UN (BENE)VENTO ITALIANO TRAVOLGE NEW YORK – DE BLASIO STRAVINCE COL 73% DEI VOTI (MA HA VOTATO SOLO IL 24%, 1 NEWYORCHESE SU 4) - “L’ITALIANO? L’HO IMPARATO DAL BARBIERE”

Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

La hostess aggiusta il cartello rosso «Progresso» a favore delle decine di telecamere che inquadrano il podio dal quale di lì a poco Bill de Blasio farà il suo discorso. Lo sposta a destra, a sinistra, lo lucida. Tranquilla, senza fretta. Mancano una manciata di minuti alla chiusura dei seggi e alla proclamazione del nuovo sindaco di New York.

La calma di chi sa che non avrà sorprese regna sovrana nel palazzetto dello sport nel cuore di Brooklyn dove duemila supporter del candidato democratico si raccolgono alla chiusura dei seggi. L'unica emozione arriva dal margine di distacco che infligge al concorrente repubblicano Joseph J. Lhota: uno schiacciante 73% a 24%, superiore anche alle più favorevoli previsioni della vigilia. «Avete parlato forte e chiaro per una nuova direzione nella nostra città» dirà de Blasio, «non lasceremo nessuno indietro».

Il 52enne gigante italo-americano (è alto 1,96) è un politico di professione con un passato giovanile di viaggi in Nicaragua, Cuba e Unione Sovietica che molti non hanno esitato a classificare da estremista di sinistra. Moglie nera con trascorsi nel movimento delle lesbiche, de Blasio sale sul palco a grandi falcate mentre la musica si alza di volume.

Ad applaudirlo un pubblico variegato, campione rappresentativo della città più multietnica del mondo e del suo elettorato, anche se l'affluenza al voto, come sempre estremamente bassa, ha raggiunto il record negativo del 24%: su 4,3 milioni di votanti se ne sono presentati poco più di un milione.

Ebrei ortodossi, ispanici, neri, italo-americani, asiatici, de Blasio (ha ricevuto le congratulazioni del presidente Obama) ringrazia tutti coloro hanno che creduto in lui, anche quando alla vigilia delle primarie lo davano addirittura per quarto tra i democratici. Poi si rivolge alla comunità ispanica (la seconda negli Usa) parlando lo spagnolo praticato tra i sandinisti, dice qualcuno, e a quella italiana, che saluta in lingua: «Grazie a tutti».

De Blasio elenca ancora una volta i suoi obiettivi. Annuncia «grandi cambiamenti» che porteranno nel municipio di New York una «amministrazione progressista, competente, diversa». Un lavoro duro: «Ma lasciatemi essere chiaro - premette fissando i sostenitori - il lavoro è appena cominciato. E non ci facciamo illusioni sul compito che abbiamo davanti».

Il compito è abbattere le «diseguaglianze» in materia sociale che hanno spaccato in due la Grande Mela: da un lato i pochi ricchi, dall'altro i sempre più poveri. New York «è la più chiara rappresentazione - dice - dell'idea che sta dietro alla grandezza dell'America. Non ha importanza dove tu sia nato, come sei fatto, qual è la tua religione e chi tu ami. Se hai cervello e cuore, coraggio e fede, questa città, più di ogni altra al mondo, ti offrirà una possibilità reale per una vita migliore».

Ma bisogna che la strada degli intraprendenti sia resa meno impervia. Come? Investimenti nei servizi, ad esempio «negli asili nido e nei doposcuola» necessari alle madri lavoratrici e ai loro figli, che, se ben seguiti ed assistititi, avranno «le stesse possibilità» dei figli delle persone agiate. Alle classi elevate chiede lo sforzo di «pagare solo un po' più tasse».

Non tralascia la sicurezza, punto di forza delle ultime amministrazioni repubblicane e tema caldo della campagna elettorale nella quale aveva criticato la legge che concede alla polizia il diritto di fermare e perquisire chiunque, anche in base a un minimo sospetto. «Rispetto per i diritti civili» e «mano nella mano» tra agenti e cittadini, è la sua ricetta.

«Dobbiamo lavorare per promuovere una reale collaborazione tra la migliore polizia del mondo e le comunità che protegge dal pericolo interno o esterno». Il team di de Blasio e quello del sindaco uscente Bloomberg hanno deciso di lavorare insieme, gomito a gomito nelle otto settimane previste per la transizione dalla vecchia alla nuova amministrazione. «Il primo giorno operativo sarà il 12 novembre», annuncia il neosindaco che ha aperto un sito per raccogliere le proposte dei cittadini. Ma attenzione: «I cambiamenti non avvengono in una notte».

IL SUO ITALIANO ECCELLENTE? «IMPARATO DAL BARBIERE»
Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

Capacità di entrare in contatto diretto con l'interlocutore, anche attraverso la lingua: è una delle doti del nuovo sindaco di New York. «Grazie a tutti» ha esclamato in italiano nel suo discorso d' investitura in cui non ha tralasciato di pronunciare anche frasi in spagnolo. Bill de Blasio conosce la lingua italiana, lo deve all'orgoglio che nutre per le sue origini tra Campania e Basilicata e chissà, forse, anche per quella vezzosa «d» nobilmente minuscola del cognome della madre che ha scelto di portare.

«Stasera provo profonda gratitudine per le origini della mia famiglia» dice parlando ai sostenitori che festeggiavano la sua vittoria a Brooklyn. Dopo un «ringraziamento speciale alla mia famiglia italiana e agli amici di Roma, alla città natale di mio nonno Sant'Agata de' Goti (Benevento, ndr) e a quella di mia nonna Grassano (Matera, ndr)» chiudendo con quel «grazie a tutti» che fa sorridere e un tantino commuovere gli italoamericani che lo applaudono con gli altri duemila.

Ma più che un segno di differenza, l'italianità è per de Blasio è un modo per ricordare che anche lui fa parte di una delle tante minoranze etniche dell'America. «Rappresenta per noi la classe lavoratrice e la voglia di cambiare, ma sappiamo che conosce le differenze tra la gente perché le ha in casa sua. Quello che ha fatto a casa sua, può farlo a New York», dice una ragazza afroamericana, come la moglie del neosindaco, a pochi metri dal palco dei festeggiamenti.

Bill de Blasio nutre una vera passione per l'Italia, dove è venuto in visita ai parenti, e l'italiano, che negli Usa concede un certo fascino vagamente culturale e di gusto per la vita. Festeggiando l'ultimo Columbus Day nella sua Brooklyn, aveva fatto irruzione alla tradizionale parata locale con un «Buongiorno» e un «Viva l'Italia».

Ma non si era limitato ad espressioni che qualunque americano può imparare con un minimo di buona volontà. Il futuro sindaco aveva cominciato a scherzare con un gruppo di giornalisti facendo lui domande, però in italiano. Come l'ha imparato? «Crescendo in una comunità familiare italiana, partecipando a corsi di italiano durante il college». Tutto qui? No, anche grazie alla «formula magica». Quale? «Parlare italiano con il barbiere mentre mi faceva i capelli».

 

BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK Bill De Blasio Bill De Blasio Bill De Blasio BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK BILL DE BLASIO LA FESTA DOPO LELEZIONE A SINDACO DI NEW YORK

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...