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NAZARENO, ABBIAMO UN PROBLEMA - RENZI TEME IL CAPPOTTO ALLE COMUNALI E PER EVITARE DI FARE LA FINE DI D’ALEMA PUNTA SU SALA A MILANO E MARIO ORFEO A NAPOLI (COSI' SI LIBERA IL TG1) - IN ALTO MARE LA SCELTA DEL CANDIDATO A ROMA DOVE IL PD RISCHIA UNA SCOPPOLA STORICA

RENZI  dalemaRENZI dalema

Marco Gorra per “Libero Quotidiano”

 

Uno spettro si aggira per il Nazareno, oltremodo turbando il riposo del Grande Capo. Uno spettro minuto, con l' accento romano e i baffetti. Lo spettro che infesta i sogni di Matteo Renzi è quello di Massimo D' Alema. Spettro d' annata: il Baffino che leva il sonno al capo del governo è quello del 2000, quello che si vede costretto a lasciare Palazzo Chigi (dove peraltro anche lui era giunto senza passare dal via) a seguito di debacle alle elezioni amministrative.
 

L' unica differenza di oggi è che, in luogo delle regionali che furono fatali a D' Alema, Renzi teme le comunali: cruciale tornata in cui l' insuccesso del Pd si trasformerebbe ipso facto in sconfessione del governo con contraccolpi potenzialmente letali sulla tenuta dell' esecutivo stesso.

 

Delle quattro città principali al voto - Milano, Roma, Napoli e Torino - nel quartier generale c' è relativa tranquillità solo per quanto riguarda l' ultima: la ricandidatura dell' uscente Piero Fassino è cosa fatta, e si confida che la rete costruita in cinque anni dal primo cittadino contribuisca a mantenere la bandiera del Pd sul capoluogo piemontese.
Il guaio è che a Milano, Napoli e Roma Renzi parte con l' handicap.

 

RENZI SALARENZI SALA

E una sola certezza: se il risultato finale dovesse essere di tre sconfitte su tre, scatterebbe il si salvi chi può. Per questo, il premier ha deciso di dare una sterzata alla strategia: niente personale di partito, per le candidature si cerca un Papa straniero che, se non la vittoria, garantisca almeno la spostabilità del tiro lontano dal Pd in caso di sconfitta.
 

Milano - La pratica almeno in teoria meno ingarbugliata è quella sotto il Duomo. Qui una carta vincente esiste, ed è quella con su scritto Giuseppe Sala. Mister Expo si presenterebbe con in poppa il vento del successo dell' Esposizione universale, e con un minimo di campagna elettorale tesa a ficcare in testa alla cittadinanza la sovrapposizione Expo = Pd la volata sarebbe bella che tirata.

 

alfonso sabella ignazio marinoalfonso sabella ignazio marino

Senza contare che un Sala in campo fornirebbe al quartier generale l' alibi perfetto per cancellare in corsa le insidiose primarie di cui per adesso - più per fedeltà al brand che per altro - ci si è limitati ad annunciare l' indizione. Il problema è che i sondaggi con Sala continuano a dare esiti interlocutori. Qualora il manager - descritto come non esattamente scalpitante all' idea di impelagarsi nella corsa per Palazzo Marino - opponesse il gran rifiuto, per il Pd si aprirebbe la ricerca di un piano B i cui contorni restano per il momento avvolti nel mistero.
 

Roma - La Capitale offre lo scenario più fosco. I disastri dell' amministrazione uscente pesano come un macigno, i Cinque stelle hanno dei sondaggi pazzeschi e la ventilata lista civica che Marino ha in animo di apparecchiare a scopo vendetta rischia di tagliare le gambe al Pd.

 

Il quale Pd non mostra di avere idee chiarissime sul da farsi: al di là della suggestione Alfonso Sabella - uomo d' ordine, magistrato, profilo giusto per placare gli ardori mozzorecchi dell' elettorato - la ricerca del candidato è ancora in alto mare.

 

Matteo Renzi Mario Orfeo Matteo Renzi Mario Orfeo

Va detto che, fra le tre città, Roma sarebbe quella che, malgrado l' impatto devastante della sconfitta, garantirebbe a Renzi un qualche dividendo: un sindaco a Cinque stelle che, fatalmente, performasse male nella Capitale, infatti, getterebbe pessima luce sulle capacità governative tout court dei grillini, con evidenti influssi benefici per il Pd in chiave competizione nazionale.
 

Massimo D Alema e Mario Orfeo Matteo Renzi Massimo D Alema e Mario Orfeo Matteo Renzi

Napoli - Assai fluida la situazione in riva al Golfo. Qui la gara appare contendibile (i grillini hanno meno mordente che altrove ed il centrodestra è orientato a candidare Gianni Lettieri, non proprio un trascinatore di folle) e Renzi ha la ragionevole convinzione di poter portare a casa il bottino pieno a patto di tirare fuori dal cilindro un coniglio di prestigio. Che è stato individuato nella persona dell' attuale direttore del Tg1 Mario Orfeo. Il quale offre a Renzi non uno ma due vantaggi.
 

Primo: Orfeo è assai radicato in città (ha diretto per anni il Mattino) ed è naturalmente portato ad aggregare intorno a sé il consenso di larghe fette di elettorato. Secondo: l' eventuale trasloco di Orfeo a Palazzo San Giacomo libererebbe la poltrona ammiraglia del primo telegiornale Rai, un po' il Sacro Graal della lottizzazione governativa.

Mario Orfeo Matteo Renzi Mario Orfeo Matteo Renzi

 

Mario Orfeo e Matteo Renzi Mario Orfeo e Matteo Renzi Matteo Renzi Mario Orfeo Matteo Renzi Mario Orfeo

Per il cruciale incarico Renzi ha pronta da tempo una lista di papabili (la pole position è saldamente occupata dal direttore de La Stampa Mario Calabresi), e l' occasione di operare il più indolore dei turnover sarebbe più che ghiotta.
 

D Alema Orfeo Renzi D Alema Orfeo Renzi

 

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