giuseppe sala stefano parisi

PARISI VAL BENE UNA MESSA - IL CANDIDATO DEL BANANA ALZA LA CRESTA: “TRE MESI FA NON MI CONOSCEVA NESSUNO E SALA HA AVUTO UN ANNO DI RIBALTA CON LA VETRINA EXPO E HA PRESO MENO VOTI DI PISAPIA. L’ONDA ARANCIONE SI È SPENTA” - LA PIU’ VOTATA AL CONSIGLIO COMUNALE? GELMINI, CON 11 MILA PREFERENZE

STEFANO PARISISTEFANO PARISI

1 - MILANO: PARISI, TRE MESI FA NON MI CONOSCEVA NESSUNO

(ANSA) - "E' stato un risultato straordinario" a cui nessuno avrebbe pensato "tre mesi fa": così Stefano Parisi, candidato sindaco del centrodestra a Milano ha commentato il risultato alle elezioni dove andrà al ballottaggio con Beppe Sala del centrosinistra. "Tre mesi fa - ha detto Parisi a Mattino 5 - non mi conosceva nessuno e Sala aveva avuto un anno di ribalta con la vetrina di Expo".

 

2 - GELMINI REGINA DELLE PREFERENZE CON OLTRE 11MILA VOTI

LA RUSSA LUPI GELMINI STEFANO PARISI MATTEO SALVINILA RUSSA LUPI GELMINI STEFANO PARISI MATTEO SALVINI

(ANSA) - E' Maria Stella Gelmini la più votata al consiglio comunale di Milano dove ha ottenuto ben più di 11 mila preferenze. Al secondo posto, dietro di lei il segretario della Lega Nord Matteo Salvini e l'assessore uscente, e capolista del Pd, Pierfrancesco Majorino entrambi al di sopra delle settemila. Nella lista Popolari per Milano il più votato è stato il consigliere comunale uscente Matteo Forte che con oltre 2.200 voto ha superato abbondantemente l'ex ministro Maurizio Lupi, che ora è capogruppo di Ap alla Camera.

 

STEFANO PARISISTEFANO PARISI

L'ex sindaco Gabriele Albertini è il più votato della lista civica di Stefano Parisi con oltre 1.300 voti, Riccardo De Corato, che siede in consiglio comunale da 31 anni, è il primo nella lista di Fratelli d'Italia con 2.300 preferenze. Nella lista SinistraXMilano, che ha appoggiato Beppe Sala, il più votato è stato l'assessore alla Cultura Fiippo del Corno (oltre 1900 voti) mentre fra i 5 stelle a farla da padrona è Patrizia Bedori, che aveva vinto le comunarie ma poi si era ritirata dalla corsa a sindaco.

 

3 - LO SFIDANTE CI CREDE: «SEI ELETTORI SU 10 PER IL CAMBIAMENTO»

Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera”

 

«Anche se fossero 5 punti di differenza sarebbe un risultato straordinario. È il miglior ballottaggio in Italia perché in tutte le altre città il divario è sopra i 10 punti. La partita è aperta e ce la possiamo giocare alla grande. Il 60 per cento dei milanesi ha detto che vuole il cambiamento. Abbiamo molte possibilità di farcela».

MARIA ELENA BOSCHI GIUSEPPE SALA MARIA ELENA BOSCHI GIUSEPPE SALA

 

Spacca il minuto Stefano Parisi. Fa il suo ingresso nella sala stile sovietico del Marriott preceduto dalla moglie e dalle due figlie quando i due schermi collegati sui Rai 1 e La7 fotografano la situazione degli exit poll. Entrambi favorevoli a Sala. Così le prime proiezioni: si passa da 5 a 3 punti, al vantaggio. E il balletto delle cifre continua per gran parte della notte. In ogni caso è ballottaggio.

 

E soprattutto è testa a testa. «Sono soddisfatto. Fino a tre mesi fa non c'era il centrodestra e non c' era la possibilità di andare al ballottaggio. Sala per un anno ha avuto la ribalta di Expo. Io non ero conosciuto. Sala ha preso meno voti di quelli che prese Pisapia al primo turno. L' onda arancione si è spenta». È solo il primo tempo. Il secondo lo dedica tutto alla bassa affluenza che ha contraddistinto il voto milanese. C' è un bersaglio. Risponde al nome di Matteo Renzi. Mr Chili attacca a testa bassa.

 

MARIA ELENA BOSCHI GIUSEPPE SALAMARIA ELENA BOSCHI GIUSEPPE SALA

«C' è una gravissima responsabilità del governo che non ha voluto far votare la gente. La tornata scorsa si votò a maggio di domenica e lunedì». Ogni riferimento al premier è puramente voluto. Non si nega a nessuno Parisi. Fa il giro di tutte le televisioni. Una maratona che affronta con il sorriso. A mezzanotte e mezzo sale sul piccolo palco montato per l' occasione: «Ho parlato con tutta Italia tranne che con voi. Vi voglio dire grazie».

 

Applausi. E spiega quali saranno i supplementari che si aprono da qui al 19 giugno, giorno del ballottaggio. «Dobbiamo parlare a tre mondi: quel 45 per cento che non ha votato oggi, bisogna convincerli; abbiamo molto da dire al Movimento 5 Stelle perché è gente che non ama la continuità e deve vedere in noi una politica nuova che si basa sulla trasparenza». Infine, l' ambizione di Parisi guarda al di là del fossato: quello che lo divide dal centrosinistra: «Bisogna parlare alla gente di sinistra, quella che non ha votato per Sala.

GIUSEPPE SALAGIUSEPPE SALA

 

Noi facciamo un' offerta politica che va al di là del centrodestra, in un ambito amministrativo dove gli schemi ideologici non sono così cogenti come per le politiche». E poi al suo schieramento: «Se anche a Roma come a Milano il centrodestra avesse fatto una scelta unitaria qualunque dei due candidati sarebbe al ballottaggio e il centrodestra avrebbe buone possibilità di vincere anche a Roma».

 

Giornata lunga quella di Mr Chili. In mattinata si è presentato davanti al seggio di via Goito da perfetto pistard. Caschetto rosso, occhiali scuri e bici da corsa: «Ragazzi - dice ai fotografi - ho fatto una pedalata di 60 chilometri. Vado a casa, faccio una doccia e ci rivediamo tra un' ora». Una sgambata rispetto a quello che lo aspetta da qui a quindici giorni perché da ora in poi iniziano le salite, quelle vere.

 

GIUSEPPE SALAGIUSEPPE SALA

D'altra parte, Parisi prosegue la sua corsa allo stesso modo di come l' ha iniziata: tra lo scanzonato e l' assalto all' arma bianca. La lunga rincorsa a Sala e il suo duello interno con Salvini. Più il secondo che la prima. Divisi su moschea, unioni civili. Moderato Parisi, estremista Salvini. È sembrato però più un gioco delle parti che un effettivo braccio di ferro perché la vera partita politica nel centrodestra è un' altra. È la lotta all' ultimo sangue tra Lega e Forza Italia per chi prende un voto in più. Parisi ha avuto carta bianca e i partiti si sono attaccati a lui come una zattera di salvataggio, l' unica speranza di fronte a un naufragio. Se dovesse farcela sono in molti a scommettere che sarà lui il nuovo federatore del centrodestra.

 

 

 

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