebbe alla base l'essenza stessa della famiglia".

Niente di nuovo, quindi. In Francia le unioni dello stesso sesso sono già previste (i Pacs), ma in campagna elettorale Hollande aveva promesso che avrebbe esteso i loro diritti anche alle adozioni e al matrimonio. Nelle stesse ore a Roma le attiviste ucraine e francesi di Femen si spogliavano sul sagrato di San Pietro per rivendicare gli stessi diritti. In Francia gli organizzatori della marcia hanno ribadito di avercela con gli omosessuali e sono stati ben attenti a rimuovere cartelli e striscioni omofobi. Ma qui inizia l'assurdità.

Come si può dire di non essere contro qualcuno, nel momento in cui manifesti per impedirgli di estendere i suoi diritti? Soprattutto quando quel qualcuno è una minoranza discriminata. Il ridicolo di dire "non ce lo con te ma con le tue pretese di voler essere uguale a me" però non è evidente a tutti. E qui si inserisce la posizione spiazzante e originale del governo britannico di Cameron. Il leader conservatore si è impegnato già in campagna elettorale a legalizzare i matrimoni omosex. In Inghilterra esiste la possibilità di firmare civil partnership (come i Pacs in Francia), unioni civili che garantiscono gli stessi diritti e doveri ma non hanno lo stesso valore legale di un matrimonio tra due eterosessuali.

"Io non sono a favore del matrimonio gay nonostante sia un conservatore. Io sono a favore del matrimonio gay perché sono un conservatore", dice Cameron. Insomma, il matrimonio è un valore che la destra si impegna a difendere perché fa parte del suo modello di società.

La discussione, come prevedibile , ha spaccato i Tory e molti parlamentari sono contrari. Il cardinale cattolico O'Brien ha paragonato la legalizzazione delle nozze gay alla legalizzazione dello schiavismo. Nel Regno Unito, essendo i cattolici in minoranza, in genere sono più aggressivi. Quindi tutto molto prevedibile. Ma i sondaggi sono con Cameron. Il 60% del popolo inglese, come la maggioranza del popolo francese, è favorevole ai matrimoni gay.

Sappiamo che è impossibile fermare la Storia. Dalla depenalizzazione dell'omosessualità a oggi si sono fatti passi da gigante verso una società più equa. È convinzione comune che le "persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, che pagano le tasse, e contribuiscono al benessere e al progresso di una nazione", "nelle arti, nei media, nello sport, nell'impresa, nella finanza" (sono le categorie usate da Cameron) vedranno presto riconosciuti i propri diritti. È successo con il divorzio e con l'aborto (tema ben più sensibile). Succederà perché non c'è un motivo razionale per impedire a un gruppo di cittadini con una caratteristica (sessuale) diversa di avere gli stessi diritti degli altri. Molto più difficile prevedere quando questi concetti troveranno spazio in Italia.

2 - "CONQUISTA L'OMOSEX" LA TOLLERANZA È UN BUSINESS
Camilla Conti per il "Fatto quotidiano"

"Mi chiamo Lloyd Blankfein, sono l'amministratore delegato di Goldman Sachs e sostengo l'eguaglianza dei matrimoni", dichiara in uno spot di 32 secondi uno degli uomini più potenti di Wall Street (sposato con tre figli) nella veste di testimonial della Human Rights Campaign. Ovvero la più grande associazione Usa di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali con più di 750.000 sostenitori. Perché, dice Blankfein, "la tolleranza è un buon affare".

Anzi ottimo, considerando sia i numeri che l'elevata capacità di spesa della comunità omosessuale. La stessa Goldman riconosce da 10 anni l'assistenza ai partner oltre a finanziare gli interventi chirurgici per cambiare sesso. E ha partecipato insieme a Bank of America Merrill Lynch, Barclays, Citi, Crédit Suisse, Deutsche Bank e HSBC alla convention londinese dello scorso novembre sull'uguaglianza di genere dei dipendenti lesbiche, gay, bisex e transgender (Lgbt). Per la prima volta il discorso è stato affrontato dall'industria finanziaria in Europa, sulla scia del successo che la stessa iniziativa ha avuto a New York dove hanno partecipato circa 200 rappresentanti di banche con una capitalizzazione complessiva di 630 miliardi.

Del resto i maggiori istituti finanziari del mondo fanno quasi a gara nel lanciare iniziative: JP Morgan ha per esempio sponsorizzato l'organizzazione di gay pride a Londra e New York, la banca inglese Lloyds stima che all'interno del gruppo lavorino circa 2500 omosessuali o transgender e ne favorisce l'inserimento tra i colleghi, con i clienti, e all'interno della comunità .

Sempre fra i colossi bitannici, nel 2010 Barclays ha deciso di rimborsare lo staff Usa che aveva subito disparità economiche sulla base della diversa legislazione per gli omosessuali in tema di matrimonio e ha lanciato di recente un'applicazione gratuita per telefonino destinata ai suoi dipendenti "Lgbt". Essere gay-friendly, infatti, non è più un costo ma un beneficio.

Offre innumerevoli possibilità di guadagno e attrae un elevato numero di consumatori. I gay americani, a esempio, spendono oltre 835 miliardi di dollari l'anno. E anche in Italia i numeri non possono più essere sottovalutati dagli esperti di marketing e vendite. Dal turismo (quello gay rappresenta il 7% del fatturato complessivo del settore) alle banche e alle assicurazioni. Secondo le analisi di Mutui.it  , nel 2011 sono state oltre 16.000 le domande di mutuo inviate agli istituti credito da coppie formate da persone dello stesso sesso. Il 65% delle richieste riguarda i finanziamenti per l'acquisto della prima casa con una domanda media piuttosto elevata: si richiedono più di 190.000 euro, pari al 75% del valore dell'immobile (+18% rispetto alla media).

Un business ghiotto per le big del credito e per il settore immobiliare. Ma anche per le compagnie di assicurazione. A ottobre 2011 Ina Assitalia, controllata dalle Generali, ha lanciato "Uno in Due", il primo piano di risparmio rivolto a tutte le coppie, al di là di ruoli e legami familiari tradizionali, che possono così proteggersi reciprocamente grazie all'opzione che garantisce un capitale in caso di decesso o invalidità permanente di uno dei due assicurati.

Nel frattempo, in Europa, manager e imprenditori gay si riuniscono in associazioni, per fare lobby. Come l'Egma (European Gay and Lesbian Managers Association) che ha sede a Berlino ed è costituita da 9 associazioni nazionali che contano oltre 3000 manager, imprenditori e professionisti "Lgbt".

A Hong Kong e a Londra, invece, è operativa Lgbt Capital che riunisce fondi di investimento su imprese gay-friendly oppure create e gestite direttamente da membri della comunità omosessuale. In Italia un'associazione simile manca. Ma qualcosa si sta muovendo: l'anno scorso alla Bocconi di Milano il gruppo studentesco Equal Student (B.e.st), che promuove i temi della tutela delle diversità, ha organizzato una tavola rotonda sul cosiddetto "diversity marketing". Un appuntamento da ripetere perché, come dice mister Goldman, la tolleranza è un buon affare.

 

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