I FRATELLI GRAVIANO E LA VILLA DEL MISTERO: CHI OSPITO’ I BOSS DI BRANCACCIO IN COSTA SMERALDA NEL 1993, SUBITO DOPO LE STRAGI MAFIOSE? - RIFLETTORI ACCESI SULLA RESIDENZA ESTIVA DELL’EDITORE CARLO GANDINI, A 200 METRI DA VILLA CERTOSA - L’UNICA A RICORDARE UN OSPITE CHE “SOMIGLIAVA A FILIPPO GRAVIANO” E’ LA DOMESTICA DI VILLA GANDINI CHE PERO’, RIASCOLTATA RECENTEMENTE DAI PM, E’ APPARSA SEMPRE PIU’ TITUBANTE….

Peter Gomez e Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Com'era la villa? Una delle più belle della Costa Smeralda. Aveva una grande vetrata e un patio che davano direttamente sul mare. E c'era una grande albero, una sorta di scultura che è davvero difficile da dimenticare".

Salvatore Baiardo toglie gli occhiali scuri, socchiude gli occhi e fa una pausa. Lui, con i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, dice di essere stato in Sardegna due volte. La prima nel 1992, quando già curava la loro latitanza, e gli fu chiesto di affittare per i boss di Brancaccio un buen re-tiro dove i due fratelli si potessero rifugiare con le rispettive fidanzate. La seconda nel 1993, subito dopo le stragi dell'estate di cui i Graviano furono organizzatori ed esecutori.

Due viaggi misteriosi, al centro delle indagini oggi riaperte sulla stagione delle bombe, che nel corso degli anni hanno portato gli investigatori della Dia ad ascoltare come testimoni personaggi da pesare in miliardi. Gente come il numero uno di Mediolanum e socio di Silvio Berlusconi, Ennio Doris, come l'ex editore dell'Indipendente dei tempi d'oro (quello diretto da Vittorio Feltri) Carlo Gandini, come l'imprenditore milanese Luigi Meroni, e quasi tutta la famiglia Bianchi di Milano imparentata attraverso un matrimonio con i Bormioli di Parma.

Tutti questi ricchi frequentatori della Costa Smeralda, che ovviamente non hanno nulla a che fare con la latitanza dei boss, sono stati sentiti nel dicembre del 1996 nell'ambito dell'inchiesta sulle stragi. Secondo le ipotesi della Dia, i due boss di Brancaccio e le loro fidanzate potrebbero avere addirittura occupato la villa che l'editore Gandini, era solito affittare nel mese di agosto.

Tutto parte dal solito Salvatore Baiardo, l'ex consigliere comunale di Omegna, già condannatoperfavoreggiamentodei Graviano (pena scontata dal '96 al ‘99), che qualche giorno fa ha accettato di parlare con Il Fatto Quotidiano. Nel 1996, esaminando i tabulati dei suoi cellulari, i detective ricostruiscono i suoi spostamenti e quelli dei due boss. Viene così registrata la presenza di Baiardo in Costa Smeralda il 17 agosto del ‘93, quando prende una volo della Meridiana a Linate alle 9.25 di mattina e rientra da Olbia lo stesso giorno poco prima delle cinque del pomeriggio.

Baiardo oggi ci dice: "Presumo che anche nel 1993 i Graviano abbiano occupato la stessa villa, ma il contratto l'ho seguito solo nel ‘92. Chiesi a un agente immobiliare di Torino che lavorava a Olbia di trovarmela. Era un mio amico. Lui però non si occupava di immobili così importanti. Si rivolse a un collega e io finii per pagarla 200 milioni di lire: 130 per agosto e 70 per settembre. Di chi era? Guardi a me inizialmente dissero che era di un architetto...".

Nel ristorante dove sta parlando gli interrogativi sulla grande villa di Punta Volpe, "a duecento metri da villa La Certosa", restano così come sospesi. Come misteriosi restano anche i motivi per cui i Graviano, che durante le stragi facevano principalmente base in Versilia, ritornarono in Costa Smeralda dove il futuro presidente del consiglio Silvio Berlusconi, nell'agosto del ‘93, stava mettendo a punto gli ultimi preparativi in vista della creazione di Forza Italia.

