“SIAMO ALLA FAME” - I “MERCATI” RICATTANO L’EUROPA, CHE RICATTA IL GOVERNO GRECO, CHE RICATTA IL SUO POPOLO. AMEN - ATENE APPROVA L’ENNESIMO PIANO DI AUSTERITÀ MENTRE FUORI MIGLIAIA DI PERSONE PROTESTANO PER LA POVERTÀ, SPAZZATE VIA DAGLI IDRANTI E DAI LACRIMOGENI - SAMARAS: “ABBIAMO VOLTATO PAGINA”. MA IL MINISTRO DELLE FINANZE: “ORA COMINCIANO LE DIFFICOLTÀ”…

1- SAMARAS, GRECIA VOLTA PAGINA, PASSO DECISIVO RIPRESA - MINISTRO FINANZE, ORA LE DIFFICOLTA', UE FACCIA SUO DOVERE
(ANSA) - La Grecia "volta pagina": ha fatto "un passo decisivo verso la ripresa economica, passo per il quale sono contento". Lo ha detto il premier greco Antonis Samaras dopo l'approvazione del Parlamento del nuovo piano di austerità da 13,5 miliardi per il 2013-2014. Il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, ha detto invece che ora "cominciano le difficolta", lasciando intendere che non sarà facile mettere in atto le misure e invitando l'Europa a fare "il suo dovere" come è stato chiesto ai greci di "fare il proprio".

"La nostra attenzione sarà ora concentrata a lunedì prossimo, quando sarà presentato il Bilancio dello Stato" ha aggiunto Samaras spiegando che "unico nostro obbiettivo e mio personale è quello di dare al popolo il diritto allo sviluppo, di ridare il sorriso alla gente e ciò può accadere con il lavoro, gli investimenti, le privatizzazioni. Iniziative che invieranno un messaggio all'interno e all'estero: la Grecia volta pagina", ha sottolineato.

Dal canto suo, il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, al termine della votazione in Parlamento della scorsa notte, riferendosi al pacchetto appena approvato ha detto invece che "adesso cominciano le difficoltà", lasciando intendere che non sarà facile mettere in atto ciò che esso prevede. "Se l'Europa chiede ai greci di compiere il loro dovere - ha aggiunto il ministro - anche noi, approvando il pacchetto delle misure di austerità, ci aspettiamo che a partire da domani l'Europa faccia il suo dovere nei confronti della Grecia".


2- LA GRECIA DICE SÌ AL PIANO DI AUSTERITY - ATENE S'INFIAMMA: "SIAMO ALLA FAME"
Tonia Mastrobuoni per www.lastampa.it

Lo spettro della manifestazione di febbraio, quando Atene era stata messa a ferro e fuoco dai manifestanti cacciati da Syntagma, si materializza subito. Già alle sei di pomeriggio, un'ora dopo l'inizio della manifestazione, dal lato nord della piazza scendono minacciosi due enormi camion con gli idranti. Qui in Grecia non si vedevano da anni. La piazza è piena in attesa del voto di mezzanotte, quello che dovrebbe dare il via libera a nuovi, pesanti tagli a pensioni e stipendi da 13,5 miliardi di euro.

Poco prima, davanti alle transenne che delimitano la facciata principale del Parlamento, è andata in scena la solita dinamica che incendia le piazze. Ragazzi incappucciati e attrezzatissimi - maschere antigas, caschi, bastoni, molotov e il marmo sradicato dai gradini degli alberghi intorno a Syntagma - cominciano a lanciare oggetti, persino i mandarini degli alberi affianco del Parlamento, e a intonare cori di insulti contro la polizia, "maiali, maiali". La reazione non si fa attendere.

