IL PATONZA VENDE AI RUSSI? BERLUSCONI HA IN SERBO UN’ALTRA TROVATA PRIMA DEL VOTO - POTREBBE ANNUNCIARE UN BLIND TRUST SULLE AZIENDE E VENDITE A RUSSI E ARABI, PER SPUNTARE A CULATELLO L’ARMA DEL CONFLITTO D’INTERESSI - MARINA E PIERSILVIO NON NE VOGLIONO SAPERE, MA ALMENO TRE HEDGE FUND STRANIERI SONO INTERVENUTI SUL TITOLO, CONTRIBUENDO AL BOOM (+ 45% DAL RITORNO IN CAMPO)…

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Un blind trust per gestire il patrimonio da 4 miliardi di euro. Silvio Berlusconi si prepara ad annunciare il colpo a sorpresa a chiusura della campagna elettorale. Per spiazzare gli avversari, tentare di risalire di qualche punto, ma soprattutto «per fare piazza pulita dell'ultimo baluardo che la sinistra continua a strumentalizzare contro di me», come va dicendo. Il Cavaliere è intenzionato a confermare in quell'occasione la voce che circola con insistenza da giorni nei mercati finanziari. E che vorrebbe imminente la vendita di una quota cospicua, sebbene di minoranza, delle azioni Mediaset.

La mossa è allo studio almeno da qualche mese. Ne è a conoscenza solo il circolo ristretto degli uomini di fiducia. Fedele Confalonieri, Gianni Letta, Ennio Doris, Denis Verdini, Angelino Alfano e, ovviamente, la famiglia. L'argomento è stato trattato negli ultimi pranzi del lunedì con i figli.

E, come già avvenuto in passato - una prima volta nel 2005 - il progetto del patriarca ha incontrato l'ostilità della figlia Marina e, in parte, di Piersilvio. Tuttavia, questa volta il centocinquantanovesimo uomo più ricco al mondo (secondo Forbes), colui che ha visto lievitare il suo patrimonio negli ultimi 18 anni fino alla soglia dei 4 miliardi, vuole andare fino in fondo. E la sortita ultima di Bersani («Se vinciamo, subito il conflitto di interessi») ha avuto l'effetto della classica goccia. Affidamento del patrimonio a un consorzio di garanti, dunque. E poi vendita di una fetta. Ma a chi?

Russi e arabi sono i principali indiziati per gli acquisti. Gli operatori di mercato hanno intercettato movimenti di rilievo nell'andamento dei titoli di famiglia, in questi 60 giorni. Dal 6 dicembre, data dell'annuncio della «ridiscesa in campo» da parte del segretario Pdl Alfano, la performance delle azioni Mediaset è stata straordinaria. Il titolo è cresciuto del 45 per cento, a fronte di una media del Ftse Mib del 18 per cento.

Il 17 gennaio, con il Cavaliere già in piena trance mediatico-elettorale («L'Italia rischia di cadere in mano alla sinistra comunista, non sono in conflitto di interessi») le azioni fanno boom: +9 per cento in un solo giorno a Piazza Affari. Così, dopo l'anno nero del 2011, dopo i minimi del 2012 (il 16 novembre il titolo tocca il fondo di 1,16 euro), come per magia il 18 gennaio il valore raddoppia: 2,018 euro. E il fenomeno non riguarda solo Mediaset. In questo stesso gennaio d'oro del patroncandidato Berlusconi, a dispetto della magra stagione dei dividendi, la Mediolanum spa si prepara a distribuire ai propri azionisti 15 centesimi per azione, il triplo rispetto a Intesa Sanpaolo, Parmalat e Unicredit, per intendersi.

Ieri il marchio Mediaset ha perso il 4,46 per cento, ma è stata una giornata storta per l'intera borsa italiana. Incidenti di percorso rispetto a una più ampia effervescenza, il sospetto è che ci siano state ingenti operazioni di acquisto sul fiore all'occhiello del Biscione. Tre hedge fund stranieri sono in effetti intervenuti sul titolo Mediaset: Aqr capital managment, Highbridge capital e Mashall Wace. Saranno gli investitori in pole position per imminenti acquisizioni?

La società che ha beneficiato dell'impennata del proprio capitale, negli ultimi 15 giorni ha fatto sapere di non aver nulla da comunicare a proposito dell'andamento del titolo. Andamento tale da aver portato ad un incremento del capitale di un miliardo da novembre a oggi, passato in un balzo a 2,4 miliardi di euro.

Incuriositi, gli analisti di Exane (legati alla Bnp Paribas) due giorni fa hanno pubblicato un report con cui tentano di spiegare come sia stato possibile che il titolo Mediaset abbia guadagnato il 45 per cento da novembre. E hanno ricondotto il boom a due fattori. Il primo è il calo dello spread, avvenuto a beneficio dell'intera economia italiana dopo un anno di cura Monti. Come dire, sa di beffa ma il Cavaliere dovrebbe dire grazie al tanto vituperato Professore. Il secondo motivo è più volatile, legato all'ipotesi che in caso di vittoria del centrodestra sarebbe più difficile una riforma del mercato tv.

Silvio Berlusconi si prepara a giocare d'anticipo. I contatti con grossi investitori, russi e non solo loro, vanno avanti da tempo. Prima del 24 febbraio, per tentare di strappare una manciata di altri punti nella rincorsa elettorale, si limiterà ad annunciare minicessioni. Gli affari, semmai, si chiuderanno dopo.

 

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