AVVISATE LE FORBICI DI GUBITOSI CHE LA RAI SOSTIENE LA TV DI SAN MARINO OGNI ANNO CON PIU’ DI TRE MILIONI DI EURO (CONVENZIONE BY ANDREOTTI, RINNOVATA DA D’ALEMA) - DIRETTORE GENERALE E EDITORIALE E’ CARMEN LASORELLA - STIPENDIO? 320 MILA EURO ALL'ANNO, OLTRE A CASA, AUTO E AUTISTA, TUTTO A SPESE DI MAMMA RAI - PER IL GOVERNO SANMARINESE E’ UNA “OTTIMA GIORNALISTA, MA UNA PESSIMA MANAGER”…

Natascia Ronchetti per l'Espresso

Di tutto, di più. E così la Rai paga anche la tv di San Marino. Sì, ogni anno più di 3 milioni di euro partono dall'Italia verso l'emittente della Repubblica, che di suo ci mette circa 900 mila euro. Ed è sempre la Rai a farsi carico dello stipendio del direttore generale ed editoriale della televisione del Titano, incarico affidato quattro anni fa a Carmen Lasorella. Ma il salto da inviato di punta a manager non è facile e ora la giornalista rischia di precipitare dalla cima della rocca. Ormai a San Marino i commenti velenosi si sprecano.

«Mai visto un vero e proprio piano editoriale», protestano i redattori. «Ottima giornalista ma pessima dirigente», incalzano dal governo locale. Lei replica a muso duro: «Quando cambi le cose è normale che ci siano gli scontenti». Certo, il suo è un esilio dorato, a spese della Rai: qualcosa come 320 mila euro all'anno, oltre a casa, auto e autista, giurano i politici sammarinesi. «Fandonie, al netto sono molto meno», taglia corto Lasorella.

E dire che praticamente tutti avevano accolto la sua nomina con giubilo: «Finalmente, abbiamo pensato, una giornalista apprezzata dopo anni in cui la Rai ci ha considerato una specie di cimitero degli elefanti, rifilandoci professionisti a fine carriera o poco graditi ai vertici», ricorda il segretario di Stato all'Industria Marco Arzilli.

Tutto in forza di una convenzione con l'Italia, rinnovata nel 2008 dall'allora vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema e mai ratificata dal Parlamento, che ogni anno fornisce più di 3 milioni, su un bilancio di circa 5. Dal Titano arrivano solo 900 mila euro mentre con la raccolta pubblicitaria, in drastico calo, e la vendita di prestazioni e servizi non si arriva all'autosufficienza.

Lasorella sembra avercela messa tutta. Tagliata fuori a Roma («Non avevo più chances, non ero gradita»), ha rispedito un po' di proposte al mittente fino a quando non si è materializzata la poltrona sanmarinese. «Solo che quando sono arrivata qui mi sono accorta che il mondo finiva a Rimini», racconta: «Ho modificato l'organigramma, ridistribuito i ruoli, ammodernato gli studi, investito sulla formazione dei giornalisti. Ho permesso alla tv di acquisire una dimensione sovraterritoriale, l'ho portata sul satellite.

Oggi abbiamo prodotti che possono essere acquistati dalla Rai». E rievoca «la montagna di raccomandazioni di cui sono stata subissata subito dopo il mio insediamento: le ho ignorate e ho premiato il merito». Il fatto è che, con il passivo lievitato, gli oltre 60 dipendenti, tra giornalisti, operatori e impiegati, sono in stato di agitazione e fanno la fila davanti agli uffici del Governo per capire che ne sarà di loro. L'accordo con l'Italia è in scadenza a maggio e Mario Monti non pare disposto a rinnovarlo.

Molta acqua è passata sotto i ponti da quando Giulio Andreotti promise a San Marino - che aveva rinunciato a casinò e ferrovia - una bella emittente televisiva. Arrivata poi nel 1991. «Solo che noi speravamo nell'autofinanziamento e invece siamo ancora impiccati ai soldi della Rai», dice Claudio Felici, dei democratici sammarinesi. Lasorella un po' fa anche il parafulmine dello scontento. «L'impressione», prosegue Felici, «è che abbia usato l'emittente per un rilancio personale, impegnandosi più per riscattarsi che per far crescere la tv».

Il suo partito, Psd, con un ordine del giorno approvato all'unanimità, ha impegnato il Governo a cercare partnership strategiche per salvare l'emittente. Fermo restando che il Paese andrà a elezioni anticipate in novembre, dopo la crisi della maggioranza di centrodestra, e tutti ora pensano alla campagna elettorale. Il pallino è nella mani di Arzilli e del ministro Corrado Passera.

Ma il Titano ha un asso da giocare. Il piano di Ginevra del 2006 gli ha assegnato cinque frequenze, tre delle quali concesse in uso all'Italia in base all'accordo. «Non vogliamo fare ricatti», dichiara Arzilli «ma se la convenzione non viene rinnovata le frequenze, che hanno un notevole valore, tornano a noi».

 

carmen-lasorellaris17 carmen lasorellalasorella carmenMassimo D'AlemaGIULIO ANDREOTTI san marinoTARANTOLA GUBITOSI

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…