PARLAMENTO CONNECTION: ALTRO CHE TAGLI, CAMERA E SENATO COSTANO UN MILIARDO E MEZZO L’ANNO

Fabio Pavesi per il "Sole 24 Ore"

Se per i partiti si è avviata, pur a tappe e con grande lentezza, la cura dimagrante, per i costi degli organi costituzionali siamo ancora all'anno zero. In particolare per i costi sopportati dai contribuenti per il funzionamento della Camera e del Senato. Nel 2012 il Parlamento nel suo insieme è costato al bilancio dello Stato la bellezza di 1,5 miliardi di euro. L'0,1% del Pil se ne è andato per funzionare le due assemblee legislative.

Un costo enorme: basti pensare che a ogni tornata elettorale i partiti incassano tutti insieme sui 150 milioni di euro. Ebbene un anno di Parlamento costa dieci volte il conto dei partiti. Eppure qualcosa ora sta cambiando: i due presidenti Laura Boldrini e Pietro Grasso appena insediati si sono tagliati lo stipendio del 30 per cento.

E la Camera già dall'inizio di questa legislatura è intervenuta con tagli sulle cariche interne dei deputati e sui contributi finanziari ai gruppi parlamentari per 8,5 milioni di euro. Ma quegli 8,5 milioni su un costo per lo Stato di 992 milioni sono poco meno dell'1 per cento. Una goccia nel mare.

LA RIVOLUZIONE DEI RISPARMI? VALE SOLO IL 5 PER CENTO
Dal 2013, per effetto delle misure adottate in precedenza, il taglio della dotazione dello Stato alla Camera sarà consistente: per la prima volta il finanziamento che versa lo Stato scenderà da 992 milioni a 943 milioni. Un risparmio secco del 5 per cento. Basta questo per parlare di rivoluzione copernicana per i costi della politica? Assolutamente no. Le misure sono flebili, hanno quasi un valore meramente simbolico.

Perché Camera e Senato continuano, a dispetto del baratro su cui è affacciato il Paese, a costare tanto, troppo e in modo ingiustificato. Più di uno studio dimostra che il nostro Parlamento costa il doppio rispetto alle assemblee dei nostri partner europei. Eppure l'efficienza del legislatore italiano non è certo migliore di quello dei francesi o inglesi.

SPESE FOLLI PER I DIPENDENTI I DEPUTATI (E GLI EX)
Già ma a cosa serve il quasi miliardo iniettato ogni anno nel bilancio della Camera? Se ne va quasi tutto per pagare gli stipendi e pensioni dei 1.500 dipendenti e dei 630 parlamentari.

Solo le retribuzioni del personale della Camera valgono 238 milioni. Il che vuol dire che ciascun addetto alla Camera, dal barbiere, all'autista, al commesso fino al segretario generale ha uno stipendio medio annuo lordo di oltre 150mila euro. Diecimila euro al mese per 15 mesi. Nessuna impresa privata o pubblica al mondo può permettersi di pagare ogni dipendente una cifra così alta. Ma tant'è, tanto paga Pantalone.

E se agli stipendi si sommano i contributi il costo è di 287 milioni. Ma ci sono anche le pensioni degli ex-dipendenti. Pensioni d'oro che costano altri 216 milioni. E così pagare il personale vecchio e nuovo costa la bellezza di 500 milioni di euro, la metà del contributo statale alla Camera. L'altra metà è più o meno di appannaggio dei deputati in carica e degli ex.

Tra indennità e pensioni, per pagare i deputati la Camera spende 300 milioni. E così, del miliardo che lo Stato mette a disposizione ogni anno, 800 milioni servono solo a pagare stipendi e pensioni (d'oro entrambe a deputati e dipendenti). Al Senato, che è costato allo Stato 505 milioni nel 2012, pagare indennità, stipendi e pensioni ai dipendenti (circa 800 persone) e a senatori ed ex senatori si porta via circa 480 milioni.

Ora la manovra di risparmio dovrebbe, per i prossimi anni, portare a una minor richiesta di soldi allo Stato per 76 milioni di euro. Sembrano tanti, ma è solo una correzione sui largheggiamenti del passato. Basti pensare che nel 2001 il Senato costava allo Stato "solo" 350 milioni. Nel 2011 si è arrivati a 526 milioni. Un aumento del 50% dei costi in dieci anni, mentre nel Paese il Pil languiva.

LA CASTA DEI DIPENDENTI
Quei 287 milioni che valgono i 1.500 dipendenti della Camera sono uno spregio a qualsiasi normale lavoratore. Sarà il prestigio dell'incarico, sarà il luogo deputato per eccellenza a dare l'immagine del Paese. Ma quell'immagine è strabica. Come è possibile che un neo-assunto documentarista guadagni netti al mese 1.900 euro e che un consigliere parta da 2.900 euro al primo giorno di lavoro?

Retribuzioni che iniziano a galoppare fin dal pirmo giorno in modo inarrestabile: un consigliere parlamentare arriva a fine carriera a 350mila euro lordi annui; un documentarista a 237mila euro lordi annui; un commesso a 133mila euro; idem per un barbiere, un operaio, un autista e così via. Una smacco, una sberla plateale a quei milioni di lavoratori che faticano ad arrivare a 20-30 mila euro lordi annui. Ecco perchè la rivoluzione sui costi della politica deve davvero ancora incominciare.

 

 

boldrini grasso SOLDI AI PARTITIPALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICAsenato-della-repubblica

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?