1. PAPI SANTI E SANTI PAPI, PAPI SILVIO E PITTIBIMBO: IERI LO SPETTACOLO DEL POTERE HA RAGGIUNTO UNA DELLE SUE VETTE MASSIME, TRACIMANDO CON ORE E ORE DI AUTOPROMOZIONE DALLE ANNUNZIATE E DALLE BARBARED’URSO, E PERFINO STASERA DAI FORMIGLI. CON LA RAI A DISPOSIZIONE DI ENTRAMBI PER DIRITTO COSTITUZIONALE, I DUE PADRI COSTITUENTI SI SCAMBIANO OSPITATE SULLE RETI DEL BISCIONE E SULLA RENZISSIMA LA7 2. E ADESSO SARÀ UN CRESCENDO FINO ALLE ELEZIONI EUROPEE DEL 25 MAGGIO COL BANANA E RENZI CHE FANNO FINTA DI ATTACCARSI, MA SI SONO GIÀ AMPIAMENTE DIVISI TUTTE LE PARTI IN COMMEDIA E SOLO UN BOOM DI GRILLOMAO PUÒ FA SALTARE IL TAVOLINO 3. AVEVA RAGIONE GUY DEBORD, CHE NEL 1967 SCRIVEVA: “LO SPETTACOLO È L’IDEOLOGIA PER ECCELLENZA, PERCHÉ ESPONE L’ESSENZA DI OGNI SISTEMA IDEOLOGICO: L’IMPOVERIMENTO, L’ASSERVIMENTO E LA NEGAZIONE DELLA VITA REALE”. LA VITA REALE PERÒ PER FORTUNA ESISTE SEMPRE. E A VOLTE BASTA SPEGNERE LA TELEVISIONE

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - TUTTO E' SPETTACOLO, PERFINO LA SANTITA'
Due Santi Padri sono diventati santi ufficialmente. E soltanto un genio assoluto della comunicazione come Bergoglio poteva rendere digeribile e fruibile anche a un vasto pubblico agnostico o ateo lo spettacolo di una Chiesa cattolica che santifica, prima che se stessa, i propri capi.

Dopo l'overdose di immagini televisive e di notizie e approfondimenti via internet, anche i giornaloni del giorno dopo sanno che devono fare la loro parte nella confezione del sacro evento. Ovviamente, con un occhio di riguardo al potere in ogni sua forma costituita.

"Due miliardi di telespettatori per i due Papi Santi proclamati in piazza San Pietro e il mondo intero presente sul sagrato: circa cento delegazioni, 24 capi di Stato, 10 capi di governo, 40 tra ministri e viceministri, e poi ancora ambasciatori, teste coronate, nobili e dittatori".

In queste cinque righe del Corriere (p. 5), a parte una simpatica balla ("il mondo intero"), figlia a sua volta di un'altra super-balla come quella delle democrazie rappresentative, ci sono tutti i numeri dello spettacolo che deve stupire se stesso.

E quale occasione migliore per salire sulla Papa-mobile come tanti portoghesi e impressionare il popolo con la propria vicinanza a Francesco? In uno stolto colonnino dedicato a "Padre Georg, cerimoniale tra reali e capi di Stato", tocca leggere che "il presidente Napolitano è legato a Benedetto XVI da una amicizia che va ben oltre i rapporti istituzionali" (Corriere, p. 5).

Mentre il Messaggero informa le genti di Roma che Clio Napolitano era "elegantissima, con bombetta e guanti di pizzo neri" e, ovviamente, non può fare a meno di sottolineare che Re Giorgio e Francesco sono "legati da una lunga amicizia" (p. 4). Ma lunga quanto?

Renzie ci ha tenuto a far sapere che lui è stato "alle Giornate mondiali della gioventù di Parigi e di Tor Vergata, eravamo i papaboys". Ieri si è presentato con moglie Agnese di nero vestita e gonna sopra il ginocchio, mentre Madonna Boschi s'era agghindata da meringa, con grave infrazione del galateo vaticano (una di nero, l'altra di bianco, una sorta di Tao renziano)

Per Fabrizio D'Esposito, sul Cetriolo Quotidiano, ieri si sono visti "Quattro Papi, due vivi e due santi, e tre postcomunisti che sembrano tre Re Magi ansiosi di una passerella esclusiva e universale. Il presidente-re, il premier bambino, il sindaco in bicicletta. Napolitano, Renzi e Marino vengono dalla stessa ‘Ditta', ma oggi Francesco superstar sembra il più a sinistra di tutti" (p. 3). Più che altro, sembra di gran lunga il più sincero.

