stefano bonaccini elly schlein

PD, UN PARTITO SENZA LEADER – IL PARTITO IN 15 ANNI HA CAMBIATO 10 SEGRETARI, DI CUI 2 REGGENTI – SECONDO UN SONDAGGIO BONACCINI RISULTA IL "PREFERITO". DIETRO A LUI, ELLY SCHLEIN, LA SUA "VICE". SECONDO UN SONDAGGIO CHI HA VOTATO DEM PENSA CHE IL PD VADA RIFONDATO, CON UN NUOVO STATUTO E UN NUOVO NOME - CHIESTE CONSULTAZIONI APERTE CHE TORNINO AD ALLARGARE IL CAMPO A CANDIDATI ESTERNI: UNA SORTA DI PREFIGURAZIONE DEL CAMPO LARGO…

Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

bonaccini renzi

Dopo le recenti elezioni del 25 settembre il Pd ha iniziato un viaggio alla ricerca di se stesso. Senza una mappa e un orizzonte ben definito, come emerge dal sondaggio condotto da Demos. D'altronde, ha ottenuto un risultato "deludente". Il più basso nella storia del partito, ad eccezione del 2018. Anche in quell'occasione il segretario del partito, Matteo Renzi, si dimise.

 

L'exploit del M5S (32,7%), peraltro, aveva rivelato un clima anti-politico e anti-partitico, che sottolineava il "vizio" del Pd, agli occhi di molti elettori: troppo "istituzionalizzato". A immagine del sistema.

 

Oggi, il problema si ripropone, nonostante rimanga il secondo partito. Il successo dei FdI, infatti, assume un significato analogo all'affermazione del M5S nel 2018.

Appare un voto di "rottura", che spinge il risultato del Pd al di sotto delle attese. Tanto da indurre Enrico Letta a pre-annunciare un congresso, nei prossimi mesi. Comunicando, al tempo stesso, la propria rinuncia a ri-candidarsi.

 

SCHLEIN BONACCINI 5

D'altra parte, non è una novità per un partito che, in 15 anni, ha cambiato 10 segretari, di cui 2 reggenti. A partire da Veltroni "eletto" nel 2007. A differenza delle occasioni precedenti, però, questa volta non è in discussione solo la guida del partito, ma la sua identità, il suo futuro. Un sondaggio recente di Demos, lo dimostra. Anche se sottolinea, con chiarezza, come non sia in discussione la sua esistenza. Infatti, solo una frazione minima dei suoi elettori (6%) ritiene che il Pd abbia "concluso il proprio percorso". E sarebbe meglio, per questo, "scioglierlo". Mentre la maggioranza pensa che occorra un congresso "per scegliere un nuovo leader" (40%). O, meglio ancora, che vada "rifondato, con un nuovo statuto e un nuovo nome" (46%). Una "larga parte del partito", dunque, considera necessario andare oltre "questo" Pd. Ma per riprendere il cammino.

 

BONACCINI

Senza cancellare né rimuovere la propria storia. Al contrario. Mantenendo le proprie radici. Che affondano nell'Ulivo. O meglio, nel passaggio "dall'Ulivo dei partiti al partito dell'Ulivo". Attraverso il "mito fondativo" delle Primarie. Come le definì Arturo Parisi, che (accanto a Prodi) ne è stato - se non il primo - uno dei primi sostenitori. (Ne scrissi anch' io, all'epoca).

 

L'Ulivo. Soggetto politico a vocazione maggioritaria, destinato ad accogliere le componenti più diverse del centrosinistra. Come avvenne alle elezioni del 2006. In vista delle quali, nell'autunno del 2005, le primarie designarono Romano Prodi candidato premier dell'Unione di centrosinistra. Si trattò, allora, di una investitura.

 

A cui parteciparono oltre 4 milioni e 300 mila elettori. Ben oltre i confini dell'Ulivo, dunque. Una sorta di prefigurazione del "Campo largo" a cui ancora oggi fa riferimento Enrico Letta. Tuttavia, proprio per questo, una gran parte degli elettori del Pd pensa che le primarie dovrebbero essere "più aperte". "Allargando il campo" a figure e candidati esterni al partito. Non per circoscriverne l'identità e il profilo, ma, al contrario, per aprire il Pd, in una fase nella quale appare fin troppo "definito", cioè "confinato". Rispetto alla società.

 

E, soprattutto, alle componenti che, in origine, si riconoscevano nel centrosinistra.

enrico letta stefano bonaccini

Una questione chiarita da Carlo Trigilia in un libro recente: "La sfida delle disuguaglianze" (Il Mulino). Che la Sinistra e il Pd stanno perdendo. Visto che, come emerge dal sondaggio di Demos, solo una frazione dei giovani (con meno di 30 anni) e, ancor meno, fra gli operai e i disoccupati, dicono di votare Pd. Poco meno di un terzo degli operai, inoltre, ha scelto i FdI. Il partito, insieme al M5S, verso cui si rivolgono maggiormente anche i disoccupati.

 

Per questo, di fronte alla scelta del prossimo segretario, la base del Pd guarda a soluzioni diverse e diversificate. Anche se il Presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, risulta il "preferito". Indicato da oltre un quarto degli elettori Pd intervistati. Dietro a lui, non per caso, incontriamo Elly Schlein (a distanza: 9% di preferenze). La sua "vice". A conferma delle radici. Impiantate nel "Cuore Rosso" dell'Italia, per riprendere il titolo di un saggio di Francesco Ramella (Donzelli, 2005). Tuttavia, è significativo come, intorno a loro (anzitutto, a Bonaccini), vi sia grande dispersione di nomi e leader (perfino di altri partiti. Come Giuseppe Conte e Carlo Calenda). Che ottengono una quota di preferenze molto limitate.

 

STEFANO BONACCINI ENRICO LETTA

Ma pari a Enrico Letta (comunque, auto-escluso). Su tutti, però prevale largamente chi non ha idee, al proposito. Oltre il 40% degli elettori Pd (del campione intervistato), infatti, non indica un possibile leader. Per questo motivo appare ampia la domanda di una "Rifondazione Democratica". Che pensi al futuro senza dimenticare la propria storia. Per questa stessa ragione, però, è facile prevedere che il viaggio del Pd alla ricerca di se stesso non sarà facile.

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…