SUDARIO MONTI FUMA L’ITALIA - LO SPIRITO DELLA MANOVRA DEI SAPIENTONI È: QUANDO NON SI RIESCE A FARE QUALCOSA, SI METTE UNA NUOVA TASSA - PER RIDURRE LE IMPOSTE SULLE AUTO E LE BARCHE DI LUSSO SI STANGANO LE SIGARETTE - CHI NON PAGA MAI SONO LE BANCHE: LO STATO GARANTIRÀ I LORO DEBITI PER TRE ANNI, UN REGALO CHE GARANTIRÀ AI GRANDI GRUPPI RISPARMI MILIARDARI NEGLI INTERESSI SULLE OBBLIGAZIONI - UNO SCUDO CONCESSO DAL GOVERNO SENZA CHIEDERE NULLA IN CAMBIO...

Stefano Feltri per il "Fatto quotidiano"

L'ultima novità della manovra che, blindata da un voto di fiducia, sarà votata alla Camera stamattina e venerdì, ne riassume bene lo spirito: quando non si riesce a fare qualcosa, si mette una nuova tassa. L'ultima è un aumento delle accise sul tabacco (quindi del prezzo delle sigarette) per trovare le risorse sufficienti a ridurre le imposte sulle auto e le barche di lusso. Non è una scelta del premier Mario Monti, ma dei relatori alla manovra in commissione alla Camera, uno del Pd e uno del Pdl. Però il governo la farà sua perché ha deciso di non modificare la versione del testo che esce dalle commissioni Finanze e Bilancio.

L'IMU AMMORBIDITA
Ora che il decreto "salva Italia" ha assunto la sua forma definitiva, si può tentarne un bilancio, considerando i due obiettivi che si era prefisso: risanare i conti senza mandare il Paese in una profonda recessione e farlo con equità, cioè caricando sacrifici più pesanti su chi è meglio in grado di sopportarli. Monti ha rivendicato il fatto che "non sono i soliti noti che pagano". In parte ha ragione: molte misure colpiscono il patrimonio, più che il reddito.

La nuova Imu, imposta sugli immobili che prende il posto dell'Ici, determina sicuramente un calo del reddito disponibile per i consumi di molti, ma meglio tassare le case che gli stipendi, già gravati da pesanti fardelli (mentre l'Italia era praticamente l'unico Paese occidentale a non avere un'imposta sulla prima casa). Alcuni correttivi introdotti, come uno sconto che può arrivare fino a 600 euro (50 per ogni figlio sotto i 26 anni, come chiedeva il Terzo polo) contribuiscono a rendere più equo il provvedimento. Questo è il pilastro della manovra, che vale oltre 11 miliardi su 30 di tagli e nuove tasse.

SALVE LE PENSIONI MEDIE
É stato laborioso, ma alla fine il Parlamento ha evitato il taglio delle pensioni fino a 1.400 euro: l'aumento legato all'inflazione nel 2012 e nel 2013 è salvo. Ridurre il reddito a chi già lo spende quasi tutto per i consumi, avrebbe aggravato la recessione. Il fatto poi che una parte della copertura arrivi da un prelievo una tantum irrisorio: 1,5 per cento. Nell'ultima versione è cresciuto un po', 1 per cento nel 2012, 1,3 nel 2013 e poi 0,4 all'anno per sempre se non vuoi perdere l'immunità. Ma una volta deciso che quei capitali si potevano colpire, resta incomprensibile perché la mano dell'erario sia rimasta così leggera.

Sarà più pesante, e più equo del previsto, il bollo sugli investimenti (conti correnti, polizze vita ecc.): è scomparso il tetto massimo a 1.200 euro, mentre chi tiene meno di 5.000 euro sul conto non pagherà neppure i 34,2 euro di oggi. Chi non paga mai sono le banche: lo Stato garantirà i loro debiti per tre anni, un regalo che forse eviterà la paralisi del credito e sicuramente garantirà ai grandi gruppi risparmi miliardari negli interessi sulle obbligazioni. Uno scudo concesso dal governo senza chiedere nulla in cambio.

DISASTRO CRESCITA
Non potendo contare sulla spesa pubblica (anche se la manovra distribuisce 10 miliardi) per stimolare la crescita resta solo la leva della concorrenza. Ma le liberalizzazioni sono svanite, come sempre: non si toccano i taxi, farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie, ma all'improvviso dalla fascia C ne escono moltissimi (come la pillola anticoncezionale). Sugli ordini professionali non scatterà più la tagliola che li azzera se non si autoriformano.

I prezzi dei servizi, quindi, non scenderanno, proprio quando i consumatori ne avrebbero avuto più bisogno, visto che la manovra li colpisce con le due aliquote più ingiuste (perché risultano più pesanti per chi ha basso reddito): le accise sulla benzina, che valgono oltre 4,5 miliardi all'anno per Monti, e l'aumento dell'Iva da vo extra del 15 per cento sulle pensioni sopra i 200 mila euro annui aumenta la percezione di una giusta distribuzione dei sacrifici. È stato ammorbidito anche lo scalone, garantendo di fatto tutti quelli che avevano già maturato i requisiti per andare in pensione a fine 2011 (i dettagli di questa misura sono un po' oscuri, come i suoi costi).

SCUDATI, TABÙ SPRECATO
Per mesi politici e opinionisti hanno spiegato che era impossibile tassare i capitali rientrati con lo scudo fiscale perché si violava l'accordo con gli evasori fatto al momento del rimpatrio e perché molti soldi probabilmente erano ormai irrintracciabili. Monti viola il tabù, ma in metà 2012.

Su questo capitolo ci sono solo due notizie liete: i tirocini obbligatori per le professioni possono durare al massimo 18 mesi, e non più tre anni. Questo significa che molti giovani cominceranno ad avere un reddito con oltre un anno di anticipo, invece di lavorare gratis o per pochi euro. E alla fine, dopo varie riscritture del testo, di soldi per incentivare l'occupazione di giovani e donne ce ne sono parecchi : oltre un miliardo di euro.

SFIORATA LA CASTA
Le Province, par di capire, sopravviveranno anche questa volta: c'è un intero anno, fino al 31 dicembre 2012, per approvare una legge che riduca i consigli e azzeri le giunte. Gli organi che nel frattempo scadono verranno sostituiti da un commissario. Un po' pochino, visti gli annunci bellicosi di Monti alla presentazione del decreto.

 

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