UN TRENO (IN FACCIA) PER LA PENSIONE - CON IL SISTEMA CONTRIBUTIVO NIENTE PIÙ POSTI IN PRIMA CLASSE, I PENSIONATI VIAGGIANO IN SECONDA E SI PARTE PURE IN RITARDO - PENALIZZAZIONE PER CHI LASCIA IL LAVORO IN ANTICIPO E SLITTAMENTO DI UN ANNO PER OLTRE 94 MILA PENSIONI DI ANZIANITÀ - MA IL PRESIDENTE DELL’INPS STA COME UNA MASTRAPASQUA, CON I SUOI 24 INCARICHI IN SOCIETÀ PUBBLICHE E PRIVATE (DA EQUITALIA, A TELECOM FINO ALLA FANDANGO) E IL MANDATO ALL’INPS RINNOVATO FINO AL 2014 DA RIGOR MONTIS - PER LUI IL CONTRIBUTIVO NON È UN PROBLEMA…

Gabriele Dossena per il "Corriere della Sera"

Il desiderio di lasciare il lavoro e salire sull'ultimo treno possibile per la pensione era forte. E ha contagiato un numero crescente di lavoratori, soprattutto nelle ultime settimane, di fronte alla girandola di ipotesi di modifica al sistema previdenziale.

Ma nel 2011 la temuta fuga dal mondo del lavoro non c'è stata. Almeno stando ai dati dei primi 11 mesi dell'anno, relativi alle pensioni liquidate dall'Inps. Il totale delle pensioni di vecchiaia e di anzianità liquidate al 30 novembre ammonta a poco meno di 225 mila (224.856), in diminuzione del 29,5% (oltre 94 mila) nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno.

Sicuramente l'effetto finestre si è manifestato con le prime conseguenze concrete, visto che il calo più consistente è stato registrato per le nuove pensioni di vecchiaia, che prevedono 65 anni di età anagrafica per gli uomini e 60 per le donne in base alle norme ancora in vigore quest'anno, ma che con l'introduzione della «finestra mobile» sono diventati, rispettivamente, 66 e 61 anni.

Per il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, è anche l'effetto delle riforme della previdenza («che hanno funzionato») definite prima del decreto salva Italia. Come del resto ha prontamente sottolineato anche Giuliano Cazzola (Pdl), secondo il quale «questi dati stanno a dimostrare che anche il precedente governo aveva adottato delle misure utili a contenere la spesa e a ritardare il pensionamento: insieme alle cosiddette finestre mobili erano stati assunti provvedimenti di carattere strutturale che il governo Monti ha correttamente confermato».

Per l'ex vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, noto per le sue posizione riformiste in materia previdenziale, «le nuove misure previste nel decreto convertito prima di Natale vanno però più a fondo e scrivono la parola fine sul caso dei trattamenti di anzianità; d'ora in avanti la pensione anticipata sarà consentita soltanto a fronte di precisi requisiti e subendo una penalizzazione economica, del tutto coerente con la logica del modello contributivo».

Quest'anno ce l'hanno fatta a uscire dal mondo del lavoro solo coloro che avevano raggiunto i requisiti necessari per andare in pensione nel 2010, dal momento che è invece scattata la finestra mobile per chi i requisiti li ha maturati solo quest'anno, rinviando così tutti al 2012.

Da maggio è infatti scattato il blocco quasi totale per le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti: su un totale di 46.778 pensioni di vecchiaia ai lavoratori dipendenti, più di 39 mila sono state erogate tra gennaio e aprile, grazie alle uscite con le vecchie finestre. Risultato: quest'anno per i lavoratori dipendenti il crollo delle pensioni di vecchiaia è stato del 48% rispetto alle 90.108 accertate nei primi 11 mesi del 2010. Oltre ai lavoratori dipendenti, il calo complessivo delle pensioni ha riguardato anche gli autonomi (da 27.501 a 20.137 per i coltivatori diretti, da 53.416 a 38.107 per gli artigiani, da 46.362 a 32.369 per i commercianti).

C'è però anche un altro aspetto messo in evidenza da Mastrapasqua: nei primi 11 mesi dell'anno l'età media di uscita dal lavoro è stata di 60,2 anni, in calo rispetto ai 60,4 del 2010 e ai 61,1 del 2009. Nel corso del 2011 l'uscita media dell'età per anzianità è stata di 58,5 anni per i dipendenti e 59 anni per gli autonomi (58,7 anni la media); per le pensioni di vecchiaia l'età di uscita media è stata di 62,3 anni per i dipendenti e di 63,1 per gli autonomi (media 62,7).

«Negli altri Paesi europei - ha aggiunto il presidente dell'Inps - si esce dal lavoro più tardi e con tassi di sostituzione molto più bassi. A fronte del nostro 80% rispetto all'ultimo stipendio, in Germania chi va in pensione prende in media il 58,4% dell'ultima retribuzione. Ora il sistema è stato messo in sicurezza».

Nel 2011 il bilancio finanziario di competenza dell'Inps chiuderà, secondo Mastrapasqua, in sostanziale pareggio, le cose potrebbero andare meglio nel 2012 grazie alle novità in materia previdenziale introdotte con il decreto salva Italia sulle aliquote contributive degli autonomi, sul blocco delle indicizzazioni delle pensioni superiori a tre volte il minimo e sui contributi di solidarietà.

 

Antonio Mastrapasqua Antonio Mastrapasqua GIULIANO CAZZOLA GIULIANO CAZZOLA inpsProtesta di Pensionati e studenti greci Atene Crisi Grecia parlamento-436.jpg_415368877

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)