di maio salvini mattarella

IL PALLINO DEL GOVERNO ORA CE L’HA SALVINI: DEVE DECIDERE A CHI PORTARE I SUOI VOTI - LA TELEFONATA CON LUIGI DI MAIO DOVREBBE AVER GIA’ SBLOCCATO L’ACCORDO PER I PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO. MA IL FEELING CON I CINQUESTELLE PUO' ANDARE OLTRE - BERLUSCONI E MELONI TEMONO LE NOZZE DELLA LEGA CON IL M5S MA E’ L’UNICO SCENARIO PLAUSIBILE. E LO FA CAPIRE ANCHE SALVINI...

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

1 - PROVE DI GOVERNO CON I 5 STELLE LA LEGA SPAVENTA BERLUSCONI

Amedeo la Mattina per “la Stampa”

 

Si è già sgretolata l' immagine del centrodestra unito. Basta sentire uno dei partecipanti al vertice di martedì sera: è uscito da Palazzo Grazioli con l'impressione che ognuno guardi con sospetto gli altri alleati. E i maggiori sospetti, Berlusconi e Meloni, li nutrono nei confronti di Salvini, che di fronte alla proposta dei commensali di fare il presidente del Senato ha risposto così: «Volete ingabbiarmi».

 

DI MAIO SALVINI

Ieri ha detto di sentirsi onorato che qualcuno abbia fatto il suo nome per la seconda carica dello Stato («per te sarà più facile avere l'incarico a formare il governo», aveva suggerito Meloni la sera del vertice), ma poi ha aggiunto di avere altri programmi: «Sono in partenza per un bel tour. Vado a ringraziare gli italiani che mi hanno votato. Andrò pure in Calabria: a qualcuno è sfuggito che sono senatore di quella Regione. Ma poi mi vedete nel ruolo di presidente del Senato?».

 

BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI

Salvini invece si trova più a suo agio come leader del centrodestra che consulta gli altri leader politici. Ieri ha iniziato con Di Maio. Ha pure sentito il reggente del Pd Maurizio Martina e Pietro Grasso. Ma la telefonata più interessante è stata quella tra i due vincitori, Luigi e Matteo. Vincitori sulla carta perchè nessuno dei due ha i voti per governare. Hanno però cominciato a conoscersi, annusarsi, capire se scatta il feeling per cominciare a costruire uno dei possibili scenari che arriveranno.

 

Il primo, di fatto, sembra concluso con la spartizione delle presidenze di Camera e Senato.

Salvini dice che ogni scelta sarà concordata con gli alleati del centrodestra. «Faremo scelte di squadra. Non ci saranno fughe solitarie». Promessa su cui Berlusconi e Meloni dubitano fortemente. E le parole del capo del Carroccio alimentano i sospetti su un accordo M5S-Lega che potrebbe andare oltre le presidenze di Camera e Senato.

 

berlusconi salvini meloni

«Non ho la smania di andare al governo. Voglio mantenere fede agli elettori - ha detto Salvini - lavoreremo nelle prossime settimane per trovare una maggioranza. Escluso il Pd, ogni scelta è possibile». Di più, nessuna chiusura a Di Maio: «Sui nomi e sui ruoli non ci sono pregiudizi. Se c' è condivisione di progetto ragioniamo. Abbiamo un programma e chiunque venga al governo con noi deve impegnarsi a cancellare la legge Fornero, a ridurre le tasse, a rendere l' Italia più federale e meno burocratica. Se ci sono altri suggerimenti siamo ben contenti di accoglierli».

 

Se gli interlocutori dovessero dire di no? «Allora facciamo una nuova legge elettorale con il premio di maggioranza e si ritorna a votare, senza tenere gli italiani in ostaggio per un anno. Se poi ci mettiamo a discutere di riforma costituzionale, come vorrebbe Franceschini, ci rivediamo tra tre anni almeno».

 

Di Maio Mattarella

Berlusconi ci metterebbe la firma per evitare di tornare al voto e vedersi ridimensionato e stritolato dalla Lega. Le sue parole sono l'opposto di quelle dette da Salvini. I giornalisti gli hanno chiesto se era vero che al vertice aveva aperto ai 5 Stelle (indiscrezione veicolata da ambienti leghisti, detto per inciso).

