boschi

1.BOOM!IL PADRE DELLA BOSCHI UTILIZZÒ I MASSONI PER FARE PRESSIONI SU BANKITALIA 2. MENTRE LA FIGLIA CHIEDEVA AIUTO A UNICREDIT, IL VICEPRESIDENTE DI BANCA ETRURIA SI RIVOLGEVA A CARBONI E MUREDDU. GRAZIE A LORO, PRESE CONTATTO CON 3 MEMBRI SU 5 DEL DIRETTORIO DI PALAZZO KOCH, QUELLI PIU’ VICINI AL GOVERNO RENZI - L' IDEA ERA DI FAR ACQUISIRE LA BANCA TOSCANA ALLA POPOLARE DELL'EMILIA

Giacomo Amadori per la Verità

 

MARIA ELENA BOSCHIMARIA ELENA BOSCHI

Per decifrare la storia recente di Banca Etruria bisogna concentrarsi su Pier Luigi Boschi e sulle sue ambizioni. L' uomo era entrato nel cda della Popolare di Arezzo quasi per caso, in quota Coldiretti, ma era sempre rimasto nell' ombra. Ma quando il 17 febbraio 2014 sua figlia Maria Elena giura come ministro della Repubblica, chi gli sta intorno inizia a guardarlo con occhi diversi. Qualcuno lo immagina come un possibile salvatore della Patria e a lui questo nuovo ruolo non dispiace. Tanto che accetta la nomina a vicepresidente.

 

Un testimone privilegiato di quei giorni convulsi rivela alla Verità: «La figlia all' inizio gli aveva consigliato di uscire dal cda di Etruria. Lo confidava lui stesso. Ma lui, invece, un po' per d' ambizione e un po' per arroganza, volle rimanere al suo posto». E i suoi errori non sono finiti. Pier Luigi si affida alle persone sbagliate, si lascia blandire e consigliare da massoni e bancarottieri. In quel periodo ha come suggeritore un apprendista faccendiere, Valeriano Mureddu, con cui aveva condiviso in passato alcuni affari legati al commercio dell' olio e del vino. Mureddu, arrestato a febbraio per bancarotta, è un personaggio indecifrabile: massone dichiarato, piccoli occhi color ghiaccio, si vanta in giro di lavorare con non meglio precisati servizi segreti esteri.

 

pierluigi boschi pierluigi boschi

Mureddu mette a disposizione di Boschi i buoni uffici di personaggi assai chiacchierati e il padre della ministra decide di giovarsene. Il nome più scomodo è quello di Flavio Carboni, uscito dalle nebbie degli anni Ottanta con accuse infamanti, diverse assoluzioni e una condanna definitiva per il crac del famigerato Banco ambrosiano.

 

FLAVIO CARBONIFLAVIO CARBONI

Nella primavera 2014, Boschi va in missione nella capitale in più occasioni e senza colleghi. Saltuariamente lo accompagna il presidente Lorenzo Rosi. In quel periodo da una parte ci sono gli incontri ufficiali, i tentativi del governo di trovare una soluzione alle varie crisi bancarie, gli abboccamenti con la Popolare di Vicenza e con Unicredit e dall' altra le sortite solitarie di Pier Luigi, convinto di risolvere i problemi grazie a faccendieri e massoni. «Mi risulta che a Roma incontrasse, per lo più in pausa pranzo, un personaggio fuori da Palazzo Koch, il quale poi saliva in sede e riferiva l' esito dell' incontro. Gli abboccamenti avvenivano vicino alla sede di Banca d' Italia», ricorda un ex dirigente di Etruria. Pier Luigi citava come mediatore un uomo che aveva lavorato in via Nazionale e che poi si era dedicato all' attività di consulenza. Qualcuno ci suggerisce il nome di un influente ex ispettore capo.

 

In quel momento, secondo le fonti della Verità, il direttorio di via Bankitalia era diviso: da una parte il governatore Ignazio Visco e Carmelo Barbagallo, poco sensibili ai desiderata dell' esecutivo, e dall' altro i membri considerati più filogovernativi. In un appunto del 4 giugno 2014, dettato da Mureddu a un suo collaboratore, si legge: «Nominativi della Banca d' Italia Luigi Federico Signorini, Fabio Panetta, Valeria Sannucci già contattati». Secondo il massone toscano qualcuno a lui legato era riuscito ad avvicinare tre membri su cinque del direttorio.

