SESTO E DISSESTO - SI ALLUNGA LA LISTA DEGLI INDAGATI PER IL PRESUNTO GIRO DI TANGENTI ATTORNO A FILIPPO PENATI - I BANCHIERI PONZELLINI (PRODIAN-LEGHISTA EX PRESIDENTE BPM) E CORALLO (PRESIDENTE DELLA BANCA DI LEGNANO), DUE IMPRENDITORI PUGLIESI LEGATI A TARANTINI E D’ALEMA E I DUE AMMINISTRATORI DI “FARE METROPOLI”, LA FONDAZIONE DI PENATI CHE HA INCASSATO 368 MILA € SENZA FARE NEANCHE UN CONVEGNO…
Sandro De Riccardis per "la Repubblica"
Due banchieri, due imprenditori vicini al centrosinistra, un commercialista, un funzionario di partito. Ci sono sei nuovi indagati nell´inchiesta della procura di Monza sul "Sistema Sesto", il presunto giro di tangenti che ruota intorno all´ex presidente della provincia Filippo Penati, indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito.
Sei nomi pesanti. Che entrano nell´inchiesta dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia per i loro rapporti con "Fare Metropoli", la fondazione creata proprio dal politico sospeso dal Pd per raccogliere finanziamenti, e che in poco più di due anni ha incassato quasi 400mila euro. Tra i sei nuovi indagati - che dovranno rispondere di finanziamento illecito ai partiti - spicca il nome di Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano, che risulta aver finanziato con cinquemila euro - versati come quota associativa - la fondazione di Penati.
Con lui finisce nell´inchiesta anche Enrico Corali, presidente della Banca di Legnano (controllata da Bpm), poi nominato da Penati in Expo 2015: l´istituto versò alla fondazione, nel giugno 2009, diecimila euro. Ma sono stati iscritti in questi giorni nel registro degli indagati anche i nomi di due imprenditori considerati vicini al centrosinistra pugliese e a Massimo D´Alema. Il primo è Enrico Intini, indagato a Bari per turbativa d´asta nella sanità e legato a Gianpaolo Tarantini, l´uomo che procacciava le escort per Berlusconi. L´altro è Roberto De Santis che condivideva con D´Alema la proprietà del veliero Ikarus.
Intini e De Santis - insieme all´architetto Renato Sarno, considerato dai pm «il collettore di tangenti per Penati» - sono soci in MilanoPace, un´immobiliare molto attiva nella ex Stalingrado d´Italia, che ha versato 20mila euro a "Fare Metropoli". Altri diecimila euro sono finiti nelle casse della fondazione provenienti da Servizi globali, altra realtà della galassia Intini. Proprio nell´attico di un palazzo costruito da MilanoPace a Sesto San Giovanni, vive Giordano Vimercati, per anni uomo ombra di Filippo Penati e suo capo di gabinetto in Comune e provincia, oggi «in rapporto professionale» - come risulta alla Finanza - proprio con Intini.
Sulla sponda opposta, come gestori nella fondazione e dei finanziamenti, ci sono gli ultimi due nuovi indagati, Piero Rossi e Carlo Sergio Parma. Rossi è presidente di Fare Metropoli dal momento della sua fondazione, nominato nell´atto costitutivo del dicembre 2008, fedelissimo di Penati tanto da essere indicato da Milano Serravalle nel cda di Tem, Tangenziali esterne Milano. Ed è il funzionario che ha nominato consulente di Fare Metropoli proprio Parma. Insieme, secondo l´accusa, tenevano la contabilità dell´ente, gestivano i contributi, incassavano gli assegni.
Ma quanti sono e come sono stati spesi i soldi incassati? Insieme al Nucleo di polizia tributaria di Milano, i pm Mapelli e Macchia hanno ricostruito un volume di 368mila euro di finanziamenti di contribuenti, a fronte dei quali però non risulta nemmeno un´attività riferibile alla fondazione: nessun convegno, nessuna iniziativa che possa giustificare spese. Per questo, il sospetto degli investigatori è che dietro i soldi pagati alla fondazione di Penati potrebbero nascondersi tangenti al politico, membro del consiglio regionale della Lombardia. A breve la notifica agli indagati dell´avviso di chiusura delle indagini, preludio ai rinvii a giudizio che porteranno al processo, nato sulle dichiarazioni dei due grandi accusatori del centrosinistra milanese, l´imprenditore Piero Di Caterina e l´immobiliarista Giuseppe Pasini.






