
“PER L’EUROPA LA PRIORITÀ È NON PERDERE PER STRADA TRUMP E NON DARE PRETESTI A PUTIN” – I COMPLICATI NEGOZIATI SULL’UCRAINA SONO UN ESAME PER I LEADER DELL'UE, ALLE PRESE CON IL DISIMPEGNO DI “THE DONALD”. L’AMBASCIATORE GIAMPIERO MASSOLO: “PER L’EUROPA È UNA SITUAZIONE SCOMODA: GARANTIRE L’UCRAINA CONTRO LA RUSSIA SENZA GLI USA NON È POSSIBILE. DIVIDERSI (O AUTOESCLUDERSI) ORA SULLE GARANZIE PER L’UCRAINA RISCHIA DI ESSERE PERDENTE: LA LORO EFFETTIVA CONFIGURAZIONE NON È SOLO IN MANI EUROPEE. A NOI RESTA DI CONSOLIDARE LA COMPATTEZZA CHE L’ESPERIENZA DEI ‘VOLENTEROSI’ HA FINORA CONSENTITO” (HAI CAPITO, MELONI?)
Estratti dell’articolo di Giampiero Massolo per il “Corriere della Sera”
volodymyr zelensky alla casa bianca con i leader europei foto lapresse
Garantire l’Ucraina. Per consentire a Zelensky di negoziare sui territori. Ci sono aspetti tecnici e condizionalità politiche: queste riguardano America ed Europa. Sul piano tecnico, l’elaborazione di uno schema idoneo ha subìto un’accelerazione.
Comporta tre aspetti non incompatibili: armare l’Ucraina (il «porcospino»), dispiegare una forza di rassicurazione (i «volenterosi»), predisporre un patto di sicurezza collettiva tra chi ci starà (il «simil-articolo 5»).
[…] i pareri tra europei non sono concordi: prematuri i militari sul terreno, laborioso un accordo di difesa. Indubbio comunque che l’efficacia della deterrenza dipenda in ultima analisi dagli Stati Uniti: perché gli europei non dispongono delle capacità necessarie e perché truppe sul terreno senza protezione Usa sarebbero vulnerabili.
vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse
Ed eccoci alle condizioni politiche. Cosa andremmo a garantire, raggiunto un esito del conflitto? Un’Ucraina amputata ma incardinata nell’Occidente oppure un nuovo assetto basato su qualche concessione a Mosca oppure ancora una situazione congelata? Si tratterebbe di garanzie rivolte contro Mosca o invece da essa tollerate?
Nessuna ipotesi può al momento essere esclusa. Sul lato Usa emerge infatti un Trump che si fa mediatore, rinuncia al cessate il fuoco, minaccia sanzioni a fasi alterne. Attenua di fatto la solidarietà occidentale.
Rubio lavora con l’Europa sulle garanzie, mentre lui le sostiene secondo convenienza. Disponibile ad armare Zelensky a spese degli europei, salvo lasciarlo solo con Putin a negoziare sui territori.
È lecito dubitare che il punto di caduta sia per Trump una contrapposizione dura con i russi: se Mosca non vuole boots on the ground o patti occidentali ad hoc, Washington la forzerà?
Per l’Europa è una situazione scomoda: garantire l’Ucraina contro la Russia senza gli Usa non è possibile, ritrovarsi con una Russia soddisfatta nelle sue pretese è incompatibile con la sicurezza europea.
Siamo però all’inizio del negoziato: la priorità è non perdere per strada Trump e non dare pretesti a Putin.
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI
Dividersi (o autoescludersi) ora sulle garanzie rischia di essere perdente: la loro effettiva configurazione non è solo in mani europee. A noi resta di consolidare la compattezza che l’esperienza dei «volenterosi» ha finora consentito. [...]
donald trump giorgia meloni - vertice alla casa bianca
volodymyr zelensky e donald trump alla casa bianca (in versione casamonica)