A CHE SERVE ANDARE A VOTARE? UN CAZZO! – SE AVEVATE QUALCHE DUBBIO SULLA PERDITA DI SOVRANITA’ CI PENSA IL COMMISSARIO UE PER L’ECONOMIA OLLI REHN A FARE PIAZZA PULITA: CHIUNQUE VINCA LE ELEZIONI DOVRA’ CONTINUARE A DIRE “SIGNORSI’” AL COMMISSARIO DELL’EUROGERMANIA, MONTI - LA MATEMATICA E’ UN’OPINIONE? “OGNI PUNTO DI SPREAD SONO 3 MILIARDI RISPARMIATI…”

Marco Zatterin per "La Stampa"

Il lavoro non è finito. Olli Rehn si guarda bene dal mettere il naso nella campagna elettorale italiana e oppone la frase di rito - «so che si vota, è normale nel processo democratico europeo, non è il nostro ruolo quello di intrometterci nelle scelte dei cittadini» - a ogni domanda di sapore politico, dall'incertezza dei mercati alla minaccia dei populismi. Un messaggio, però, il commissario Ue per l'Economia lo manda. Chiaro. Qualunque sia il governo che uscirà dalle urne «è essenziale che l'Italia resti sul cammino riformista, in linea con gli impegni europei che hanno già rafforzato la fiducia globale nell'economia e nelle politiche del paese».

Finlandese, 50 anni, ex calciatore, liberale, a Bruxelles dal 2004, Rehn è l'arbitro dell'economia continentale, controlla la congiuntura e suggerisce ai governi (che poi se le approvano da soli) le ricette per svicolare dalle crisi. E' un cauto profeta del rigore, ma non un falco. «Alla parola "austerity" - ammette -, preferisco "riforme"». Le considera una medicina necessaria. E il caso bianco, rosso e verde gli pare un esempio illuminante.

«L'Italia si trovava in acque molto difficili nell'autunno 2011. Si confrontava con una fase di stagnazione economica e politica. Era importante ristabilire la fiducia nell'economia e nella stabilità del sistema politico. E' un progresso che si è riflesso nella riduzione del costo del debito - ogni punto di spread sono 3 miliardi risparmiati - e nella scomparsa dei pericoli immediati».

A che punto siamo, ora?
«Gli impegni riformisti continuano. Ancora di recente si sono registrati progressi, ma certo c'è altro lavoro per terminare le riforme indispensabili per rendere il paese, e la sua economia, più dinamici, in grado di crescere e creare posti di lavoro. In questo momento ci attendiamo una ripresa fra fine anno e l'inizio del prossimo».

La Bce parla di capitali in uscita dall'Italia causa incertezza politica. Lo ha notato anche lei?
«Leggo sempre la Bce e considero la sua analisi affidabile».

Dicono in molti, anche in Italia, che l'austerità ha peggiorato la recessione...
«Sono d'accordo col Fmi quando rileva che l'effetto del consolidamento sulla crescita è stato differente a seconda dei paesi e del contesto economico. Non esiste una regola buona per tutti. Va però osservato che non solo l'effetto quantitativo del consolidamento è importante, ma anche quello che ha sulla fiducia. E' cruciale nei casi spagnolo e italiano».

Perché?
«La crisi economica non è stata provocata dalla correzione dei conti pubblici. E' venuta prima. Prendiamo il caso, estremo, della Grecia. Il pil era negativo del 6% nel 2009 e 5,5 nel 2010, anno in cui abbiamo definito il salvataggio. Non sono stati gli stati europei che, per propria scelta, si sono messi a lavorare su un piano di assistenza per Atene. E' successo perché il paese era in gravi difficoltà».

In Italia però la recessione s'è aggravata.
«So bene che nel breve termine le conseguenze del consolidamento hanno un effetto (negativo) sulla crescita. Ma se l'alternativa, come per la Spagna a fine 2011, era trovarsi in un vicolo cieco economico, allora è stato meglio agire piuttosto che deragliare, cosa che entrambi paesi stavano per fare».

Serve un contesto che aiuti. Come sta l'Europa?
«Nel 2012 ci siamo focalizzati su come risolvere la crisi. Quest'anno dobbiamo passare dalla stabilizzazione a una ripresa sostenuta. Al momento la foto propone due letture. Se guardiamo l'economia reale, vediamo recessione in molte parti del continente e una disoccupazione inaccettabile che provoca gravi conseguenze sociali. Tuttavia, lo stato d'animo dei mercati migliora e la fiducia aumenta, il che dovrebbe facilitare agevolare la ripresa».

Che fare?
«E' importante che tutti avanzino con le riforme, focalizzandosi sulla competitività dell'industria. Ad esempio eliminando i colli di bottiglia che impediscono il finanziamento delle imprese, perché in caso contrario si limitano gli effetti della fiducia. Oppure avanzando con gli accordi internazionali, Usa compresi, che valgono due punti di pil e due milioni di posti».

Lei ama il calcio. Viene da dire che l'Europa spesso è zemaniana, garantisce il gioco e non la vittoria.
«A me piace Ferguson (l'allenatore del Manchester Utd). Avendo a che fare coi cittadini europei, preferisco il risultato al gioco».

 

olli rehnMARIO DRAGHI MERKEL MARIO DRAGHI E ANGELA MERKEL mario DRAGHI E MONTI monti merkel MERKEL MONTI ANGELA MERKEL E MARIO MONTI

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)