PASSERA TRAPASSATO! LA RESA DEL FU “SUPER-MINISTRO”

Antonella Baccaro per "Il Corriere della Sera"

«Se ne occuperà il prossimo governo». Ormai anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, getta la spugna sul pagamento dei 70 miliardi di euro di crediti vantati dalle imprese fornitrici della pubblica amministrazione (senza dire che i debiti delle amministrazioni locali sono prossimi ai 140 miliardi).

Proprio il ministro che un anno fa, al convegno Ambrosetti di Cernobbio, di fronte al pressing della Confindustria e di artigiani e commercianti, annunciò un intervento risolutivo del governo Monti, quello che poi si tradusse nel meccanismo della certificazione dei crediti.

Al gennaio scorso il bilancio di quella operazione parla chiaro: 1.227 amministrazioni abilitate all'utilizzo della piattaforma di certificazione (oltre 900 sono Comuni del Centro Nord, solo 70 sono enti del servizio sanitario); 71 certificazioni rilasciate per circa 3 milioni di euro su 467 istanze presentate dalle imprese, per circa 45 milioni di euro. «Una goccia nel mare dei 70 miliardi» ammette lo stesso Passera.

Che però non ci sta a portare da solo la croce del fallimento dell'operazione, essendo stato peraltro a lungo sostenitore di un'altra modalità di pagamento dei debiti, quella attraverso l'emissione di titoli di Stato, bocciata dal ministero dell'Economia.

Ed è sempre il Mef, a ben guardare, che ha predisposto la parte più importante della macchina per la certificazione dei crediti: i decreti. «Saranno pronti entro pochi giorni» diceva il ministro Vittorio Grilli il 13 maggio scorso. Ma è il 2 luglio quando vengono pubblicati sulla Gazzetta ufficiale numero 152.

Le norme illustrano le modalità di certificazione del credito da parte delle imprese e la compensazione dei crediti «certi, liquidi ed esigibili» con i debiti di natura fiscale iscritti a ruolo. Nel frattempo l'Abi (l'associazione delle banche) si è seduta a un tavolo con le imprese e le cooperative dando finalmente disponibilità a mettere a disposizione 10 miliardi di euro per consentire alle imprese di avere un anticipo immediato sui crediti.
Ma purtroppo non basta neanche questo a sbloccare la situazione: a ottobre scorso infatti mancava ancora il regolamento del Fondo di garanzia.

Quanto alla piattaforma, che doveva essere predisposta dalla Consip, è il 20 ottobre quando viene resa disponibile per l'accreditamento delle pubbliche amministrazioni e il 28 novembre, quando le imprese possono fare altrettanto. E manca sempre l'interfaccia tra la piattaforma e le banche...

Intervistato dal Corriere domenica scorsa il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, ha lanciato accuse precise circa le lungaggini dell'operazione-certificazione dei crediti. «I ritardi della messa in opera del meccanismo hanno un nome e cognome - ha detto -: è la Consip che ha fornito solo adesso le modalità per la certificazione. Per non parlare delle banche che fanno molte difficoltà a anticipare il pagamento se il debito non è tracciabile».

Ma l'Abi non ci sta e accusa la Consip di aver inviato solo il 20 febbraio al consorzio Cbi, che lavora per le banche all'interfaccia, «le informazioni essenziali» per portare a termine il necessario collegamento. La Consip respinge a sua volta l'addebito: «Non può esserci imputato alcun ritardo dal momento che il collegamento tra la piattaforma per la certificazione e il sistema Cbi è stato collaudato a partire dal 29 novembre, in base alla tempistica concordata con il ministero dell'Economia».

Quanto al passaggio dalla fase di collaudo all'operatività della connessione piattaforma, «è avvenuto il 2 febbraio 2013, in quanto il certificato digitale di sicurezza necessario per il collegamento, richiesto da Consip il 23 novembre, è stato rilasciato dalla Cbi il 23 gennaio». Insomma per Consip è il consorzio che lavora per le banche che deve ancora chiudere il cerchio «portando a termine le azioni necessarie» per avviare la piattaforma. 
Nel frattempo è passato un anno, e quelle 71 aziende che a gennaio hanno ottenuto la certificazione dei crediti stanno ancora aspettando...

 

CORRADO PASSERA E PIERFERDINANDO CASINIPASSERA MUSSARI GRILLI o jpegCorrado e Giovanna Passera CLINI E PASSERApassera ogg GetContentpassera ogg GetContent.asppassera e punzoPASSERA

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…