 

Risposta dell'ex Cavaliere arrivando alla Camera per l'assemblea dei gruppi di Forza Italia: «Ho aperto la porta per cacciarli via». Invece apre al Pd. Ai suoi parlamentari ha assicurato che farà di tutto per un accordo con i Dem: una convergenza su singoli provvedimenti. In ogni caso, ha precisato, bisogna evitare di tornare al voto per impedire che i 5 Stelle passino dal 32% al 40%.

 

Tajani

Allora, ha suggerito l'ex Cavaliere, proviamole tutte, «fatevi un amico grillino...». Comunque lo scenario peggiore per gli azzurri è un accordo M5S-Lega. Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue, lo ha esorcizzato così: «Non esiste un'ipotesi del genere perché moltissimi deputati della Lega sono eletti anche con i voti di Fi, di Fdi e di Noi per l'Italia, quindi hanno un vincolo con questi elettori».

 

2 - IL MOVIMENTO CRESCE ANCORA

Nicola Piepoli per “la Stampa”

 

Cosa pensano gli italiani a dieci giorni dalle elezioni? Ripeterebbero il loro voto o sono pentiti? E quale alleanza vorrebbero al governo? Dalla ricerca che abbiamo svolto emerge che quasi un italiano su due (49%) è poco o per nulla soddisfatto dell' esito del voto. Mentre il 46% della popolazione è abbastanza o molto contenta del risultato. Quella che è emersa dalle urne è un' Italia frammentata e tocca al Presidente della Repubblica riunirla. Ma come?

 

nicola piepoli

Varie sono le ipotesi di alleanze presentate al campione di italiani intervistato. Due sono quelle che più delle altre potrebbero essere accettate come possibile nuovo governo: al primo posto, con il 44% di gradimento, abbiamo l' ipotesi di un esecutivo guidato dal Movimento 5 Stelle. Il partito che ha vinto, aiutato da alcune altre forze, è per l'opinione pubblica la prima scelta. Quasi metà degli italiani si aspetta che Mattarella decida per questa opzione.

 

Al secondo posto abbiamo, però, con il 32% di preferenze, la possibilità di un governo di «concordia nazionale». In questo caso ci si aspetterebbe che il Presidente della Repubblica scegliesse un «eroe nazionale» a cui affidare la guida del governo. La sentenza degli elettori coinciderà con la decisione del Presidente della Repubblica? Viene in mente, in questo caso, ciò che diceva Charles De Gaulle: compito di un presidente è sapere e meditare su ciò che l'opinione pubblica pensa ma, suo supremo compito, è agire solo ed esclusivamente nell'interesse del Paese.

letta gentiloni renzi

 

Non abbiamo però ancora risposto a tutte le domande: come si sono mosse le intenzioni di voto nei giorni successivi alle elezioni? Se si votasse oggi, quale sarebbe il risultato? Come dopo qualsiasi consultazione elettorale ci troviamo di fronte a un «voto pietroso», che conferma l'esito delle urne quasi come una fotocopia: rivediamo la sconfitta del Pd e del centrosinistra nel suo complesso e la vittoria della coalizione di centrodestra, in cui i partiti mantengono le posizioni conquistate il 4 marzo.

 

renzi berlusconi

Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle possiamo notare un lieve effetto «bandwagon»: il Movimento sembra arrivato al massimo della sua parabola; se avesse ancora un bacino di utenza da alimentare nelle intenzioni di voto di questa settimana sarebbe arrivato a sfiorare il 40%, mentre nelle nostre rilevazioni conquista soltanto un punto percentuale in più. Anche la fiducia nei leader è rimasta a grandi linee invariata.

 

di maio neoparlamentari

Si può notare un «ringraziamento» all'operato del premier Paolo Gentiloni, che acquista un punto. L'indice di gradimento degli altri capi di partito resta stabile. A perdere punti è soprattutto Silvio Berlusconi: se si andasse alle elezioni oggi, nonostante la stabilità nelle intenzioni di voto dichiarate, Forza Italia conquisterebbe meno voti proprio a causa della perdita di fiducia degli elettori nel suo leader.

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…