PALUDE INCONSULTA - DICIASETTESIMA FUMATA NERA: RE GIORGIO BACCHETTA IL PARLAMENTO - CARAMAZZA SI RITIRA, ULTIMA CHANCE PER VIOLANTE - L’ESCLUSA TERESA BENE CHIEDE LO STOP AL VOTO. MA LE CAMERE DICONO NO

Dino Martirano per “il Corriere della Sera

 

giorgio napolitanogiorgio napolitano

Diciassettesima fumata nera per l’elezione dei giudici costituzionali con oltre 350 parlamentari, su 950, che hanno boicottato, in diversi modi, la votazione. Luciano Violante (Pd) è fermo a 506 voti e, a questo punto, avrebbe solo un’altra chance dal suo partito, al prossimo scrutinio fissato per martedì 14.

 

L’ex avvocato generale dello Stato Ignazio Francesco Caramazza (indicato da FI) arretra a quota 422 e ritira la sua candidatura per non legare il suo nome a «manovre non in linea con il corretto funzionamento delle istituzioni». Mentre Donato Bruno (FI) continua a mietere consensi (79 voti) tra i compagni di partito e nell’Ncd. 
 

CARAMAZZA CARAMAZZA

Il vincitore dello scrutinio XVII è il variopinto, e diversamente motivato, partito dei veti incrociati: 126 assenti, 147 schede bianche, 57 nulle e ben 47 disperse. Se l’aritmetica non è un’opinione, ha ragione il «non» candidato Donato Bruno quando osserva: «La verità è che ci siamo incartati....In un sistema non più bipolare, ma tripolare, questi sono numeri altissimi da raggiungere». Il quorum, infatti, è sempre fissato a quota 570 (2/3 degli aventi diritto). 
 

Letti i numeri, però, il capo dello Stato si è detto «rattristato e preoccupato» a causa della «frammentazione e della conflittualità che segnano gli schieramenti parlamentari». Davanti a una paralisi che dura dal 12 giugno, il presidente della Repubblica è dunque costretto a constatare che, così facendo, «il Parlamento si autopriva, in misura sostanziale, della facoltà attribuitagli dalla Costituzione di concorrere alla formazione della più alta istituzione di garanzia». A nulla sono servite, le «ripetute, obbiettive, e disinteressate sollecitazioni» del Colle. 
 

Luciano Violante Luciano Violante

L’«amara riflessione» si conclude con una stilettata: «Altri due membri della Corte, di nomina presidenziale, stanno per concludere il mandato, ma i loro successori saranno con la massima tempestività nominati». C’è quindi da attendersi una sostituzione lampo del giudice Sabino Cassese e del presidente Giuseppe Tesauro che lasceranno la Consulta il 9 novembre. 
 

Per i due giudici di nomina parlamentare si torna a votare martedì ma l’aria che tira non è buona. Il capogruppo di FI, Renato Brunetta, ha sposato la causa dei grillini sollevando formalmente la verifica preventiva dei requisiti dei candidati: «Se ti riferisci a Violante ha tutti quelli necessari», gli ha risposto il capogruppo del Pd Luigi Zanda. Dunque martedì i dem dovrebbero puntare per l’ultima volta su Violante mentre la rosa di FI spazia tra i politici (Francesco Nitto Palma e Francesco Paolo Sisto) e i tecnici d’area come Giovanni Guzzetta. 
 

Teresa BeneTeresa Bene

Un’altra grana, poi, incombe su Parlamento e Csm. La professoressa Teresa Bene (indicata dal Pd), eletta ma poi giudicata non eleggibile per carenza di titoli da un voto del plenum, ha dato mandato ai suoi legali (Police e Ceceri) di rivolgersi al Tribunale civile di Roma. Ma ha anche scritto una memoria di 19 pagine ai presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso, chiedendo loro di far ripetere in Parlamento la verifica titoli fatta dal Csm e, dunque, di bloccare la nuova votazione per il membro laico ancora mancante. 
La richiesta è stata respinta: martedì prossimo si voterà anche per il Csm.

BRUNETTA BRUNETTA

 

La richiesta della professoressa Bene, sottolinea con la matita blu Donatella Ferranti (Pd), «desta davvero stupore visto che la verifica dei titoli spetta istituzionalmente all’assemblea presso la quale si è eletti e non all’organo titolare del potere di elezione». A Palazzo dei Marescialli il vicepresidente Giovanni Legnini deve fare i conti con un «laico» in meno. Ma, sottolinea, «il Csm è pienamente operativo ed è nostra intenzione affrontare con speditezza il rilevante carico di lavoro». Primo impegno, oltre al plenum di domani sulla riforma della giustizia civile, l’affaire Bruti-Robledo affidato alla VII commissione. Le cui decisioni, se perdura l’assenza di uno dei due laici previsti dal regolamento, rischiano però di essere impugnate . 
 

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI FRANCESCO NITTO PALMA LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI FRANCESCO NITTO PALMA

 

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