Nel 1996, Baiardo fornisce senza verbalizzarle delle indicazioni agli investigatori, anche se oggi nega di essere mai stato un confidente della Dia. Il 4 novembre la Dia stila una nota per la Procura di Firenze in cui si riassumono anche le confidenze ricevute sui presunti rapporti tra i Graviano e Marcello Dell'Utri e sul ruolo di prestanome del finanziere siciliano Filippo Alberto Rapisarda. Poi i detective sbarcano in Costa Smeralda.

Fanno fotografie e sopralluoghi. E una volta arrivati in fondo a una stradina chiusa di punta Volpe dalla quale si accede solo a tre bellissime ville ascoltano i proprietari degli immobili. È il dicembre del 1996. A tutti viene posta la stessa domanda: come è l'arredamento della vostra casa? Ci sono sculture o mobili particolari?

"La Dia mi ha chiesto anche", racconta Baiardo al Fatto, "perché quando sono tornato non avevo più la valigia imbarcata a Milano, ma la verità è che io ho degli appartamentini in zona e avrò portato le cose che servivano per la casa, non certo soldi per i Graviano". Comunque Baiardo coglie l'occasione per smentire Fabio Tranchina e Gaspare Spatuzza, i pentiti che accusano i Graviano della strage di via D'Amelio: "Spatuzza dice di non essere mai stato in Sardegna e invece ha svuotato la villa dove hanno alloggiato i Graviano con me. Mentre Tranchina dice che i Graviano sono arrivati in aereo mentre una volta sono giunti sull'isola con un traghetto e una volta con lo yacht".

La descrizione dell'immobile ricevuta "in via fiduciaria", scrivono gli investigatori "indirizza l'attenzione sulla villa di Carlo Gandini". L'editore viene ascoltato due volte a dicembre del 1996 e racconta che nel mese di agosto del 1993 la villa è stata affittata regolarmente alla famiglia di Giansaverio Bianchi, un imprenditore che opera nel settore degli alcolici a Milano. I Bianchi vengono sentiti e ricordano di avere ospitato alcuni amici, rampolli di importanti dinastie del capitalismo italiano. Nessun ospite siciliano. Nessuno riconosce le foto dei Graviano. Nel periodo che interessa alla Dia, quello vicino al 17 agosto, in villa c'era soltanto la mamma e i domestici. Mentre il genero arriva in agosto con gli amici salpati in barca da La Spezia.

All'improvviso però succede un colpo di scena. La domestica di villa Gandini, Maria Ferreira Duarte il 13 dicembre del 1996 dice alla Dia di ricordare che "dopo il ferragosto del 1993 erano giunti e si erano intrattenuti in casa per circa una settimana tre ragazzi, un uomo e due donne e l'uomo somigliava a Filippo Graviano". Anche il marito, con incertezza, sostiene che forse ha visto in villa Rosalia Galdi, la moglie di Giuseppe Graviano.

Le dichiarazioni contrastano con quelle dei datori di lavoro e recentemente i domestici sono stati risentiti e sono sembrati molto più titubanti. Lo scenario per gli investigatori è sempre più intricato anche perché la villa "sospettata" confina con la residenza del socio di Silvio Berlusconi in Mediolanum.

Il socio del Cavaliere risponde così alle curiosità della Dia: "Nell'agosto del 1993 la mia villa era occupata dalla mia famiglia. Non ho comunque mai affittato la mia villa ad estranei. Gli unici amici siciliani che ho sono Marcello Dell'Utri ed Edoardo Lombardi, che è vicepresidente della Mediolanum di cui io sono amministratore delegato. Dell'Utri è stato ospite a cena da me la prima volta a Porto Rotondo quest'estate (1996)".

Carlo Gandini, sentito ieri dal Fatto, ricorda: "Ovviamente non so nulla di questa storia. Mi hanno convocato varie volte, l'ultima un paio di anni fa. Conosco i Bianchi e ho affittato a questa famiglia la villa per uno o due anni. Non so chi abbiano ospitato".

 

IL BOSS GRAVIANOgraviano filippo Silvio BerlusconiEnnio Doris PIZ GASPARE SPATUZZA

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