Alla fine della giornata, a parte la presenza del dittatore Mugabe con signora, l'immagine più bella resta quella delle suore bergamasche al cinema con gli occhiali 3D, per seguire la diretta della canonizzazione (Corriere, p. 8).

2 - PAPY E PAPESSE DELLA TV
Archiviati i Papi santi e i santi Papi, Papi Silvio e Pittibimbo tracimano sui canali generalisti con ore e ore di autopromozione dalle Annunziate, dalle Barbare D'Urso, dalle De Filippi, dai Fazi, dai Vespi, dai Giletti e perfino dai Formigli. Con la Rai a disposizione di entrambi per diritto costituzionale, i due Padri Costituenti si scambiano ospitate sulle reti del Biscione e sulla renzianissima La7.

Ieri hanno sequestrato i teleschermi per ore e adesso sarà un crescendo fino alle elezioni europee del 25 maggio. Il Banana e il Rottam'attore fanno finta di attaccarsi, ma si sono già ampiamente divisi tutte le parti in commedia e solo un boom di Grillomao può fa saltare il tavolino.

Come previsto, il Berlusca si rimangia tutto sulle riforme: "Berlusconi show a Canale 5. ‘Mai detto che avrei rotto. Con Matteo l'intesa c'è già'" (Corriere, p. 14). Per il giornale diretto da Ferruccio de Bortoli, "l'obiettivo del Cavaliere è resistere e superare la soglia del 20%, aspettando di rifarsi alle Politiche magari nel 2015".

Le foto della fidanzatina Francesca mandate alla redazione di Canale 5 perché allietassero la santa domenica fanno scrivere al Messaggero che "Berlusconi punta tutto su Francesca e Dudù. Show in tv tra famiglia e buoni sentimenti: Pascale è una sinfonia" (p. 8).

Surreale il titolo della Stampa: "Berlusconi: sgravi e sconti per chi adotta cani e gatti" (p. 5). Ma è tutto vero. Ed è vera anche questa pagina trionfale del Giornale: "Berlusconi alza la pensioni: ‘Minime a 800 euro al mese'. Il leader di Forza Italia in tv annuncia il programma per la previdenza" (p. 3).

Renzie invece pontifica su Rai 3 (saltata la puntata di "Amici" del 3 maggio): "Senato, l'ok è vicino. Renzi convince la minoranza del Pd. ‘Tempi? No ai totem'. Ormai isolata la proposta Chiti sull'elettività diretta. I senatori saranno ‘sottratti' dai consigli regionali" (Repubblica, p. 10).

Secondo la Stampa, "il premier accetta il rinvio per blindare un accordo largo" (p. 4). Per il Cetriolo Quotidiano, invece, "Paura sondaggi: Renzi si scaglia contro Grillo. Il premier teme il testa a testa e l'asse tra minoranza Pd e M5S sul Senato" (p. 5).

3  QUELLO CHE RESTA DI UNA DOMENICA CATODICA
Per fortuna, anche ieri milioni di italiani sono andati al parco, in bici, a fare due passi in centro, al cinema, a bere qualcosa con gli amici, a trovare un parente. Ma tanti altri, troppo vecchi, troppo soli, costretti a casa o in ospedale, si saranno sciroppati ore di tv. Ieri, come visto, sono stati bombardati dal potere che si esibisce e parla, parla, parla, e vorrebbe occupare tutti gli spazi senza sosta.

Ieri lo spettacolo del potere ha raggiunto una delle sue vette massime. Aveva ragione Guy Debord, che nel 1967 scriveva: "Lo spettacolo è l'ideologia per eccellenza, perché espone e manifesta nella sua pienezza l'essenza di ogni sistema ideologico: l'impoverimento, l'asservimento e la negazione della vita reale". La vita reale però per fortuna esiste sempre. E a volte basta spegnere la televisione.

4 - FUGA PER LA CICORIA
Mentre una decina di milioni di italiani aspetta con curiosità i famosi "80 euro di Renzi", attenzione alle nuove fregature in arrivo per chi osa possedere un immobile: "Parte il nuovo catasto, decreto pronto. Rivoluzione per 63 milioni di case. Un algoritmo rivedrà il valore delle abitazioni avvicinandolo ai prezzi di mercato. In cinque anni addio a classi e categorie, ma già si temono errori e imposte raddoppiate". Poi passa Grissino Fassino ed è subito terrore: "Ai sindaci la titolarità della riforma, garantiremo equità ed efficienza" (Repubblica, p. 14).

Sembra invece che non ci sia più molto da temere dalle agenzie di rating, che nei prossimi mesi dovranno aggiornare giudizi e previsioni sulla sostenibilità del maxi-debito italiano. "Rating, contrordine. Ora tutti fanno marcia indietro. Dopo Moody's, Fitch anche Standard&Poor's il 6 giugno potrebbe alzare da "negativa" a "stabile" la previsione per l'Italia. I discussi guardiani del debito sovrano stanno cambiando rotta. Preoccupati dalle cause miliardarie che li vedono sul banco degli imputati" (Corriere Economia, p. 8).