VALERIANO MUREDDUVALERIANO MUREDDU

 

«Ci proporranno anche una banca italiana per l' acquisizione di Banca Etruria» continuava Mureddu. Per i ben informati l' istituto avrebbe dovuto essere quello della Popolare dell' Emilia. Nel promemoria ci sono altre due righe piuttosto interessanti: «Nominativo per direttore generale di Banca Etruria. Ex Banca Italia oggi direttore Generale della Federazione delle banche cooperative delle Marche Franco Di Colli».

 

Chi aveva pensato a Di Colli come dg, magari per ammorbidire i rapporti tesi con via Nazionale? Mureddu? Carboni? Boschi? L' appunto non lo rivela. «Quel che è certo è che in quei giorni convulsi il nome di Di Colli girò davvero nei piani nobili della banca come possibile direttore», ammette un' altra fonte. Confermando come pure in questo caso Mureddu fosse in possesso di informazioni di prima mano. Nel file dettato dal sedicente 007, dopo la citazione dedicata a Di Colli, compare anche la parola «FIGLIA» tutta in lettere maiuscole. Chi è la figlia in questione? Nel documento il quesito resta senza risposta.

 

ignazio viscoignazio visco

Boschi, con la mediazione di Mureddu, ha cercato il nuovo dg anche nell' ufficio romano di Carboni e nella rosa dei papabili finì pure il nome di Gaetano Sannolo, ex vicedirettore generale della Banca del frusinate. Un personaggio che Mureddu sosteneva fosse imparentato con l' ex vicedirettore dei servizi segreti esteri Paolo Poletti.

 

In un' intercettazione Carboni e Mureddu individuavano la mancata nomina di Sannolo come possibile origine dei loro guai giudiziari e mediatici. Lo stesso Mureddu, qualche mese fa, con chi scrive, aveva buttato lì una domanda sibillina: «C' era una persona dell' Aise che aveva un nipote che doveva andare in banca Etruria e andò male, non sarà lui la sua fonte?». E raccontò di una presunta telefonata infuocata tra Carboni e Poletti dopo la mancata nomina.

 

BOSCHIBOSCHI

 Un omonimo del più celebre Flavio, Marco Carboni, informatico ed ex dipendente della Geovision srl, la società di Mureddu fallita nel 2016, ha descritto ai pm gli incontri che avvenivano nel capannone dell' azienda: «Ricordo che un paio di volte ho visto arrivare alla Geovision un' auto di grossa cilindrata di colore scuro con a bordo delle persone bene vestite. In queste due occasioni ricordo che Mureddu diceva () di vestirsi bene in quanto arrivavano quelli di Banca Etruria. Ricordo che un giorno G. C. mi diede anche un computer da analizzare per rimuovere un virus che sentii dire da lui stesso essere di Boschi».

 

BANKITALIABANKITALIA

Una notizia che si potrebbe collegare ad alcune frasi pronunciate da Mureddu, nel già citato incontro con il cronista della Verità. Il massone sardo sospettava che Banca d' Italia avesse volontariamente affondato l' istituto aretino: «Come mai non hanno fatto l' accordo con la Popolare di Vicenza? Secondo lei tra Zonin e Banca d' italia c' erano degli accordi?

 

Non è che tra le email arrivate da Bankitalia a Etruria c' era qualche ordine per fare l' accordo con la Vicenza? Perché non va a vedere se ci sono queste email?». Un riferimento ai messaggi di posta elettronica che potrebbe non essere casuale.

 

BOSCHI E GENTILONIBOSCHI E GENTILONImaria elena boschi a porta a porta  5maria elena boschi a porta a porta 5BANKITALIA 3BANKITALIA 3flavio  carboni  flavio carboni PIER LUIGI BOSCHI FLAVIO CARBONIPIER LUIGI BOSCHI FLAVIO CARBONI

 

maria elena boschi a porta a porta  4maria elena boschi a porta a porta 4

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...