paolo savona

“NON CAMBIERÒ IDEA PER UNA POLTRONA” - LO “SPAURACCHIO” DELLA GERMANIA, PAOLO SAVONA, SI COMPORTA DA VERO UOMO DELLE ISTITUZIONI: NESSUNA POLEMICA VERSO IL COLLE E UN PASSO INDIETRO IN SILENZIO (“MI SONO MESSO A DISPOSIZIONE DEL PAESE, ORA MI FACCIO DA PARTE”) - L'ULTIMO TENTATIVO DI RASSICURARE BRUXELLES CON LA LETTERA AL SITO EUROSCETTICO “SCENARI ECONOMICI”

1 - «DIETROFRONT? MAI» LA TESTARDAGGINE MILITARESCA E SOLITARIA DEL PROF ANTIEURO

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

paolo savona

Innamorato dell'epica e dell' Ulisse di Omero, da anni Paolo Savona ha mandato a memoria Itaca di Konstantinos Kavafis. E adesso che l'assedio è finito e l'incarico al Mef sfumato, può dire a se stesso di non aver temuto «i Ciclopi o la furia di Nettuno». E di essere approdato, grazie al «pensiero alto» e al «sentimento fermo» che il poeta greco attribuisce all'eroe omerico, «nell'isola dei Feaci del pensionamento».

 

Così scrive Savona nelle ultime pagine dell'autobiografia in uscita per Rubbettino, Come un incubo e come un sogno. Ed è in quel volumone di memorie che si nasconde la chiave di lettura del comunicato, attorno al quale ha ruotato la drammatica giornata politica di ieri.

Sul blog Scenari economici promosso dal suo amico e discepolo, Antonio Maria Rinaldi, il professore antieuro e già direttore generale di Confindustria elenca i suoi «convincimenti».

PAOLO SAVONA MERKEL

 

Chiarisce che corrispondono al contratto stipulato tra Lega e M5S e rimanda alle pagine 126 e 127 del saggio, dove si può leggere quel che non c'è nella lettera-chiarimento: «Le autorità hanno il dovere di attuare due diversi piani, quello necessario per restare nell' Ue e nell' euro e quello per uscire se gli accordi non cambiano e i danni crescono». È il famoso piano B, il sassolino che ha inceppato il meccanismo del governo giallo-verde.

 

Da sempre tetragono e irremovibile per via dell'educazione militaresca ricevuta dal padre ufficiale di Marina, l'ex ministro di Carlo Azeglio Ciampi è rimasto immobile nella tempesta. Offeso per la «caccia alle streghe» che lo ha visto protagonista, eppure assai poco disposto a tranquillizzare i mercati e placare l'onda dello spread ammorbidendo posizioni che Bankitalia, la Bce e i vertice della Ue ritengono allarmanti.

 

PAOLO SAVONA

Alle undici di ieri sera, raggiunto sotto casa da Nino Luca di Corriere tv, il «prof» ha risposto con un sorriso triste: «Lo strappo istituzionale sul mio nome? Mi dispiace, punto e basta. Ho fatto e detto tutto quello che era necessario». Di Maio ha chiesto l'impeachment di Mattarella... «Sant' Agostino diceva: "di parlare mi sono qualche volta pentito, di stare zitto mai''». Quando si toglierà qualche sassolino dalle scarpe? «Mai». L'idea di diventare un'arma per la campagna elettorale di Salvini e Di Maio di certo non piace a Savona, che ieri ha messo nero su bianco il suo «rispetto» verso le istituzioni.

 

Anche per questo non ha accettato la proposta di essere lui a fare un passo indietro.

«Sarebbe un atto politico irrispettoso, un ingresso a gamba tesa nelle trattative per la formazione del governo - ha spiegato agli amici -. Non sono un ministro incaricato, non sta a me ritirarmi».

 

PAOLO SAVONA

Nessuna mediazione, nessun compromesso. Quando gli hanno offerto una poltrona ridimensionata dallo spacchettamento del Mef, a lui le Finanze e a Rainer Masera il Tesoro, Savona ha detto «no grazie» e ha ottenuto che nella lista dei ministri il suo nome occupasse la casella intera.

 

Determinato, inflessibile, risoluto al limite della cocciutaggine. Con la nota diffusa per fermare la «scomposta polemica» sul suo nome, non ha compiuto alcun passo indietro. Niente abiure, com'è nello stile dell' uomo, ma anzi la conferma delle ricette per un' Europa «diversa, più forte, ma più equa». D' altronde, orgoglioso del «viaggio di conoscenza» che ritiene di aver compiuto in mezzo secolo di studi e carriera, il suo pensiero su questa crisi senza precedenti Savona l' aveva lasciato filtrare da giorni: «Non cambierò idea per una poltrona».