Al primo lacrimogeno si leva un boato arrabbiato tra la folla, poi comincia il fuggi fuggi generale. Gli idranti cominciano ad avanzare verso la piazza e non si limitano affatto a spegnere le molotov lanciate dai ragazzi: sparano il getto ad altezza d'uomo. I sibili dei lacrimogeni si moltiplicano. Tempo un'ora e Syntagma è immersa in una enorme nuvola bianca. È svuotata. L'aria è irrespirabile. Resiste solo chi ha le maschere antigas - ormai le vendono ovunque qui ad Atene - o i fazzoletti impregnati di Maalox. In più, comincia a piovere. Alle nove di sera la grande piazza quadrata davanti al Parlamento è sotto il diluvio. A mezzanotte non c'è più nessuno.

La maggior parte degli ottantamila venuti a protestare contro l'ennesima stangata è arrivata nel primo pomeriggio, ha srotolato gli striscioni e si è unita alle canzoni partigiane cretesi sparate da qualche altoparlante o ha intonato slogan contro il governo. Molti sono al di là della rabbia, sono disperati. Nico Drakotos, 33 anni, non sa come andare avanti. Regge assieme ad altri uno striscione che dice "basta con l'austerità" - ha moglie e un figlio ma non percepisce lo stipendio da settembre.

"Mi sono rimasti 15 euro sul conto in banca, come faccio a dare da mangiare a mio figlio?". Accanto a lui, Caterina Terina, 34 anni e una laurea in ingegneria. Fa parte di quel 25% di greci disoccupati e sta pensando di emigrare in un paese arabo: "Lì c'è tanta richiesta di ingegneri". È "molto arrabbiata con il governo" ma una delle cose che la preoccupano di più è il successo crescente dei neonazisti di Alba dorata. Lei abita vicino a Agios Pandaleimonas, il quartiere dove il partito di Michaliolakos ha un grande seguito. "I miei vicini di casa - racconta - pensano che siano innocui, anzi, che facciano del bene al popolo. È questo il pericolo: che crescano i movimenti antidemocratici. Sta già succedendo."

Qualche metro più su, in Parlamento, si consuma il rito del "voto unico" su un provvedimento da 600 pagine che chiede nuovi sacrifici a un popolo letteralmente stremato da cinque anni di recessione. Il voto è sul filo del rasoio, il pacchetto passa a mezzanotte con 153 sì su 300 e sette deputati "disobbedienti" espulsi. La maggioranza del governo Samaras si è letteralmente liquefatta sotto la pressione della piazza e dell'impopolarità crescente.

Oltre ai deputati che hanno votato contro del Pasok e di Nuova democrazia, i rappresentanti del partner di minoranza della coalizione, la Sinistra democratica di Fotis Kouvelis, si sono astenuti - e fino all'ultimo il leader del Pasok Evangelos Venizelos ha tentato di frenare l'emorragia del suo partito per evitare che la quota dei 'sì' scivolasse sotto la quota pericolosa dei 154. Ma è evidente che con questa maggioranza anche il governo Samaras, eletto appena a giugno, non avrà vita lunga.

Il pacchetto votato ieri notte contiene l'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni e una sforbiciata agli assegni previdenziali del 10% per quelli tra 1.500 e 2.000 euro, quelli sopra questa cifra del 15%. I cosiddetti "stipendi speciali" dei militari, dei magistrati e dei medici saranno decurtati tra il 2 e il 30%. Agli impiegati delle aziende controllate dallo Stato toccherà lo stesso destino - tagli tra il 30 e il 35%.

Duemila statali saranno messi in mobilità e avranno la busta paga decurtata del 25% per un anno, in attesa di capire se saranno trasferiti o cacciati. Altri 6.250 subiranno lo stesso destino nel corso dell'anno prossimo. Il blocco del turn over in vigore dal 2010 sarà prolungato al 2016. Il pacchetto di misure prevede anche una deregolamentazione di 14 professioni e la liberalizzazione di alcuni settori.

 

ANTONIS SAMARAS Yannis StournarasSCONTRI AD ATENE SCONTRI AD ATENE SCONTRI AD ATENE SCONTRI AD ATENE SCONTRI AD ATENE SCONTRI AD ATENE SCONTRI A PIAZZA SYNTAGMA DAVANTI AL PARLAMENTO GRECO

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...