5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
La Stampa di Mariopio Calabresi sceglie di non aprire il giornale sul Papi-show e privilegia invece un'inchiesta sui costi dell'energia: "Aiuti mascherati e sussidi di Stato. Così la tariffa vola. In tre anni il peso sulla spesa per l'elettricità è triplicato. Ad aprile è scattata una riduzione dell'1,15. Ma il bonus vale meno di 6 euro l'anno". "Tagliare la bolletta si può. Troppi gli oneri occulti'. Il presidente dell'Autorità per l'Energia: ora ci vuole la spending review per ridare spazio al mercato. Da ridurre in parte le agevolazioni per le fonti rinnovabili e poi quelle per le società ferroviarie" (pp. 2-3).

6 - MA FACCE RIDE!
A 86 anni torna "Giriago" De Mita, candidato a sindaco di Nusco ed europarlamentare uscente, e Repubblica lo intervista con tutti gli onori: "Nel 1956, quando contro di me erano schierati medici e farmacisti, promettevo in campagna elettorale di portare acqua e luce nelle case sparse delle campagne di Nusco. Ora il futuro è legato alla ricomposizione di valori come la sensibilità, l'amicizia, la condivisione" (p. 11)

7 - ED E' SEMPRE POLTRONISSIMA!
E mica abbiamo finito con le nomine. Anzi, s'è appena cominciato. Repubblica rende onore a Flavio Cattaneo, che a dispetto di anagrafe e risultati, leva le tende da Terna e si autoesclude da altre poltrone pubbliche: "Cattaneo: ‘Niente Fs, torno nel privato'. L'ad in scadenza di Terna si chiama fuori dal valzer delle poltrone.

Cdp decide domani il suo successore: testa a testa Del Fante-Armani. Ora il favorito per la guida delle Ferrovie è il numero uno di Rfi, Elia, una soluzione interna che sarebbe caldeggiata anche dall'ex Moretti. Padoan non ha ancora deciso se confermare il direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via" (p.15).

Anche il Giornale non molla l'osso: "Finmeccanica teme la cura Moretti. Con il metodo Ferrovie salterebbero 600 super boss. E Renzi mette sotto controllo l'Eni. Per la guida delle Fs spunta il nome di Elia, ma c'è il nodo di Ntv. Arcuri? Troppi dalemiani nelle partecipazioni" (p. 21).

8 - GIORNALISMO A SEI ZAMPE
Interessante la lunga inchiesta sul futuro dell'Eni firmata da Andrea Greco per Affari&Finanza di Repubblica. Ma per leggerla bisogna vincere la titolazione da Minculpop renziano del giornale diretto da Eziolo Mauro: "La nuova Eni di Descalzi e Renzi. Quattro sfide per il cambiamento. L'inchiesta: le spa pubbliche cambiano verso" (pp. 2-3).

Cambiano i premier, passano i manager, mutano le stagioni, ma un certo giornalismo non cambia mai "verso", per dirla con Renzie. Poi ci si mette anche Stefano Micossi, che inizia così la sua analisi: "Finalmente il vento del cambiamento soffia forte nel Paese. Sta investendo il mercato del lavoro - il tabù del quale neanche la Banca d'Italia ama tanto parlare - e quello dei capitali, la pubblica amministrazione, le istituzioni politiche" (p. 1).

9 - ALI-TAGLIA
E' ancora tutta da giocare la partita intorno a quel che resta dell'ex compagnia di bandiera. Per il Messaggero, "Alitalia-Etihad si sblocca. Decreto per Linate e apertura delle banche. Liberalizzate le rotte dallo scalo milanese come chiesto dagli arabi. Intesa e Unicredit pronte a convertire il debito. Palazzo Chigi corre ai ripari anche per frenare le low cost. Resta il nodo esuberi" (p. 10). Già, resta "il nodo esuberi": che per gli arabi sono 3mila persone da lasciare a casa.

 

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO Padre George Ganswein GEORGE W BUSH CON LA MOGLIE LAURA E IL PADRE ALL'INAUGURAZIONE DELLA GEORGE W BUSH LIBRARY - 2RENZI E NAPOLITANOLUCIA ANNUNZIATA A BALLARO BERLUSCONI barbara durso IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE BERLUSCONI PASCALE DUDU IN AEREO Renzo Arbore e Piero Fassino MAURO MORETTI FS Matteo Renzi e Ciriaco De MitaFlavio Cattaneo

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