 

MATTARELLA SALVINI

Deluso per la mancata svolta sovranista, l'economista Rinaldi che sognava di accompagnarlo al Colle per il giuramento assicura che «non è testardaggine» quella del suo maestro, ma convinzione di essere nel giusto: «Savona avrebbe messo le sue conoscenze al servizio del Paese, che ama moltissimo. Avrebbe reso l'Italia più forte in Europa, ma hanno voluto mettere le sue idee in cattiva luce».

 

C'è da dire che il mancato inquilino di via XX Settembre non ha fatto nulla, salvo la nota in extremis, per stemperare agli occhi del mondo le sue tesi da molti ritenute eretiche.

Nell' autobiografia scrive: «Sono nato nel 1936, l'anno di pubblicazione della Teoria generale di Keynes e del Piano Funk del governo nazista». Un riferimento da brivido, per gli osservatori tedeschi che lo hanno messo nel mirino. Adesso il fondatore dell'hedge fund Euklid, da cui si è dimesso per «sopraggiunti impegni pubblici» che poi sopraggiunti non sono, potrà rimettersi a scrivere e tornare alle passeggiate nel verde di Villa Borghese.

PAOLO SAVONA

 

2 - PAOLO SAVONA, L'ULTIMO TENTATIVO UNA LETTERA EUROPEISTA MA SUL SITO NO EURO

Valentina Conte per “la Repubblica”

 

Chiuso nel silenzio, per «rispetto istituzionale», il professor Savona è «sereno». Nonostante la bufera che si è appena scatenata dopo le parole durissime del Capo dello Stato nei suoi confronti, definito come sostenitore dell' uscita dell' Italia dall' euro. E dunque inadatto al ruolo di ministro dell' Economia.

 

«Mi sono messo a disposizione del Paese, ora mi faccio da parte, ma non posso rinnegare il pensiero di una vita», confida ai più stretti collaboratori. «Torno ai miei studi e alle passeggiate a Villa Borghese». Sono trascorse solo poche ore dal comunicato a sua firma fatto pubblicare sul sito scenarieconomici. it (dopo aver avvertito Salvini e Di Maio).

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

Un breve scritto pensato per «rassicurare» i critici. Per stemperare «la scomposta polemica» - la definisce - sulle sue idee. Ma anche per mandare un segnale al Colle, pronto a ricevere di lì a poco il premier incaricato Conte con la lista dei ministri e il suo nome nella casella più prestigiosa. «Voglio una Europa diversa, più forte, ma più equa», scrive Savona.

 

Un' Europa da cambiare, non da distruggere. Elenca i punti per riformarla. Cita il programma gialloverde, con rimandi a pagine e paragrafi. Sembra farsi interprete della «volontà del Paese». Il Quirinale però si impunta. Non trova alcuna abiura di quello che ormai percepisce come "piano B" per tornare alla lira, attributo a Savona. Cerca senza esito una qualche limatura alla nota posizione anti-tedesca dell' ex ministro dell' Industria nel governo Ciampi. Comincia così a maturare il punto che poi Mattarella scandirà in serata: «Se si vuole discutere di uscita dall' euro lo si deve fare apertamente». Senza nasconderlo, insomma.

Qualche dubbio arriva pure da una prima occhiata al sito in cui compare il comunicato di Savona. Lì c' è anche il famigerato "piano B". E poi una simulazione sul collasso dell' euro, «unica in Italia».

MATTARELLA E SALVINI

 

Collegamenti a pagine Facebook dal titolo «Game over Europa»: fine dell' Europa. Un sondaggio dal titolo "Sotto casa di Mattarella se non incarica Savona?". Il 94% risponde sì.

Provocazioni? «Senz' altro», rassicura Antonio Maria Rinaldi, ex alunno di Savona e suo collaboratore oltre che docente alla Link Campus University («Ma io sono arrivato prima dei grillini», precisa).

 

«Non è vero che il professor Savona vuole l'uscita dell' Italia dall' euro, Mattarella è stato consigliato male», spiega. «Il "piano B", a cui anch' io ho contribuito, è solo un' elaborazione accademica, tra l' altro presentata in una sede universitaria aperta a tutti. Un mero insieme di scenari possibili in caso di shock. Non troppo dissimili da quelli che la Germania sta preparando e di cui, un mese fa, ha dato conto la Die Welt. Ma perché i tedeschi possono attrezzarsi e noi no?».

 

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

Rinaldi fa l' esempio dell' estintore: «È bene che esista, ma poi tutti speriamo di non doverlo usare. D' altro canto, la casa Europa rischia di non reggere a un incendio, perché costruita con molti limiti. E se non viene potenziata e l' euro crolla, meglio avere un piano B che non averlo». La sintonia con i grilloleghisti è nata proprio su questi temi, che Savona «sostiene da sempre»: rivedere la partecipazione dell' Italia in Europa. «Perché deve sconfessarli ora?».

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO