marino bettini

BETTINI PARLA! IL RESPONSABILE DEL DISASTRO MARINO: ''MI FU PRESENTATO DA D'ALEMA NEL 2006. A ROMA VINSE LE PRIMARIE E LE ELEZIONI CON IL 64% DEI VOTI. QUINDI SONO SICURAMENTE PAZZO, FORSE È PAZZO MARINO. MA SIAMO DEI PAZZI DEMOCRATICI'' - CERASA: ''UN ERRORE POLITICO, UN SINDACO IRRESPONSABILE''

1. BETTINI: ''MARINO MI FU PRESENTATO DA D'ALEMA. ERA IL CANDIDATO GIUSTO PER VINCERE LE PRIMARIE, LE ELEZIONI, E FERMARE L'AVANZATA DEI 5 STELLE. MI ASSUMO LA RESPONSABILITÀ, MA IL SINDACO STA SUBENDO UN ATTACCO TROPPO CATTIVO''

Lettera di Goffredo Bettini al "Foglio"

 

 

GOFFREDO BETTINI IGNAZIO MARINO GOFFREDO BETTINI IGNAZIO MARINO

Rispondo con garbo a Mario Sechi. Perché il garbo si addice all’ironia, all’intelligenza, alla bella scrittura che scorre in tutto il suo articolo. Due brevi premesse.

 

1) Che sia precipitata nell’oblio la mia cosiddetta paternità di Marino, questo davvero non mi risulta; anzi mi sconcerta. Sono innumerevoli i commentatori, i politici e i giornalisti che lo ricordano in continuazione. E poi: non c’è persona da me incontrata anche per caso, che non mi dica, qualche volta con sguardo pietoso: “Va bene tutto; ma Marino!”. Dunque tutti sanno del ruolo che ho svolto.

IGNAZIO MARINOIGNAZIO MARINO

 

E io ho assunto le mie responsabilità. Non ho mai negato nulla. Solo una volta mi sono permesso di dire che non ero solo nella scelta e che non vi è stata alcuna imposizione; in quanto Marino ha stravinto le primarie del centrosinistra e, soprattutto, ha stravinto le elezioni, con un consenso del 63,93 per cento dei romani.

 

GOFFREDO BETTINI IGNAZIO MARINOGOFFREDO BETTINI IGNAZIO MARINO

Quindi sono sicuramente pazzo, forse è pazzo Marino. Ma, in ogni caso, siamo dei pazzi democratici. L’affermazione di Linda Lanzillotta apparsa sul Giorno-Resto del Carlino, secondo la quale sarebbe stata una vecchia nomenclatura a determinare la candidatura del sindaco, è, dunque, del tutto priva di fondamento; forse dettata da un impeto polemico “giovanilistico” di chi ininterrottamente da quaranta anni gestisce postazioni di potere burocratico e politico, mai giustificato da un solo voto di preferenza.

 

FAUSTO BERTINOTTI IGNAZIO MARINOFAUSTO BERTINOTTI IGNAZIO MARINO

2) Non entro in considerazioni politiche generali sulla fase che ha vissuto negli ultimi anni Roma, inclusa l’esperienza di Marino. Rischierei in questi giorni di determinare altra confusione e condizionare malamente i protagonisti della direzione sul campo del Pd e dell’amministrazione comunale. Ecco il motivo di una certa prudenza nel parlare. Come ho sempre fatto, tra qualche tempo e in modo pacato e ragionato, non mancherò di fornire il mio contributo.

ignazio marino in bici visto da spinozaignazio marino in bici visto da spinoza

 

Una cosa, però, la voglio dire subito: mi pare terribilmente “cattivo” e sproporzionato l’attacco anche personale che il sindaco dimissionario sta subendo. C’è qualcosa che va oltre la politica. In molti, forse, si può notare una sorta di rabbia e di odio persino antropologico contro una personalità comunque diversa, fuori dagli schemi, imprevedibile, solitaria, colta, più precisamente sapiente, indifferente ai sentimenti, piegati a una razionalità un po’ astratta. La conclusione della sua esperienza è comunque traumatica. Quindi, errori ne ha commessi.

 

ignazio marino su chi  1ignazio marino su chi 1

Ma egli paga anche aspetti del suo carattere che fanno a pugni con un senso comune accomodante e volgare diffuso nella città. E che la sinistra migliore ha sempre cercato di combattere. Questo surplus di veleno, lo trovo molto fastidioso e ingiusto e suscita in me solidarietà umana e rispetto. Ma poi, tanta violenza contro Marino, incappato nella storia degli scontrini ma anche protagonista di battaglie coraggiose, e tanta indulgenza o non curanza per decine di farabutti che in molti casi restano tranquillamente ai loro posti?

 

E sarebbe meglio restare al bilancio della sua azione amministrativa, su cui si possono dare anche legittimamente i giudizi più aspri. Detto questo, veniamo con poche parole al merito. Come sono andate le cose che hanno portato alla candidatura di Marino? Marino l’ho conosciuto prima delle elezioni per il Parlamento del 2006. Ero presidente dell’Auditorium e lì mi venne a trovare, mandatomi da D’Alema. Ero stato indicato come capolista al Senato e Marino doveva essere candidato come insigne rappresentante della società civile, chirurgo molto noto che aveva lavorato in America.

marianna madia tra veltroni e bettinimarianna madia tra veltroni e bettini

 

 Fu, dopo, un bravo senatore. Tra noi non nacque mai una amicizia personale; si stabilì, invece, una reciproca stima politica. Fatto sta, che alle primarie per il segretario nazionale del Pd, dopo le “sciagurate” dimissioni di Veltroni e la mia rinuncia a ogni incarico politico e istituzionale, non da solo, proposi Marino, in competizione con altri candidati che secondo me si erano allontanati dall’ispirazione iniziale del Pd, a cui tanto aveva lavorato.

 

Il risultato fu discreto, ma soprattutto prese allora avvio la riflessione su “campo democratico”, il mio progetto politico di cui parla Sechi. Dopo quelle primarie per lunghi anni ho vissuto una totale solitudine. Ho scritto libri e mi sono occupato di cinema in Asia. Sono stato letteralmente esiliato dal gruppo dirigente nazionale di Bersani e da quello romano, che vide affermarsi una generazione nuova in netta polemica con il modello Roma, il sottoscritto e Veltroni.

VELTRONI DALEMAVELTRONI DALEMA

 

Perché venni ricoinvolto sulla scelta del sindaco di Roma? Perché, dopo la decisione di mandare Zingaretti alla regione (con il suo totale consenso e che io condivisi, anche se con preoccupazione) si aprì un vuoto nella battaglia per il Campidoglio e si chiese anche il mio aiuto per risolvere il difficile passaggio. Per settimane girarono nomi, e non si decise nulla. Non mi fissai, come qualcuno sostiene, su Marino.

Andrea Riccardi e Andrea Riccardi e

 

Di fronte alla indisponibilità di altre candidature naturali e forti (Andrea Riccardi, Fabrizio Barca, Enrico Gasbarra, etc., anche da me personalmente sollecitate) sostenni che Marino, tra quelle rimaste in campo, era la più competitiva, e per molti aspetti politicamente la più adatta. Avevamo allora il terrore del voto ai 5 stelle e soprattutto per me, era essenziale marcare una discontinuità non solo nei confronti di Alemanno, ma del nostro consociativismo in Campidoglio.

 

Resta il fatto che parlai sempre con rispetto anche degli altri concorrenti: perché ritenevo Gentiloni sicuramente il più forte da un punto di vista politico e amministrativo e Sassoli una persona intelligente e capace. Giudizi che si sono ulteriormente rafforzati negli ultimi tempi, osservando il lavoro di Gentiloni come ministro degli Esteri e avendo avuto la possibilità al Parlamento europeo di conoscere meglio le qualità, anche umane, di Sassoli. Il punto fu la mia convinzione che Marino avesse più chance elettorali.

Fabrizio Barca arriva alla sezione di via dei Giubbonari Fabrizio Barca arriva alla sezione di via dei Giubbonari

 

Fui certamente influenzato dalla paura di ripetere una sorpresa negativa come fu la vittoria inattesa di Alemanno. Tutto qui. La storia poi è nota. Il trionfo elettorale e la rovinosa caduta. Ho sbagliato? Ognuno tragga le sue conclusioni. Ho creduto in Marino, ho spiegato il perché; mi assumo la mia parte di responsabilità per quella scelta. E per le sue conseguenze. Credo, però, sia giusto fare un bilancio, tra qualche tempo, più equilibrato. Tenendo, comunque, conto della tempesta che il sindaco ha dovuto attraversare con Mafia Capitale.

 

Dopo la sua elezione, come avevo da subito dichiarato, non sono più minimamente intervenuto in alcuna scelta amministrativa e in qualsivoglia nomina di governo o di azienda. Non sono stato mai in Campidoglio. Ho parlato con il sindaco, in più di due anni, tre o quattro volte a casa mia, quando egli ha avvertito l’esigenza di un consiglio. Qualche volta ha tenuto conto di ciò che gli dicevo, qualche volta no. Dopo Mafia Capitale, gli ho consigliato pubblicamente di dimettersi per poi ripresentarsi. Sarebbe stato lui a mandare a casa un sistema corrotto e anche a evitare uno stillicidio drammatico per la città. Non sono stato ascoltato.

 

enrico gasbarraenrico gasbarra

Ho pagato i miei prezzi e non me ne lamento; perché pago anche il maledetto vizio di amare la politica al punto di dire sempre la mia, anche quando il silenzio paludato o furbesco sarebbe più consigliabile per se stessi. Sul futuro di Roma ho le mie idee, ma non le dico nemmeno sotto tortura perché sennò ricomincia tutto daccapo; ho già dato a questa città.

 

Ci sono da tempo altri protagonisti che hanno il diritto e il dovere di esporsi. Lo fa Renzi ogni giorno. Lo ha fatto Orfini in questi mesi, con coerenza e coraggio. Lo ha fatto Morassut, denunciando con me, da anni, e prima di tutti, il degrado correntizio del Pd dopo il 2008, che ha portato alla distruzione una organizzazione gloriosa ed esemplare. Si ricominci da qui. Dal buon governo della regione e dalle tante energie disponibili, ma rimaste tremendamente sole.

 

Goffredo Bettini

 

 

RISPONDE IL DIRETTORE DEL ''FOGLIO'': SCOMMETTERE SU MARINO FU UN ERRORE POLITICO E UN TRADIMENTO CULTURALE"

 

marroni gasbarra de angelis guerinimarroni gasbarra de angelis guerini

La sua lettera è interessante, caro Bettini, ma al fondo il problema resta: aver scommesso su Marino non è solo un errore politico, a nostro avviso, ma sotto molti punti di vista è stato anche un tradimento culturale di ciò che fu nel passato il modello Roma. Marino è stato un sindaco irresponsabile – nel senso che nulla di quello che succedeva in città era responsabilità sua, era sempre colpa di qualcun altro, signora mia – e sarebbe stato opportuno riconoscerlo per tempo. E questo, per lei, che in quel ruolo lo ha inventato, vale ancora di più. Deliziosa la malizia su D’Alema. A presto, grazie.

 

Claudio Cerasa

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)