OBAMA COME SCAJOLA, SPIA A SUA INSAPUTA! - “NON SAPEVA DELLE INTERCETTAZIONI ALLA MERKEL” (MEJO ME SENTO)

Federico Rampini per "la Repubblica"

"Spionaggio: se Barack Obama non sapeva, perché non sapeva?" Il titolo delle Breaking News introduce il tg della Cnn: dedicato alle ultime rivelazioni sulle intercettazioni che hanno creato tensioni acute con alleati come Germania, Francia, Brasile e Messico. I commentatori della Cnnrendono esplicito quel che sta dietro l'interrogativo: «Il presidente vive in una torre d'avorio, isolato dall'Amministrazione? Oppure gli viene nascosto qualcosa?».

E' la reazione ai dettagli più sconcertanti rivelati da esponenti dello stesso esecutivo, protetti dall'anonimato, e apparse sul Wall Street Journal. Da una parte quelle rivelazioni proteggono il presidente dall'accusa di avere mentito: Obama ignorava, conferma la fonte del Wall Street Journal, che la cancelliera Angela Merkel era direttamente spiata dalla National Security Agency (Nsa). Ma questa versione aggiunge dettagli tutt'altro che rassicuranti.

E' solo quest'estate, nel corso di un "riesame interno", che la Casa Bianca scopre il programma della Nsa che spia 35 leader mondiali, tra cui diversi alleati. Sempre in base alla fonte interna, «Obama è rimasto per cinque anni all'oscuro, senza sapere che le sue stesse spie stavano intercettando i telefoni dei leader mondiali».

La giustificazione per questa mancanza di informazione, lascia allibiti. «La Nsa ha così tante operazioni di intercettazione in corso - prosegue la fonte ufficiale ma anonima citata tra virgolette sul Wall Street Journal - che non sarebbe pratico informare il presidente di tutto». Aggiungendo che la Merkel e qualche altro leader non vengono più intercettati, ma probabilmente molti continuano ad esserlo.

Le domande che rilancia la Cnn, a questo punto non riguardano più soltanto la diplomazia, i rapporti con gli alleati, il danno d'immagine presso l'opinione pubblica internazionale. Il problema sollevato da una Nsa che "per ragioni pratiche" si arroga il diritto di dare al presidente solo un sunto d'informazione sulle proprie attività, è un problema costituzionale.

L'esecutivo ha al proprio interno dei "corpi separati" che sfuggono al controllo della Casa Bianca? Ieri il portavoce di Obama, Jay Carney, si è limitato a rispondere ad alcune delle pressanti richieste degli alleati europei, Germania in testa. Carney ha precisato che lo spionaggio in questione non ha avuto finalità economiche (sottrazione di segreti tecnologico-industriali) bensì la prevenzione di attentati terroristici.

Il portavoce ha detto che «sarà necessario introdurre qualche limite su come raccogliamo e utilizziamo l'intelligence». La linea è la stessa che Obama ha adottato fin dall'inizio delle rivelazioni di Edward Snowden, il cosiddetto Datagate. Lo ha ribadito ieri la sua National Security Adviser, Susan Rice, invocando «il giusto equilibrio» tra le esigenze di sicurezza e quelle di protezione della privacy.

La Casa Bianca ha annunciato che il "riesame" di tutto questo settore, annunciato da Obama que-st'estate, sarà concluso entro la fine dell'anno. Per ora non si parla di ribaltoni al vertice dello spionaggio, la Casa Bianca conferma la fiducia nel generale Keith Alexander che guida la Nsa dai tempi di George Bush (come quasi tutti i capi dei servizi, nominati da Bush).

Nel giorno dell'arrivo di una delegazione tedesca a Washington per discutere un patto di "non belligeranza" in materia di spionaggio fra alleati, nella capitale federale ieri c'era anche una delegazione di europarlamentari. Dopo un incontro con i colleghi del Congresso Usa, l'eurodeputato tedesco Elmar Brok ha dichiarato: «La fiducia è svanita. Bisogna lavorare duro per ristabilirla, tra i governi e tra i nostri popoli».

Il Congresso di Washington non è però tra gli interlocutori più comprensivi. Un coro di voci, soprattutto di destra ma non esclusivamente dal partito repubblicano, continua a difendere le attività della Nsa in nome della sicurezza e dell'antiterrorismo.

 

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